lunedì 25 marzo 2019

ADDIO A RAFI EITAN, L'UOMO CHE CATTURO' ADOLF EICHMANN




Il 23 marzo 2019 all’età di 92 anni si è spento Rafi Eitan, l’artefice della cattura di Adolf Eichmann, l’esponente delle SS responsabile della morte di milioni di Ebrei, il quale, fuggito in Argentina, fu qui catturato nel 1960 e quindi processato e condannato a morte per impiccagione, nel 1962.
La sua cattura fu possibile grazie all’azione dei leggendari servizi segreti israeliani (il Mossad), di cui Eitan era componente, anche se definirlo semplicemente una spia dell’intelligence israelita è piuttosto riduttivo, dal momento che egli fu molto di più. La sua scomparsa è stata salutata con cordoglio e con sentimenti di gratitudine dal popolo d’Israele. Un eroe, anche se non aveva nulla del fascino che l’immaginario collettivo attribuisce agli 007. Rafi Eitan era infatti un uomo minuto dal viso rotondo e dagli occhiali spessi, appena avvizzito dall’età e dall’apparenza finanche fragile. Eitan era la «master spy», la «spia delle spie» con all’attivo centinaia di operazioni portate a termine. La più famosa è stata quella di Eichmann. Lui, però, minimizzava. Diceva infatti: «è stata una delle più semplici. Magari fossero state tutte così: incroci un uomo per strada, gli metti una mano sulla spalla, gli placchi la testa, ed è fatta».
Rafi Eitan era mato a Ein Harold, un kibbutz a nord di Israele, da una famiglia di immigrati russi. Aveva frequentato la scuola agricola e per qualche tempo anche la London School of Economics. Aveva quindi aderito al Palmach, il movimento di Resistenza armata agli inglesi che nel 1948 diventerà l’esercito del neonato stato ebraico. Aveva partecipato ad un’operazione per liberare un gruppo di profughi ebrei sopravvissuti alla Shoah, che il governo inglese aveva fatto rinchiudere nel campo di raccolta di Atlit. Durante la Seconda Guerra Mondiale aveva partecipato ad una serie di operazioni legate all’immigrazione clandestina degli ebrei dall’Europa nella Palestina mandataria. Aveva poi combattuto nella guerra di Indipendenza d’Israele, nel 1947-48, rimanendo ferito.
Soldato, stratega, politico, ministro e consulente governativo, nonché uomo d’affari, Rafi Eitan poteva contare su un’intelligenza fuori dall’ordinario e su un formidabile intuito, sempre guidato, in tutte le sue operazioni, dal dovere morale di mantenere in sicurezza il popolo d’Israele. La cattura di Eichmann, alla fine, non era indispensabile alla sopravvivenza di Israele, ma era un dovere morale compierla, e Rafi Eitan sapeva di esserne capace. Insomma, un uomo eccezionale, mai desideroso della ribalta, che, anzi, ha sempre preferito rimanere nell’ombra di una normalità che era solo apparente.

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