giovedì 5 marzo 2015

GIULIA FALLETTI DI BAROLO

Giulia Falletti di Barolo, La ""Santa"" che inventò il Barolo

Su La Morra sono datate 1495 le prime fonti concernenti il vitigno Nebbiolo e 1268 su Rivoli in provincia di Cuneo. 
Il processo innovativo del vitigno Nebbiolo a vino "Barolo", nei primi dell‘800, fu per volere di una donna: la marchesa di Barolo Giulia Colbert Falletti, seguendo la tipologia dei vini secchi prodotti in “Bordeaux”. Per realizzare e raffinare il risultato di questo vino, chiamò il conte Oudar, esperto enologo francese, Il grande risultato ottenuto fu il primogenito “Barolo” di quelli attuali. Sin da subito questo grande vino fu apprezzato e si contraddistinse in tutta Europa come vino che può essere conservato e adatto all’invecchiamento, Nel 1873 a Vienna, durante il più prestigioso concorso dell’epoca, fu premiato con sette medaglie d’oro (G.S.- Torino Piemonte Antiche Immagini )
Giulia (Juliette Colbert di Maulévrier (Maulévrier, 27 giugno 1785 – Torino, 19 gennaio 1864), Rimase orfana di madre a sette anni; all'epoca della rivoluzione, molti fra i suoi parenti furono pubblicamente giustiziati. Il 18 agosto 1806 si unì in matrimonio al marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo e nel 1814 si trasferì a Torino, a Palazzo Barolo, dove ospitò per lungo tempo il patriota Silvio Pellico, reduce dalla prigionia nella Fortezza dello Spielberg. A quei tempi il palazzo era luogo di ritrovo di élite culturale e politica.
Ma il prevalente interesse fu per la beneficenza: Giulia si dedicò all'assistenza delle carcerate e intraprese insieme con il marito iniziative benefiche: scuole gratuite, assistenza ai poveri, donazioni all'erigendo Cimitero monumentale di Torino. Con il marito fondò la Congregazione Generale delle Suore di Sant'Anna. Il suo impegno a favore delle carcerate, con l'istruzione, con la provvista di vitto e abbigliamento decente, con l'igiene, arrivò a tal punto che, presentato al governo un progetto di riforma carceraria, il 30 ottobre 1821 il ministero la nominò soprintendente del carcere. In breve il carcere divenne un istituto modello e redatto un nuovo regolamento interno, lo sottopose alla discussione con le detenute, da cui ebbe approvazione unanime. Nello stesso anno 1821 fondò nel quartiere popolare di Borgo Dora una scuola per fanciulle povere. Nel 1823 fondò al Valdocco l'istituto del Rifugio, per le ragazze madri. Nel 1825 destinò una parte del palazzo in cui abitava ad asilo per i figli dei lavoratori: si trattava della prima opera di questo tipo in Italia. Nel 1833 fece costruire accanto all'istituto del Rifugio il monastero delle Sorelle Penitenti di Santa Maria Maddalena, che si era ampliato per accogliere anche le vittime della prostituzione minorile.Perse il marito nel 1838 a seguito dell'epidemia di colera del 1835 in cui aveva prestato generosamente soccorso a bisognosi. Nel 1845aprì l'Ospedaletto di santa Filomena per bambine disabili.Nel 1847 fondò una scuola professionale presso il proprio palazzo per le ragazze di famiglia operaia; nel 1857 fondò poi una scuola di tessitura e ricamo. Estese le sue iniziative anche fuori città. Ultima sua opera di beneficenza fu la costruzione della chiesa di santa Giulia, nel popolare quartiere di Vanchiglia. Si distinse per la sua brillantezza e per la sua azione a favore dei più deboli. Alla sua morte nel 1864 tra le sue volontà vi fu la costituzione dell'Opera Pia Barolo alla quale lasciò l'intero patrimonio di famiglia. Secondo alcuni documenti, dedicò ad opere di beneficenza, una somma pari al bilancio di uno stato del tempo. Dal 1899 il suo feretro è tumulato nella chiesa di santa Giulia, in borgo Vanchiglia, che lei stessa volle far costruire. La città di Torino le ha dedicato una via
Il 21 gennaio 1991 è stata avviata la causa di beatificazione; attualmente gode del titolo di "Serva di Dio".(wikipedia)

Immagine: Giulia-Barolo-di-Luigi-Bernero-1810-Museo-Giulia-Barolo

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