venerdì 2 marzo 2018

DODICI RAGIONI PER STUDIARE LE DISCIPLINE UMANISTICHE A SCUOLA

DODICI RAGIONI PER LE QUALI SI DEVONO STUDIARE LE DISCIPLINE UMANISTICHE A SCUOLA 
Giuseppe Artusi, Tutor Coordinatore Scienze della Formazione Primaria, Università di Padova, risponde alla provocazione di Emma Bonino esponente di +Europa, che ha affermato che “la scuola è buona se prepara anche al lavoro, non solo allo sviluppo personale e intellettuale”. Da qui il monito:
Uno. Il compito della scuola è formare persone, non lavoratori, il che significa innanzitutto avere consapevolezza dei sentimenti, della natura e del significato delle emozioni: nostre e altrui. Significa conoscere noi stessi, e gli altri. Gli altri, e noi: cioè l’insieme delle persone con le quali passiamo l’intero tempo della nostra vita.
Due. Una versione di greco, un testo di filosofia, una poesia, un brano di letteratura inglese, non sono uno sterile esercizio meccanico, del tutto privo di utilità pratica: sono attività che ti costringono a pensare, a interrogarti; che ti sfidano a comprenderli per dare una tua interpretazione sensata, e che per questo ti obbligano a crearti un tuo metodo di studio. E quando te lo sei creato, con quello puoi affrontare qualunque testo, qualunque manuale, qualunque legge scientifica, qualunque problema teorico e pratico, con la certezza che li affronterai con capacità di comprensione, di riflessione e con responsabilità.
Tre. Filosofia, greco, latino, teatro, letteratura e poesia, lingue straniere, storia, musica, storia dell’arte…: sono queste le discipline che ci insegnano a pensare. E pensare significa capire ciò che è, ciò che succede: significa saper discernere e scegliere. Capire il presente e immaginare il futuro, che poi è il posto nel quale passeremo il resto della nostra vita.
Quattro. La scienza è l’arte dell’immaginare le ragioni per le quali il reale è come è: il vero scienziato è colui che disegna scenari possibili. Se gli scienziati non avessero immaginazione, curiosità e fantasia, la scienza non avrebbe mosso un passo in avanti in tutta la sua esistenza; semplicemente non sarebbe esistita. I padri della scienza – Aristotele, Bacone, Cartesio, Galileo, Darwin, Freud, Einstein, Bertrand Russell… – furono tutti filosofi.
Cinque. La scienza e la tecnologia che impari a scuola o all’Università, saranno già obsolete nel momento in cui entrerai nel mondo del lavoro. Devi essere preparato ad andare oltre ciò che sai, a sostituirlo con nuove conoscenze, nuove metodologie; ad essere elastico, ricettivo, aperto e immaginifico. Le discipline umanistiche non insegnano il mondo come è: insegnano a impararlo. Se sai imparare, puoi imparare qualunque lavoro, in qualunque momento della tua vita.
Sei. Un lavoro lo impari davvero al lavoro. Il bello, il giusto, la capacità di discutere, di motivare le tue opinioni e di rispettare quelle altrui, quelli puoi impararli davvero solo a scuola.
Sette. Un bue, un trattore, un computer svolgono il loro compito immensamente meglio di un uomo. Ma un uomo sa fare una cosa che un bue, un trattore e un computer non possono fare: pensare a come migliorare il lavoro di un bue, di un trattore e di un computer. La scuola non deve produrre uomini buoi, uomini trattori o uomini computer, cioè individui che devono svolgere un compito: deve formare uomini capaci di pensare.
Otto. Solo un ingegnere sa costruire un’auto, ma solo se ha studiato arte sa costruire un’auto bella e ti sa spiegare e far capire perché è bella. I grandi progettisti hanno studiato arte e design.
Nove. Un uomo si realizza innanzitutto e perlopiù nel lavoro. Un tecnico che possa svolgere il suo lavoro con competenza sarà un uomo realizzato. Un tecnico che possa svolgere il suo lavoro con competenza e che sappia riconoscere il valore della cultura, dell’arte e del bello sarà un uomo felice.
Dieci. Se non leggi, non sai scrivere. Se non sai scrivere, non sai parlare. Se non sai parlare, non sai pensare. Se non sai pensare, non sai capire. Se non sai capire, non sarai mai un buon tecnico.
Undici. Fabiola Gianotti, direttrice del CERN – il più importante centro di ricerca scientifica d’Europa – si è diplomata al Liceo Classico e riconosce a quella formazione il merito fondamentale del suo successo.
Dodici. Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.


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