venerdì 8 maggio 2015

GLI ITALIANI CHE SCAPPANO A LONDRA...



(La Stampa) - Caro Sabadin, sono una ragazza di 26 anni e vivo in Italia. Unica, o quasi, fra i miei amici. Tanti, tantissimi di loro, hanno infatti deciso, per inseguire i sogni e le carriere più disparate, di salire su un aereo (low cost) e volare all’estero, quasi tutti in Inghilterra. Sono in buona compagnia, ovviamente, come sanno anche a Londra, tanto che l’anno scorso il sindaco Boris Johnson accolse Renzi con la frase «benvenuto nella sesta città italiana».  
Negli ultimi anni ho letto che sarebbero circa 100.000 gli italiani arrivati a Londra. E dati dell’ambasciata dicono che il 60% dei nuovi arrivi ha meno di 35 anni. Cosa vanno a fare? Di tutto, dal cameriere al ricercatore (professione che qui da noi è sempre più difficile fare). Volevo un suo parere, da conoscitore della Gran Bretagna. Quest’emigrazione italiana è in gran parte una moda, unita alla necessità di imparare l’inglese, o lassù le possibilità di crescita, formative e di vita sono davvero migliori? Grazie. 
Silvia Ceruti  
 
Cara Silvia, lo scorso anno circa 45 mila italiani si sono trasferiti in Gran Bretagna (ma principalmente a Londra) per cercare lavoro. L’incremento rispetto al 2013 è del 65%, ma rispetto a quattro anni fa è del 300%.  
La differenza con l’Italia? Non appena arrivati, e dopo avere preso un appuntamento telefonico con impiegati gentilissimi, possono richiedere e ottenere facilmente il National Insurance Number, una specie di codice fiscale senza il quale non è possibile trovare un lavoro. Da quel momento in avanti basta scorrere gli annunci online o andare in un’agenzia specializzata per trovare qualcosa nel giro di pochi giorni anche solo da Starbucks, Pret à manger o Eat. La paga è bassa, non ci sono né tredicesima né liquidazione, e i soldi guadagnati bastano appena per un minuscolo appartamento in Zona 3 o 4, e per l’abbonamento alla metropolitana. Ma chi è bravo viene premiato e aiutato a crescere dai suoi superiori, chi ha voglia di fare e intraprendenza trova rapidamente soluzioni migliori.  
All’inizio la situazione può essere molto pesante, ma vivere a Londra, una delle città più belle, libere e dinamiche del mondo, rende più sopportabili i sacrifici. Infatti quasi nessuno, dopo essere arrivato, vuole più tornare nell’imbalsamato e irrimediabile Paese dal quale è partito. 

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