domenica 28 aprile 2013

TWITTERATE E COLPI DI PISTOLA

Non abbiamo fatto in tempo, stamattina, ad aprire il quotidiano ed a visionare le facce dei politici che compongono la nuova squadra di governo (una gestazione durata due mesi e due giorni), che, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia, rimbalzata in tutte le tv del mondo, del disoccupato 46enne di Rosarno che ha sparato in direzione dei politici andati a prestare giuramento, ferendo in modo grave due carabinieri. Poi ti siedi ed apri finalmente il giornale, e leggi della marea di twitterate e messaggini telefonici partiti o arrivati da ciascuno dei nuovi politici, e allora ti chiedi dove, effettivamente, sia andata a finire la capacità di ascolto che ha provocato il tragico scollamento del 'palazzo' dalla gente comune. Quella che arranca per arrivare a fine mese. Quella composta da pensionati che ormai rovistano nei bidoni della spazzatura o di gente incensurata che ruba nei supermercati per mangiare. Quella di chi lavora onestamente per mille euro al mese. Quella che vivacchia con ottocento euro al mese. Distanze siderali da loro, i politici, che a casa portano uno stipendiuccio di venti-quarantamila euro al mese e che si sollazzano con gli sproloqui digitali.
Poi, apri Internet, e, a poche ore di distanza dalla prima tragedia, leggi la seconda tragedia, quella del disoccupato 54enne di Forlì che si dà fuoco davanti a Montecitorio.
E non puoi fare a meno di pensare che dolorosamente, tragicamente, i poveracci e i disgraziati sono destinati a rimetterci ed a pagare per i peccati altrui. Peccati che si chiamano boria, ingordigia, vanagloria, avidità, narcisismo, autoreferenzialità.

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