La città di Benevento si distingue per la vivacità scrittoria dei suoi molti intellettuali. Trovate in circolazione molta carta stampata ed iniziative editoriali a gogo, nonché riviste telematiche e quant’altro.
Da anni la stampa locale deplorava le miserevoli condizioni delle istituzioni culturali cittadine – cioè Biblioteca Provinciale e Museo del Sannio – e nessun politico o preposto al settore degnava i giornalisti di uno straccio di risposta. Ci si faceva scivolare tutto addosso, quasi che non fosse affare di nessuno o che nessuno avesse tempo da perdere dietro le chiacchiere dei giornalisti locali.
Dopo anni di dibattiti e provocazioni sui giornali cittadini, tutte regolarmente cadute nel vuoto, è bastato che un notabile di rara sensibilità, quale l’avvocato Mario Collarile, presidente provinciale del Coni e noto per il suo salotto culturale, sulla pubblica piazza facesse atto di accusa circa il degrado del Museo che il presidente della Provincia Aniello Cimitile, il giorno dopo, decidesse di affidare il commissariamento straordinario del Museo a chi per tanti anni l’aveva gestito, il prof. Elio Galasso, ormai in pensione. E tanto è bastato perché qualcuno dicesse – pane al pane e vino al vino – che il problema vero è che manca un team di esperti che mandi avanti in maniera competitiva e professionale queste due istituzioni. Dove, appena entrati, è facile che uscieri e scopini vi diano del “tu”, denotando il grande stile sannita nell’approccio con i visitatori. Ma non è tanto questo, quanto un discorso di statue sparite e mal collocate, di spazi utilizzati senza criterio, di guide e gruppi che non vengono più perché non si ha di cosa parlare: è questo che sottolineava Collarile dopo un giro al Museo che gli aveva lasciato l’amaro in bocca.
Una mia amica, giornalista da tanti anni, una volta mi ha detto che “non c’è speranza di scuotere i beneventani”. Parlava con cognizione di causa. Tant’è vero che, adesso che il settimanale “Sannio Week” ha pubblicato l’elenco delle decine e decine di esperti profumatamente pagati dall’Ateneo Sannita per consulenze varie e non si sa quanto utili nessuno batte ciglio. Come nessuno si scomoda per capire come una gestione museale così approssimativa sia stata pagata anch’essa fior di quattrini e quali siano stati i criteri nella scelta degli esperti... Dallo spreco di soldi alla disoccupazione che affligge questa terra il passo è breve.
E poi non vi meravigliate che i giornalisti seri, quelli che spesso ci rimettono di tasca con il mestiere, a Benevento non li ascolti nessuno. Fanno più audience quelli che curano questo o quell’ufficio stampa, preferibilmente di un politico, intasandovi la posta elettronica di comunicati sgraditi, perché a Benevento l’unico modo per campare con questo mestiere è tale.
Intanto voglio ringraziare l’avvocato Collarile per avere reso un servizio utile ed intelligente alla città ed ai suoi cittadini.
Da anni la stampa locale deplorava le miserevoli condizioni delle istituzioni culturali cittadine – cioè Biblioteca Provinciale e Museo del Sannio – e nessun politico o preposto al settore degnava i giornalisti di uno straccio di risposta. Ci si faceva scivolare tutto addosso, quasi che non fosse affare di nessuno o che nessuno avesse tempo da perdere dietro le chiacchiere dei giornalisti locali.
Dopo anni di dibattiti e provocazioni sui giornali cittadini, tutte regolarmente cadute nel vuoto, è bastato che un notabile di rara sensibilità, quale l’avvocato Mario Collarile, presidente provinciale del Coni e noto per il suo salotto culturale, sulla pubblica piazza facesse atto di accusa circa il degrado del Museo che il presidente della Provincia Aniello Cimitile, il giorno dopo, decidesse di affidare il commissariamento straordinario del Museo a chi per tanti anni l’aveva gestito, il prof. Elio Galasso, ormai in pensione. E tanto è bastato perché qualcuno dicesse – pane al pane e vino al vino – che il problema vero è che manca un team di esperti che mandi avanti in maniera competitiva e professionale queste due istituzioni. Dove, appena entrati, è facile che uscieri e scopini vi diano del “tu”, denotando il grande stile sannita nell’approccio con i visitatori. Ma non è tanto questo, quanto un discorso di statue sparite e mal collocate, di spazi utilizzati senza criterio, di guide e gruppi che non vengono più perché non si ha di cosa parlare: è questo che sottolineava Collarile dopo un giro al Museo che gli aveva lasciato l’amaro in bocca.
Una mia amica, giornalista da tanti anni, una volta mi ha detto che “non c’è speranza di scuotere i beneventani”. Parlava con cognizione di causa. Tant’è vero che, adesso che il settimanale “Sannio Week” ha pubblicato l’elenco delle decine e decine di esperti profumatamente pagati dall’Ateneo Sannita per consulenze varie e non si sa quanto utili nessuno batte ciglio. Come nessuno si scomoda per capire come una gestione museale così approssimativa sia stata pagata anch’essa fior di quattrini e quali siano stati i criteri nella scelta degli esperti... Dallo spreco di soldi alla disoccupazione che affligge questa terra il passo è breve.
E poi non vi meravigliate che i giornalisti seri, quelli che spesso ci rimettono di tasca con il mestiere, a Benevento non li ascolti nessuno. Fanno più audience quelli che curano questo o quell’ufficio stampa, preferibilmente di un politico, intasandovi la posta elettronica di comunicati sgraditi, perché a Benevento l’unico modo per campare con questo mestiere è tale.
Intanto voglio ringraziare l’avvocato Collarile per avere reso un servizio utile ed intelligente alla città ed ai suoi cittadini.
Nessun commento:
Posta un commento