(La Stampa) - Caro Sabadin, sono una ragazza di 26 anni e vivo in Italia.
Unica, o quasi, fra i miei amici. Tanti, tantissimi di loro, hanno
infatti deciso, per inseguire i sogni e le carriere più disparate, di
salire su un aereo (low cost) e volare all’estero, quasi tutti in
Inghilterra. Sono in buona compagnia, ovviamente, come sanno anche a
Londra, tanto che l’anno scorso il sindaco Boris Johnson accolse Renzi
con la frase «benvenuto nella sesta città italiana».
Negli ultimi anni ho letto che sarebbero circa 100.000 gli italiani
arrivati a Londra. E dati dell’ambasciata dicono che il 60% dei nuovi
arrivi ha meno di 35 anni. Cosa vanno a fare? Di tutto, dal cameriere al
ricercatore (professione che qui da noi è sempre più difficile fare).
Volevo un suo parere, da conoscitore della Gran Bretagna.
Quest’emigrazione italiana è in gran parte una moda, unita alla
necessità di imparare l’inglese, o lassù le possibilità di crescita,
formative e di vita sono davvero migliori? Grazie.
Silvia Ceruti
Cara Silvia, lo scorso anno circa 45 mila italiani si sono trasferiti
in Gran Bretagna (ma principalmente a Londra) per cercare lavoro.
L’incremento rispetto al 2013 è del 65%, ma rispetto a quattro anni fa è
del 300%.
La differenza con l’Italia? Non appena arrivati, e dopo avere preso
un appuntamento telefonico con impiegati gentilissimi, possono
richiedere e ottenere facilmente il National Insurance Number, una
specie di codice fiscale senza il quale non è possibile trovare un
lavoro. Da quel momento in avanti basta scorrere gli annunci online o
andare in un’agenzia specializzata per trovare qualcosa nel giro di
pochi giorni anche solo da Starbucks, Pret à manger o Eat. La paga è
bassa, non ci sono né tredicesima né liquidazione, e i soldi guadagnati
bastano appena per un minuscolo appartamento in Zona 3 o 4, e per
l’abbonamento alla metropolitana. Ma chi è bravo viene premiato e
aiutato a crescere dai suoi superiori, chi ha voglia di fare e
intraprendenza trova rapidamente soluzioni migliori.
All’inizio la situazione può essere molto pesante, ma vivere a
Londra, una delle città più belle, libere e dinamiche del mondo, rende
più sopportabili i sacrifici. Infatti quasi nessuno, dopo essere
arrivato, vuole più tornare nell’imbalsamato e irrimediabile Paese dal
quale è partito.
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