Altro che vita spericolata. Esiste solo nelle canzonette. Leggete questo articolo, tratto da
Nullafacenti ancora bambini, svogliati, senza voglia di crearsi un avvenire, che vivono ancora sulle spalle dei genitori. I dati Istat parlano chiaro. Sono ben 2 milioni gli italiani che, nel range d’età compreso tra i 15 ed i 34 anni, non svolgono alcuna attività.
Secondo varie ricerche nel 1983 i giovani – perlopiù uomini residenti nel Sud – bamboccioni che vivevano con i genitori erano circa il 4%; l’anno scorso sono saliti al 58,6%. Dati scandalosi!
Analizzando i dati Istat per il futuro, i segnali non sono certo incoraggianti: nell’anno scolastico 08/09 il 7,7% degli iscritti al primo anno delle scuole medie superiori ha dovuto ripetere l’anno; dato che quindi sale al 10,3%.
Altro problema grave riguarda l’abbandono scolastico subito dopo il primo anno di scuola con una percentuale del 12,2 sul totale degli studenti e con un ulteriore 3,4% di giovani che lascia gli studi alla fine del biennio. Terribile la situazione risultante quindi dai valori analizzati, specie per il Mezzogiorno.
Il problema aumenta anche sul lavoro sicché i giovani italiani non amano leggere impoverendo giorno dopo giorno il loro bagaglio culturale; più di un ragazzo su dieci non ha mai letto un libro.
Problema in crescendo anche per l’attitudine alle materie scolastiche. Scarsissimo l’interesse verso le materie scientifiche: la percentuale di chi ha conseguito il titolo scolastico in discipline tecnico-scientifiche colloca l'Italia sotto la media Ue (12,1 a fronte di 13,8 per mille per i 20-29enni).
E’ pur vero che tra le ragioni di questa allucinante situazione c’è sicuramente la grave crisi economica che mette i giovani in non poche difficoltà per trovare un adeguato impiego, con la possibilità di fare carriera affermandosi quindi nel mondo del lavoro.
Basta vedere con un po’ d'attenzione i programmi scolastici, non solo quelli delle scuole professionali e tecniche spesso sotto l’occhio dei media, ma anche i programmi dei tanto stimati licei.
Problema grave dunque che classifica l’Italia nei gradini più bassi con riforme quasi “giornaliere” per mostrare al pubblico il proprio operato, non importa poi se fatto bene o meno.
Lasciamo quindi andare sull’iPod il carme di Fabrizio De André: “Chi mi riparlerà di domani luminosi / dove i muti canteranno / e taceranno i noiosi”.
L’avverarsi di un sogno.
Francesco Toto
Francesco Toto
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Sull'argomento seguirà, prima o poi, una breve nota della sottoscritta...
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