martedì 24 novembre 2020

MILANO DA BERE, VIZI, MARCIO E CORONAVIRUS

La nota vicenda dell’imprenditore Alberto Genovese, guru di Facile.it, start up poi venduta nel 2014 ad altra azienda, accusato di avere stuprato una 18enne durante un festino a luci rosse a Milano, ha dato modo di scoperchiare una realtà fatta di festini, droga e prostituzione nella capitale economica d’Italia. Così nei giorni scorsi FanPage è andata ad intervistare alcune influencer disposte a raccontare il lato oscuro dei party milanesi.

Ne emerge un affresco notturno fatto di droga e prostituzione 2.0., con chat whatsapp segrete attraverso le quali si organizzano gli incontri e si reclutano le ragazze a pagamento e si sciorina tutto lo sballo possibile e immaginabile che ha per protagonisti uomini facoltosi e in vista che mai nessuno oserebbe nominare, anche perché capaci di cose al di là della portata di chiunque.

L’unico reportage sull’argomento mignotteria 2.0 è il recente libro di Maria Giovanna Maglie, dal titolo “Puttane. Il mestiere più antico del mondo ai tempi di Internet e del Covid”. Una miniera di informazioni per chi ne voglia sapere di più, anche se alcuni internauti, nel commentarlo, hanno sospettato che l’autrice abbia parlato di alcuni giornalisti e giornaliste della scena mediatica italiana.

Insomma, le influencer ascoltate, hanno detto che i festini milanesi si svolgono praticamente ogni notte e vanno avanti ad oltranza. È possibile parteciparvi attraverso contatti whatsapp dove finti agenti o altri personaggi oscuri offrono fino ai cinquemila euro a notte per una cena elegante ed inoltre offrono anche partecipazioni al Grande Fratello Vip. È molto difficile per una influencer, velina, letterina o chiunque altra muoversi in questo sottobosco frequentato da così tanti personaggi ambigui e pericolosi e più l’offerta è allettante e più c’è da stare attente.

Molte “influencer”, preoccupate di costruirsi una “reputazione” non dico da santa Maria Goretti ma da persone affidabili, sanno che bisogna stare molto alla larga da questi giri e selezionano con cura le loro serate. Certo, il sospetto che si insinua nella mente del commentatore medio di tali testimonianze, è che l’unico scopo di queste ragazze prestate all’immagine e al mondo dello spettacolo sia di realizzare allettanti guadagni facili lavorando poco e divertendosi pure.

Ma la cosa che spiazza è che a Milano ogni notte si ripetono queste scene. I luoghi dei divertimenti possono essere diversi e impensati: dentro una pizzeria, dietro una chiesa, in un anonimo locale. Una delle ragazze testimone dei festini dice che vicino alla stazione centrale si trova una piccola e anonima discesa che porta sotto il manto stradale, dentro un bunker nel quale tutte le notti si svolgono feste e festicciole di tal fatta. Il copione è sempre lo stesso: droga in quantità e bellissime ragazze reclutate per far divertire gli ospiti di turno, i quali, pagando, possono scegliersele con le caratteristiche fisiche che preferiscono: alte così, coi capelli così, con gli occhi così, con il seno così… Come se si fosse ad un supermercato della carne umana.

Ora, se assembramenti e festicciole hanno portato all’incremento del Coronavirus, basta fare due più due e spiegarsi alcuni dei motivi per cui Milano è in cima alla classifica di questa pandemia per morti e malati. Certo, non è solo colpa dei party viziosi di uomini laidi e di ragazze disponibili se la malattia ha preso a circolare così prepotentemente, ci sono altri fattori: gli spostamenti intensi, il pendolarismo inarrestabile, i traffici mondiali che attraversano la città, la densità abitativa ecc. ecc. ecc. Ma rispetto alla necessaria sobrietà dello stile di vita o, se volete e per non essere accusati di bigottismo, di ecologia comportamentale, soprattutto in questo momento storico così difficile per tutti, qualche domanda bisogna farsela, senza infingimenti e senza ipocrisie. Fermo restando che tutto il mondo è paese e che tali party sicuramente non si svolgono solo a Milano.

Pubblicato su Gli Stati Generali

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