«Faccio riferimento all’articolo di Gramellini, dalla rubrica
“Buongiorno - L’arte di convivere” apparso su la Stampa di venerdi 13
novembre. Sono assolutamente d’accordo col vicedirettore, a parte un
punto: i cristiani, salvo pochissime eccezioni, non possono entrare
nelle moschee, perché considerati infedeli ed impuri. Il sottoscritto ha
vissuto, per motivi di lavoro, oltre 4 anni in Algeria, più di 10 anni
in Marocco, 2 anni in Turchia ed è stato spesso in Tunisia, in Egitto,
in Iran e nella Penisola araba, Yemen compreso. In tutti questi paesi,
la reciprocità non l’ho praticamente mai riscontrata.
«Su questo punto occorre essere, a mio avviso, molto chiari, se i
figli degli stranieri non vogliono, o i loro parenti non li lasciano
entrare a visitare i monumenti della nostra civiltà, i nostri figli non
debbono patire le conseguenze, anzi... dovremmo loro spiegare perché, da
noi, tutti possono entrare in chiesa e, nei loro paesi, solo i
musulmani possono, salvo pochissime eccezioni, entrare nelle moschee».
Bruno De Mori
Nessun commento:
Posta un commento