Sant'Anna di Stazzema, paesino della provincia di Lucca, è il luogo dove il 12 agosto 1944 i soldati tedeschi delle SS consumarono uno dei più efferati crimini contro l'umanità, massacrando 560 civili, in gran parte bambini, donne e anziani. Li chiusero nelle stalle, li relegarono nelle cucine delle case ed in tre ore li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano. Tra di esse una bambina di soli 20 giorni, Anna Pardini. Alla strage contribuirono dei fascisti collaborazionisti che condussero le truppe tedesche sul posto. Le SS, comandate dal generale Max Simon, avevano già commesso l'eccidio della Romagna. Queste, come le stragi in Toscana, sempre del 1944, furono azioni di vero e proprio terrorismo, non rappresaglia, seguite all'armistizio dell'8 settembre 1943 tra il Regno d'Italia e le forze anglo-americane. Dopo quell'episodio il re Vittorio Emanuele III fuggì a Brindisi con la famiglia, lasciando l'esercito alla sbando. L'Italia fu così rapidamente invasa dai tedeschi, trasformandosi in un immenso teatro di guerra. Tutte le stragi del '44 perpetrate a danno dei civili inermi non furono estemporanee, bensì frutto di una sistematica premeditazione.
Nel 2004 a La Spezia è stato celebrato un processo per i crimini di guerra di Sant'Anna di Stazzema, che ha dichiarato colpevoli gli ufficiali responsabili dell'eccidio, tutti ultraottantenni.
Nessun commento:
Posta un commento