venerdì 11 dicembre 2020

CENTINAIA DI SUORE ABUSATE DAI PRETI

A marzo del 2019, come ci ha raccontato la stessa Scaraffia, L’Osservatore Romano ha pubblicato una recensione di Religieuses abusées, l’autre scandale de l’église, un documentario francese realizzato da Eric Quintin, Marie-Pierre Raimbault e Elizabeth Drevillon. Nell’articolo, però, la giornalista Monica Mondo sosteneva “posizioni opposte” rispetto a quelle già espresse dal mensile il mese prima, definendo l’opera “priv[a] di spirito cristiano”. Questo articolo sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per Scaraffia e le sue collaboratrici, che a oggi continuano a ricevere molte testimonianze di suore vittime di abusi e sono ancora attivamente coinvolte in questa battaglia.

Lo stesso documentario è stato al centro di una serie di polemiche, dato che la testimonianza di una delle ex-suore è stata smentita dal Tribunale di Amburgo. Questa falsa denuncia, purtroppo, ha invalidato l’intero progetto, che tuttavia racconta una vicenda molto importante: la storia di Michelle France, abusata per 35 anni dal sacerdote francese padre Marie-Dominique Philippe, fondatore dell’organizzazione “Famille Saint-Jean”, che conta più di 800 adepti in 24 Paesi del mondo. Il credo di padre Philippe era fondato su una bizzarra teoria di sua invenzione chiamata “l’amour d’amitié” che, mischiando sessualità e spiritualità, giustificava i suoi abusi e quelli dei suoi discepoli. Il documentario si conclude con Marie France e altre donne vittime di abusi da parte dei prelati che nel 2018 vengono finalmente ricevute a porte chiuse da Papa Francesco. A causa della falsa denuncia, però, il tribunale ha ordinato la rimozione del filmato dal catalogo di ARTE – anche se la registrazione integrale in francese rimane disponibile su YouTube.
A oggi, la Santa Sede non ha preso alcun provvedimento, anche se a detta di Scaraffia “i dicasteri sono sommersi dalle denunce”. Il motivo è chiaro: “Non hanno nessuna intenzione di passare all’azione. Dal loro punto di vista, gli abusi sono semplici trasgressioni al voto di castità e, per giunta, violazioni condivise da entrambe le parti, dato che nella maggior parte dei casi le suore violentate sono maggiorenni. In questo caso, le violenze sono peccato, ma non vengono considerate come reati”.



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