venerdì 9 agosto 2024

CHIE ERA ISABELLE COLONNA?


(Memorie di Roma) - Dove la Principessa Isabelle Colonna riceveva la Regina Elisabetta....

A Palazzo Colonna, uno dei palazzi patrizi più maestosi del mondo, dove si apre una galleria che non ha nulla da invidiare ai grandiosi saloni di Versailles, i Principi Colonna conservano l’ appartamento della Principessa Isabelle esattamente com’ era quando lei era ancora in vita.
Qui è possibile ritrovare la stessa atmosfera raccolta, la stessa cura nei dettagli e l’ attenzione a non spostare le foto di famiglia, accanto alla celebre collezione che raccoglie ben trentasette vedute di Vanvitelli.
E non è l’ unico primato di questi ambienti, che si trovano nel piano terreno del palazzo sorto sulle fondamenta dell’ antico Tempio di Serapide.
Isabelle Colonna, (Beirut 1889 - Roma 1984) nata Sursock, famiglia di origine bizantina stabilitasi in Libano dal diciassettesimo secolo, si innamorò del Principe Marcantonio, che la portò in Italia, dove seppe inserirsi con successo nella società romana.
“Gran dama di corte, intelligente, colta, conservatrice nel senso più puro e coerente, dopo la caduta della monarchia si era trovata a sostituire Maria Josè come “regina supplente “, offrendo ricevimenti regali, cui erano ammesse unicamente teste coronate e fra i borghesi soltanto finanzieri e banchieri, purché, ovviamente, non fossero divorziati. Ospitò anche la regina Elisabetta II".
L'impronta della Principessa Isabelle, è particolarmente evidente nel suo appartamento rinascimentale al piano terreno, che ha abitato oltre 70 anni e che oggi è a lei dedicato.
Negli ultimi anni di vita il suo appartamento si era trasformato in uno scrigno di tesori, che amava mostrare soltanto agli amici più intimi.
Uno dei pezzi più rari è l’ orologio notturno dipinto, custodito tra due bauli all’antica nella Sala della Fontana:
all’ interno un meccanismo silenzioso muove i numeri retro-illuminati da una candela.
Solo un altro dei tanti tesori nascosti in questa dimora, che rivela come spesso si possa convivere tranquillamente a contatto con assoluti capolavori.
Fonte COSTANTINO D’ORAZIO



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