lunedì 21 luglio 2008

Prima di tutti vennero a prendere gli zingari...

L’anno scorso Beppe Grillo organizzava il V-day ed invece quest’anno Umberto Bossi manda a stendere l’inno nazionale scritto da Mameli.
Periodicamente, nel nostro Paese, qualcuno manda a quel paese qualcun altro.
Verrebbe da chiedersi che cosa resta di tutta la tensione morale che portò all’unificazione italiana, prima, ed alla nascita della Repubblica, poi.
Apriti cielo quando Di Pietro ha dato del “magnaccia” a Berlusconi: lo hanno accusato di volgarità e cafoneria. Adesso, al gestaccio di Bossi sull’inno nazionale (medio alzato – con maschia eleganza leghista – sulle parole “schiavi di Roma”), qualche blanda richiesta di scuse da parte delle forze politiche.
Ma il senatur non si ferma qui: accusa i docenti meridionali (“questa gente”) di maltrattare gli alunni del Nord e vuole che siano rispediti a casa, in nome dello splendido isolamento padano.
Dimentico, forse, che “questa gente” paga regolarmente gli affitti, fa la spesa nelle nordiche cittadine ed impartisce l’istruzione ai ragazzi padani. A proposito: tra questi ce ne è sicuramente qualcuno figlio di quegli imprenditori che, amici dei camorristi, vengono a sversare rifiuti tossici in Campania a prezzi stracciati. Al senatur va ricordato che questi suoi compaesani sono autori di un disastro ambientale che non finirà nei secoli a venire. I professori del Sud portano al Nord istruzione e cultura. Le aziende del Nord portano al Sud monnezza.
Allora, caro senatore, se la Padania deve essere indipendente, si tenga a casa la sua immondizia.

Prima di tutti vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me

e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertol Brecht




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