Il più noto e importante storico contemporaneo dell’Irpinia è
Francesco Scandone, nato a Montella il 12 novembre 1868 da una famiglia di
piccoli proprietari terrieri. Dopo gli studi privati presso uno zio sacerdote,
Giuseppe Schiavo, si iscrisse al Liceo Classico “Pietro Colletta” di Avellino.
Si laureò alla “Federico II” di Napoli discutendo una tesi sulla storia di
Avallino longobarda (1893). Per tutta la vita si dedicò all’insegnamento (prima
a Gallipoli, poi al Liceo “Antonio Genovesi” di Napoli, a Cassino, di nuovo a
Napoli, a Palermo ed infine di nuovo a Napoli) ed alla ricerca storica,
setacciando gli archivi storici, e dando così alle stampe ben 74 opere, in gran
parte dedicate ad Avellino ed ai paesi dell’Irpinia. Ad oggi, esse
rappresentano l’unica fonte storica per questo territorio dopo il terremoto del
23 novembre 1980. L’abitudine alla frequentazione di biblioteche e archivi
risale agli anni dell’Università, quando l’ex Colonnello della Guardia
Nazionale Scipione Capone, distintosi nella lotta contro il brigantaggio, gli
mise a disposizione la propria biblioteca di trentamila volumi, che avrebbero
poi costituito il nucleo fondante della Biblioteca Provinciale di Avellino.
Scandone fu anche paleontografo e, dal 1926, preside presso
il Liceo “Tommaso di Savoia” di Santa Maria Capua Vetere, poi al “Vico” di
Napoli ed infine al Liceo-Ginnasio “Mario Pagano” di Capobasso, dove restò fino
alla pensione. Proprio a Campobasso nel 1932 ebbe modo di conoscere Benedetto
Croce, che ne ammirò la sterminata cultura. Nel 1933 fu collocato a riposo e tornò
a Napoli, dove si dedicò all’insegnamento per altri dieci anni in vari istituti
superiori. Fu membro dell’Accademia Pontaniana, presieduta proprio da Benedetto
Croce. Ebbe la cittadinanza onoraria di Avellino e quella di Roccasecca, che
egli aveva dimostrato essere il vero luogo di nascita di San Tommaso d’Aquino.
Si spense quasi novantenne nella sua casa di Napoli, il 13
gennaio 1957, dopo una vita operosa ed integerrima. È impossibile elencare
tutte le sue opere, ma ci limitiamo a citare l’importante Documenti per la storia dei comuni dell'Irpinia,
del 1957. Il giornalista sportivo Felice
Scandone era suo figlio.
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