Mentre a Milano spopola una mostra del grande pittore veneziano, famoso per il quadro "Il bacio", considerato un po' l'emblema del Romanticismo (la mostra chiuderà il 21 febbraio), si scopre che Francesco Hayez era un gran donnaiolo, che nella sua vita trattò le donne come oggetti e fece soffrire le pene dell'inferno alla sua povera moglie, che sopportò con dignità tutte le umiliazioni che lui le infliggeva.
Hayez proveniva da una famiglia molto povera. Il padre, Giovanni, era un povero pescatore di origini francesci. Sua madre, non avendo di che sfamarlo, lo abbandonò a cinque anni, per cui lui fu "adottato" da una zia (sorella della madre), che, avendo sposato l'antiquario genovese Francesco Binasco, non se la passava male. Il distacco per il piccolo Hayez fu lacerante e destinato ad influenzare i suoi futuri rapporti con le donne. Intanto, le sue doti artistiche venivano notate dallo zio, che gli faceva frequentare le più importanti scuole d'arte veneziane. Dopodiché, avendo vinto un concorso, il giovane passava a Roma, dove il grande scultore neoclassico Antonio Canova lo prendeva sotto la sua ala protettrice. Da quel momento Hayez, introdotto nei salotti dell'alta società romana, inizia la sua vita libertina che gli fece scrivere nelle sue memorie: "Chi mi vedeva nel mio studio e poi in compagnia avrebbe trovato due uomini diversi". Iniziò ad avere storie e amanti molto giovani, fino alla morte sopraggiunta nel 1882, a 91 anni. Una volta Hayez rischiò di essere ucciso dal marito di una donna con cui aveva avuto una relazione, ma per sua fortuna egli fu solo ferito e così Canova gli consigliò di sparire da Roma per un po' e rifugiarsi a Firenze. Al suo rientro nella Capitale, Hayez conosce la donna destinata a diventare sua moglie, Vincenza Scaccia, di ottima famiglia borghese. In questa donna quieta e remissiva, Hayez vide forse la madre paziente che avrebbe voluto avere, e che compensava la sua impulsività. Le sue avventure galanti continuavano, senza ritegno. Spostatosi con la moglie a Milano (dopo una parentesi veneziana), Hayez esplose in tutta la sua grandezza. Frequentò Manzoni, Rossini, Verdi. Conobbe Carolina Zucchi, la sua amante per eccellenza, bella, passionale, di famiglia borghese ricca e colta. Per Carolina lui perse la testa, intrecciando con lei una relazione disinibita e sfrenata. Carolina era stata prima sua modella (in genere con questo sistema Hayez seduceva le sue amanti), e così, lui la circuì mentre lei posava. A testimoniare l'alta dose di erotismo che contraddistinse questo amore vi sono molti disegni del pittore veneto, di carattere piuttosto esplicito, in cui lui e lei posano insieme. La relazione fu decennale. L'amicizia durò fino alla scomparsa di lei. La moglie, Vincenza Scaccia, morì nel 1869, procurando un grande dolore ad Hayez. Il quale, però, ben presto riprese la sua vita libertina. Aveva ottant'anni e si legò ad una trentenne, Angela Rossi. Per evitare lo scandalo decise addirittura di adottarla. Fu la sua ultima donna ufficiale. L'amore tra i due era anche fisico. Lui la rappresentò in un quadro in atteggiamento estremamente sensuale
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