sabato 14 luglio 2012

VINICIO CAPOSSELA A COLLISIONI, BAROLO

(Foto e dichiarazione tratte da La Stampa)


«Qui al festival chiamato Collisioni sono stato nel 2010, con il mio amico e poeta Vincenzo Costantino “Cinaski” e con Dan Fante, il primogenito di John Fante. Ho il ricordo di una specie di Woodstock della letteratura, molti reading, moltissima gioventù, e le magnifiche mammelle vinose delle colline lì intorno. Insomma, mi è sembrato lo scenario giusto per proporre uno spettacolo chiamato “Ballate”, per di più oggi, nel giorno del centenario di un grande autore di ballate. Le ballate sono un genere antico, un modo epico di narrare: “La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde, oppure la «Ballata del vecchio marinaio» di Coleridge. E “Le rime” di Michelangelo, le ballate popolari, quelle che vengono dal medioevo, dai trovatori, le ballate del folclore. Vicende umane che diventano saghe, soprattutto episodi di vita che diventano ballate, vita che si trasferisce nell’epica. Dignità, coscienza e orgoglio.
E le collisioni - riflette Capossela - sono scontri tra diversità, e sono spesso l’occasione per conoscere il diverso senza prefiggersi di abbatterlo».

Nessun commento:

Lettori fissi