mercoledì 9 dicembre 2020

LA SPOSA BAMBINA


(
Olnews) - Myriam é sicuramente una dei personaggi più discussi e celebrati della religione cristiana.

Di Lei si sa poco e nulla.
Gli scrittori dei Vangeli riconosciuti dalla Chiesa, ne parlano appena, quelli apocrifi ed i Protovangeli, offrono di Myriam un ritratto scarno d’informazioni.

Quello che é certo, é che fu data in sposa da bambina (10/12 anni) com’era consuetudine a quei tempi e in quei luoghi.
Si occupo’ di Lei un uomo anziano, vedovo e con figli, di nome Youssef.

Myriam rimase incinta.
La Chiesa afferma per opera dello Spirito Santo.
Altri ritengono Youssef il responsabile, altri ancora i figli di Youssef con i quali Myriam divideva la casa.

Nacque Joshua e Youssef dichiaro’ pubblicamente, per evitare problemi, d’esserne padre.
A quei tempi, l’adulterio era punito con la lapidazione.

La Chiesa, tramite il Papa Pio IX, sanci’ che Myriam fu “esente fin dalla sua nascita, dal peccato originale”.
Questo é il Dogma dell’Immacolata Concezione.
Non é assolutamente il “concepimento ed il parto” di Joshua che chiaramente avvenne secondo tutte le modalità naturali.

Pertanto la “verginità” di Myriam si riferisce a ben altra cosa e non alla rottura dell’imene in seguito a rapporti sessuali o al parto.
Pare che questo punto sia oscuro perfino a molti cristiani che confondono le “verginità” di cui si parla.

Ma l’8 dicembre, ricorrenza di questa verginità, dovrebbe ricordarci che l’usanza di dare in sposa bambine o ragazzine a persone anziane o comunque adulte, NON é scomparsa.

Ancora oggi, in una certa parte del Mondo, per fame, per consuetudine o per altro, molte bambine vengono vendute dai genitori ad uomini che acquistano “animaletti” come Montanelli definiva la sua “sposa” dodicenne.

Quindi sarebbe il caso di dedicare, domani, un pensiero a tutte quelle bambine che NON sono più Immacolate e che subiscono la violenza e lo stupro degli adulti e che, ancora ragazzine, partoriscono piccoli Yoshua nell’indifferenza generale.

Il dramma di Myriam si ripete senza che nessuno ne parli o le ponga sull’altare a testimonianza di un sacrificio bestiale.

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