Riflessioni che fanno riflettere. La crisi. Non attesa, non voluta, non prevista ed ora esaminata ed indagata nelle sue svariate cause. Tra le varie spiegazioni me ne ha colpita una: quella che riguarda la nostra mancanza di allenamento a superare la difficoltà della vita. Il rimbambimento è stato tale che, senza volerlo, senza saperlo, nella maniera più soft, siamo sprofondati nella crisi planetaria.
Uomini adulti che fanno ancora gli adolescenti in casa dei genitori. Gente assuefatta dal gioco o dal vivere la vita ed i rapporti solo su facebook e Internet. Ragazzi viziati da genitori che danno ai prof la colpa dei brutti voti e della maleducazione dei figli.
Una società che ha deposto le armi, che non combatte, che non sogna...
Mi è venuto da rivalutare la filosofia di Fichte: questo Io infinito, che vive un perenne dinamismo, che vive di gioventù perenne proprio grazie alla perenne lotta contro gli ostacoli che gli si pongono di fronte.
Nell'Italia tra Sette-Ottocento, gli osservatori stranieri notavano che l'affievolimento della morale e l'agiatezza dei prelati, era da collegare al lungo periodo di pace. Al fatto che nella Penisola si era perso il gusto delle armi.
Oggi? La gente chatta, i ragazzi e gli adulti (anche) hanno lo sguardo puntato sugli schermi mentre mangiano in famiglia o al ristorante, mentre passeggiano per la strada. Le baby squillo hanno imparato a fare i soldi facili col sesso, a molti tutto è dovuto senza guadagnare niente, e, come dice papa Francesco, non si dice più "scusa", "grazie", "permesso". La gentilezza: questa sconosciuta.
La gente è obesa perché mangia robaccia e cammina poco. Chi scala una montagna, va al polo Nord in bici, emigra all'Estero per disperazione o perché ha coraggio e tempra, fa notizia.
Ci vuole un fisico bestiale, cantava qualcuno, ma di fatto abbiamo perso l'allenamento nella dura lotta per l'esistenza.
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