mercoledì 28 dicembre 2011

GIORGIO BOCCA, LA CRISI DEL GIORNALISMO ITALIANO

"Per fare i giornalisti bisogna essere modesti".
"La vera ragione che mi ha spinto a fare il giornalista era capire cosa sono gli uomini. E difatti mi sono convinto che sono dei pazzi. La follia degli uomini è inguaribile. Ed è disperante vedere che non miglioreranno mai" (Giorgio Bocca)



(wikipedia.it) - Giorgio Valentino Bocca (Cuneo, 18 agosto 1920 – Milano, 25 dicembre 2011) è stato uno scrittore e giornalista italiano.
I suoi genitori erano insegnanti. Studiò alla facoltà di Giurisprudenza a Torino; si iscrisse al Gruppo Universitario Fascista (Guf), in cui divenne piuttosto noto a livello provinciale, anche per i suoi risultati nelle competizioni sciistiche, per cui ricevette la medaglia d'oro nel 1940 a Roma da Benito Mussolini. Allo scoppio della guerra, ormai ventenne, venne chiamato alle armi come allievo ufficiale nel Regio Esercito nel corpo degli Alpini. Nel giugno del 1940 partecipò alla Battaglia delle Alpi Occidentali insieme allo scrittore Mario Rigoni Stern, all'alpinista e maestro di sci Gigi Panei e alla guida alpina Renato Chabod. Il 4 agosto 1942 firmò un articolo sul settimanale "La Provincia Grande" nel quale imputava il disastro della guerra alla "congiura ebraica". Sotto le armi strinse amicizia con Benedetto Dalmastro, in contatto con Duccio Galimberti; insieme a queste due figure, fonderà dopo l'armistizio le formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.

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