A Benevento e provincia se la ricordano tutti. Me la ricordo anche io. Nel capoluogo sannita camminava sempre scalza con una povera veste ed un rosario che sgranava lungo la strada. Bettina Tozzi, morta a 64 anni, è una figura soave, penitente, silenziosa, discreta, luminosa, orante, ma soprattutto umile, che fa parte della storia di questa terra. Monsignore Pasquale Maria Mainolfi, parroco della chiesa di San Gennaro a Benevento, l'ha riscoperta attraverso una recente biografia dal titolo "Follie d'amore a piedi nudi". Bettina, originaria di Reino, piccolo paese del beneventano, si è spenta anni fa a 64 anni. Nata da famiglia benestante che avrebbe desiderato per lei una carriera da insegnante, ha invece seguito la propria missione di vivere la fede in modo eroico. Ritenendosi sempre una persona normale, senza sapere di essere invece eccezionale. Come lei stessa confessava a don Pasquale, tutti l'hanno ostacolata: parenti, amici, preti, suore. Attratta fortemente dal Signore, diceva di essere stata per lunghi anni istruita e guidata da lui. Ha preferito una vita nomade, perennemente in cammino tra una chiesa e l'altra, dove si dedicava ad intense ore di preghiera, di povertà e di condivisione della sofferenza, andando tutti i giorni ad imboccare, ad aiutare e a pregare per gli ammalati dell'Ospedale "Rummo". Sempre radiosa, sempre sorridente, riponeva una fede illimitata in Dio. Quando le si offrivano di darle un passaggio in automobile lei rifiutava sempre con garbo estremo.
Le sono attribuiti alcuni miracoli ed una guarigione. Ha avuto esperienze mistiche e tentazioni demoniache (che volevano distoglierla dal suo cammino di fede), raccontate da don Pasquale nel suo libro.
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