venerdì 5 giugno 2009

AMERICAAAAA! – CAMPAGNA ELETTORALE (2)

L’altra sera ho seguito l’ennesimo candidato sindaco nell’amena cittadina in cui mi trovo. Stavolta non erano le pizze ad essere offerte al popolo, ma i gelati. Inutile dire che nelle tre gelaterie convenzionate c’era la ressa delle famigliole, e poi via, di nuovo a sedersi in piazza per assistere al concerto di piazza, all’interno del quale era inserito il breve discorso del candidato. Dietro i musicisti, su due maxi schermi, passaggi continui della faccia del candidato con elencati in sintesi i punti del suo programma elettorale.
Nella stessa sera ed in contemporane, il sindaco uscente, ma candidato a consigliere comunale in un’altra lista, ha offerto a tutta la città un ricco rinfresco nella tenuta di famiglia.
Non essendo votante in zona, ma semplice spettatrice e testimone della kermesse elettorale assai combattuta (6 candidati sindaco!) e delle passioni politiche altrui (tutti difendono o attaccano recisamente il candidato di proprio gusto o della parte avversa, e sul giornale il nipote dell’unica candidata donna stringe la mano all’avversario di costei…), seguo la situazione senza essere preda di passioni politiche e personali.
Il che aiuta nella valutazione della politica come fenomeno (nel senso di “ciò che appare”).
Ed allora comprendo che tutte le teorie platoniche e le filosofie filantropiche e sociali del positivismo vanno a farsi benedire, quando l’unica cosa che la massa segue – e i politici lo sanno bene –, è la filosofia del ventre (o la filosofia di Moana, a seconda delle occasioni).
Bisogna far leva sulle leve primitive, non sulla massa cerebrale degli individui.
Del resto perché agitarsi o stupirsi? Il metodo è in voga fin dall’antichità (panem et circensem, diceva Ovidio).
E mentre un altro candidato segue da lontano la situazione, ridendo sotto i baffi perché la piazza dell’avversario non è poi così gremita, non si accorge forse di essersi piantato vicino ad una sfilza di manifesti mortuari, che ricordano quanto la vita sia breve. Ma come diceva Pascal, l’uomo tende ad allontanare ed aggirare il pensiero della morte gettandosi nel lavoro, nel divertimento e nelle attività che gli fanno dimenticare la proprio miseria umana.
Del resto… la gente non ha voglia di pensare al dolore di Schopenhauer, all’angoscia di Heidegger, alla nausea di Sartre, alla brevità della vita predicata dai greci e dai latini. Il giorno va colto proprio perché breve. E se mi offrono un giro sul trenino, una pizza ed un concerto di piazza io ci vado eccome.E così, quella distinta ed attempata signora incontrata alla cassa del supermercato mentre si discute di questo, non esita ad affermare. “Guardi, l’unica cosa che conta è prendere! Una volta che offrono… Questi qui non offrono mai niente!”.

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