Forse non mi sono mai commossa tanto davanti alla tv come davanti allo sceneggiato Rai “Giuseppe Moscati” trasmesso nelle sere scorse ed interpretato da un bravissimo Beppe Fiorello (per me, una scoperta come attore).
Moscati, medico nato a Benevento, svolse la sua attività a Napoli all’Ospedale degli Incurabili.
La sua grande vocazione lo portava a recuperare i malati nei quartieri più poveri ed a rischio di Napoli, a sobbarcarsi intere nottate insonni al fianco dei pazienti, a curare gratis indigenti ai quali comprava a sue spese cibo e medicinali. Si ridusse per questo in povertà e condivise l’aiuto portato ai pazienti con la sorella. La sua fama si diffuse ben presto e la casa divenne un luogo dove quotidianamente stazionavano poveri ed ammalati in cerca di cure e di conforto.
Formidabili ed estremamente precise le sue diagnosi sui pazienti. Fu molto osteggiato dai professoroni dell’epoca, convinti, nella loro presunzione, di essere in possesso della verità infallibile, e in più di un caso smentiti dalle diagnosi di Moscati. Una storia che si ripete sempre nella vita dei migliori: essere ostacolati e fraintesi da uomini pieni di sé, obnubilati dall’amor proprio.
Ma Moscati nel suo testamento spirituale lascia un pensiero che potete rifilare ai colleghi di lavoro invidiosi o ai capi intransigenti solo con voi:
Lavorare sempre, incessantemente, sordi alle lodi e alle critiche.
Lo ha detto un Santo.
Moscati, medico nato a Benevento, svolse la sua attività a Napoli all’Ospedale degli Incurabili.
La sua grande vocazione lo portava a recuperare i malati nei quartieri più poveri ed a rischio di Napoli, a sobbarcarsi intere nottate insonni al fianco dei pazienti, a curare gratis indigenti ai quali comprava a sue spese cibo e medicinali. Si ridusse per questo in povertà e condivise l’aiuto portato ai pazienti con la sorella. La sua fama si diffuse ben presto e la casa divenne un luogo dove quotidianamente stazionavano poveri ed ammalati in cerca di cure e di conforto.
Formidabili ed estremamente precise le sue diagnosi sui pazienti. Fu molto osteggiato dai professoroni dell’epoca, convinti, nella loro presunzione, di essere in possesso della verità infallibile, e in più di un caso smentiti dalle diagnosi di Moscati. Una storia che si ripete sempre nella vita dei migliori: essere ostacolati e fraintesi da uomini pieni di sé, obnubilati dall’amor proprio.
Ma Moscati nel suo testamento spirituale lascia un pensiero che potete rifilare ai colleghi di lavoro invidiosi o ai capi intransigenti solo con voi:
Lavorare sempre, incessantemente, sordi alle lodi e alle critiche.
Lo ha detto un Santo.
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