Attaccati ai muri di un paese ho visto due manifesti giganti emblematicamente vicini.A sinistra la faccia rassicurante di Rosy Bindi, capelli grigi corti, occhiali, espressione serena ed immagine di donna abituata ad occuparsi di grandi questioni. “Partito democratico per davvero” è lo slogan scelto ad accompagnare la foto della ministra.

A destra la valletta Elisabetta Canalis, che è stata ospite presso una discoteca dal nome evocativo: “Mediterraneo”. Sguardo e bocca ammiccanti, schiena in evidenza, lunghi capelli sciolti sulle spalle, il top della vanità femminile.
Ho provato mentalmente ad invertire le due immagini ed è stato subito chiaro che l’effetto sarebbe comico. Nessuna delle due donne avrebbe più credibilità nel ruolo che non è il proprio e che non le compete.
Ve la immaginate una Bindi una bomba del sesso a dimenarsi tra una manica di ragazzini esagitati, o una Canalis a discutere dei massimi sistemi della famiglia e dei valori italiani in consessi politici?
E chi ci crederebbe?
Forse è stata una mancanza di spazio, ma quelli che hanno sistemato i manifesti in questo modo forse non sanno che danno ai passanti degli spunti di riflessione. Ad ognuno il ruolo e la faccia che gli compete. Non bisogna essere un mago dell’immagine per capirlo.

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