Nello spazio di breve tempo l'uno dall'altro sono andati via tre protagonisti della scena culturale italiana: il regista romano Ugo Gregoretti, lo scrittore siciliano Andrea Camilleri e l'ingegnere-scrittore-regista napoletano Luciano De Crescenzo.
Volti e vite troppo note perché vengano raccontate ancora nell'ambito di questo blog.
Tre protagonisti della cultura italiana a cavallo tra il XX e XXI secolo. Morti tutti novantenni. Vuoi vedere che la cultura allunga la vita?
Con loro se ne vanno tre immense personalità, appartenenti ad una generazione di uomini colti, forti, signorili. Che con passione, lavoro, talento, tanto hanno prodotto e tanto hanno dato all'Italia. Attirandosi, non poche volte, feroci invidie e sospetti.
E' il destino dei grandi.
Non sapevano cosa fossero i selfie e cosa fossero gli "influencer". Non invadevano la scena televisiva e mediatica in genere con la loro presenza.
Quando la "società liquida" non aveva ancora prodotto immagini, testi, foto, video e quant'altro, risucchiato nel gorgo mediatico con la stessa febbrile voracità con cui tutte queste cose sono state prodotte, questi uomini appartenenti ad una generazione lontana da quella attuale ha dato vita a parole, libri, trasmissioni, canzoni e film che ormai sono entrati nel patrimonio culturale.
Di tutta questa truppa di influencer e dei loro selfie non sappiamo cosa rimarrà. E' facile prevederlo.
Di tre grandi uomini, tre intellettuali e artisti di razza, resta oggi il loro esempio ed i loro preziosi insegnamenti.
Nella foto di Giovanni De Noia, Luciano De Crescenzo ospite al Circolo Fotografico Sannita
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