lunedì 13 aprile 2009

LA FEDE: SUPERARE IL LIMITE

Il Signore protegge i forestieri, sostiene l’orfano e la vedova (SI 146, 9)

Un bel documentario trasmesso la sera di Pasqua su RaiDue all’interno di Voyager (una delle poche trasmissioni utili della Tv italiana), ha mostrato le più grandi figure di uomini di fede della storia. Abramo, Mosè, Salomone. Figure con i loro limiti oggettivi di uomini, i quali hanno però in comune una fede smisurata nella parola e nei piani di Dio. Abramo ne ascolta la voce, lascia la casa del padre perché Dio gli dice che da lui discenderanno le popolazioni di tutta la terra. Lui va, si incammina in giro per il mondo, a 90 anni concepisce un figlio –Isacco– dalla sterile moglie Sara. E quando Dio gli chiede di sacrificarlo, Abramo non esita a seguire questo comando, pur nella sconfinata drammaticità del momento, combattuto com’è tra l’amore paterno e l’obbedienza all’Altissimo. Dio lo ricompensa per la sua fede, fermandolo prima che Abramo trafigga con un coltello il figlio. Così gli fa capire che Lui non chiede sacrifici (com’era convinzione ampiamente diffusa nella cultura e nella religione del tempo di Abramo), ma solo la fede.
Mosè, invece, benché sia un uomo con difficoltà di parola, riesce a liberare il popolo ebraico dalla lunga schiavitù sotto gli egizi ed a condurli alla propria terra, dopo il miracolo dell’apertura delle acque del mar Rosso.
In entrambi i casi, Dio sceglie uomini con limiti oggettivi. Il motivo di questo, a mio parere, è duplice. Il primo è che a Dio niente è impossibile e la sua potenza si esplica anche e in presenza di limiti oggettivi. Il secondo mi pare di ravvisarlo nel fatto che l’uomo riesce a compiere le imprese più grandi quando capisce che può superare i suoi limiti. Che i limiti ci sono, ma sono lì apposta per essere superati. E chi può superarli? Solo i campioni, o, appunto, gli uomini di fede. Poi, superato il limite (come una sorta di movimento dialettico di sapore fichtiano), i miracoli accadono da soli.
Chiunque ha sperimentato questo almeno una volta nella sua vita.
Lo sperimenta, soprattutto, quando ama. Quando si spoglia dell’egoismo. Quando non conserva, trattiene per sé, inutilmente, ma dona, espande, irradia fuori l’amore e quindi la forza che ognuno ha in sé
E’ il messaggio più grande che può venire da questa Pasqua di Resurrezione: il potere è in noi. Ed in Qualcuno di più grande che ha fiducia in noi.
Questo messaggio lo giro alle popolazioni abruzzesi, drammaticamente colpite dal terremoto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

imparato molto

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