venerdì 6 aprile 2018

MAFALDA CARUSO, STORIA DI UN'INTELLETTUALE IRPINA

In una edicola/libreria di Dentecane, graziosa frazione di Pietradefusi (AV), mi sono procurata il libro di MAFALDA CARUSO "Monografia del Comune di Pietradefusi", opera del 1936 e ristampato nel 2004 dal Corriere Quotidiano dell'Irpinia.
Mafalda Caruso era una giovane intellettuale irpina (Grottaminarda, 1911 - Avellino, 1943), scomparsa tragicamente, a soli 31 anni, nel corso dei bombardamenti aerei del settembre 1943.
Il padre, carabiniere, era solito spostarsi con la famiglia laddove il servizio lo richiedesse, per cui la giovane Mafalda dimorò presso la sorella a Dentecane, per studiare presso il prestigioso Liceo Classico "Emilio Pascucci". L'illustre giureconsulto Dionisio Pascucci, ben prima dell'unità d'Italia, volle una scuola nel borgo irpino, che mise a disposizione della collettività e che dedicò alla memoria del figlio, Emilio, scomparso nel fiore degli anni (un dispiacere che lo condusse alla morte).
La Caruso si sentì parte della comunità di Pietradefusi e volle dare il suo personale contributo alla conoscenza della sua storia. Il libro si presenta scritto in modo chiaro ed accattivante, con numerosi cenni sulla storia del paese, profili biografici di personaggi illustri ed una sezione finale dedicata ai ritrovamenti archeologici.
Laureatasi in Lettere, Mafalda Caruso cominciò ad insegnare prima nel suo paese di adozione, poi ad Avellino. Durante i bombardamenti di cui si è detto, morì mentre cercava riparo tra la Chiesa del SS. Rosario e la Villa Comunale. Il suo corpo, orrendamente straziato, fu riconosciuto a fatica dai familiari.
Dopo avere degustato i fantastici torroncini di Dentecane, apprezzato quello che offre un Liceo all'avanguardia e visitato la Chiesa di San Paolo, il mio giro è proseguito verso Venticano. Altro grazioso paese di cui ho apprezzato il decoro, la pulizia, l'aspetto nobile, il cielo aperto e la disposizione strutturale. Un'Irpinia fatta di storie complesse, di isole di profonda spiritualità, di paesaggi mozzafiato.
Poi ho chiesto dei materiali turistici in giro, un po' in tutti i paesi e paesini di questa parte di Irpinia, che si snoda scendendo dalla montagna di Montefusco, alta e fiera sul comprensorio circostante, a guardia di ben tre regioni italiane.

E purtroppo molti mi hanno detto che questi graziosi ed appetibili luoghi, così belli da vedere e con tante cose da offrire, scontano un ritardo atavico nella promozione delle loro bellezze.
Non siamo in Umbria, né in Trentino, ma magari abbiamo cose più belle che non sono conosciute perché mancano piani turistici adeguati. Così, la struggente bellezza dell'Irpinia, resta ancora un gioiello nascosto dal valore inestimabile, perché non sa parlare di se stessa.

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