“Non fate la guerra, ma pane e olio.
Dopo l’amore, pane e olio”. Sul filo delle sensazioni gustative e uditive si
snoda la trama storica dello spettacolo teatrale “Pane e Olio”, messo in scena
dalla Solot di Benevento e contenente un invito di grande attualità: quello a non acquistare
olii di marche rinomate, in quanto misto di ‘olii comunitari’, bensì a servirsi
dai produttori locali, che sono una garanzia in termini di qualità e genuinità.
Perché l’olio è l’elemento fondamentale della dieta mediterranea, dal momento
che lo ingeriamo nei modi più disparati. Una sorta di pubblicità progresso,
che, al termine dello spettacolo, ha il suo debito riscontro in una
degustazione a base di fette di pane genuino cosparse con un filo d’olio, alle
quali è possibile aggiungere delle alici e del pomodorino ed accompagnare con
un buon bicchiere di vino locale.
Sul filo dell’ironia si medita sulla
storia e sugli usi di questo “re della cucina mediterranea”. Bravissimi gli
attori della Solot, Compagnia Stabile di Benevento: Michelangelo Fetto, Antonio
Intorcia e Massimo Pagano, che replicheranno al Mulino Pacifico, sempre dalle
18.30, i prossimi 6 e 7 giugno 2014.
L’olio deriva dalla pianta che è simbolo di pace e di
rinascita. Il pane e olio della dieta povera dei contadini diventa il must
dell’attuale cucina. L’ulivo è quella pianta portata dalla colomba a Noè, che
capisce che il diluvio universale è finito. Il tronco di ulivo è quello di cui
Ulisse si servirà per accecare Polifemo e fare ritorno in patria. Cristo è
l’”unto” dal Signore, in quanto nell’antico medioriente re, sacerdoti e profeti
venivano scelti e consacrati mediante l’unzione di oli aromatici. E, secondo la
leggenda, i tronchi di olivi, per non diventare legno della croce di Cristo, si
riempirono d’olio e si accartocciarono su sé stessi. Passando dal sacro al
profano, l’olio è l’ingrediente fondamentale per togliere il malocchio. L’olio
è fatica, alleviata dai canti della tradizione contadina.
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