Una ricerca sullo Stato di Edith Stein, la geniale filosofa che Husserl volle come sua assistente, atea fino ai 30 anni, poi convertitasi al cristianesimo e divenuta suora carmelitana, indaga struttura e funzioni dello Stato in un’ottica pluridisciplinare, in cui confluiscono storia, filosofia, giurisprudenza, psicologia, sociologia. Un testo originale e complesso, venutosi a sviluppare sul terreno della Fenomenologia. Proclamata santa e compatrona d’Europa, Edith Stein fu al centro di una affascinante vicenda spirituale, che la portò ad abbracciare il Cristianesimo, pur sentendosi e rimanendo figlia del popolo ebraico, dal quale proveniva. Edith Stein è una Santa intellettuale. La Santa e la filosofa del dialogo e dell’empatia. Conobbe gli orrori del Nazismo e fu uccisa in una camera a gas ad Auschwitz insieme alla sorella Rosa, anche lei convertita. Nella sua opera, qui analizzata insieme a molte notizie di contorno, è rimarcata nel senso più pregnante del termine l’idea di “sovranità” dello Stato. Ad essa fa da sfondo la coscienza di comunità, dell’appartenenza ad un popolo ed ai suoi valori. Senza questa coscienza non può neppure esservi sovranità, che è proprio quell’elemento che identifica lo Stato in maniera essenziale, propria e inconfondibile.
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