11 settembre, Clinton abbandona la cerimonia. “Dovuto al caldo, adesso sta meglio”
(La Stampa) - Hillary Clinton ha accusato un malore durante la cerimonia per l’anniversario dell’11 settembre a Ground Zero. In alcune immagini diffuse da Fox News si vede la candidata democratica che si allontana dal luogo della cerimonia camminando lentamente e appoggiata a una persona. Non è chiaro se quest’ultima la stesse sorreggendo o meno. Il reporter della Fox presente a Ground Zero citando alcune fonti parla di “medical problems”.
11 settembre 2001, 15 anni dopo chi ha capito la verità sugli attacchi?
(Il Fatto Quotidiano) - Dei 19 dirottatori dell’11 settembre nessuno era afgano o iracheno, ben 15 erano sauditi eppure gli Usa, legati economicamente all’Arabia Saudita,
non fecero alcuna rimostranza verso questo regime a cui anche il nostro
Paese vende armi; armi che di recente sono usate nel conflitto in Yemen
che ha già ucciso 4000 persone.
Non è mia intenzione avanzare ipotesi su chi sia stato e perché fu
effettuato l’attacco dell’11 settembre. Una mia convinzione è che nel
mondo non si muove una foglia se non ne sono a conoscenza preventivamente i servizi segreti Usa.
A maggior ragione credo che sia impossibile che non ci fosse
consapevolezza che fosse in programma un attentato di tale portata sul
suolo americano. Sta di fatto che dopo quel terribile attentato in cui
morirono 2974 persone il governo di George Bush ebbe un pretesto
perfetto per proseguire il piano fissato nel 1990 di destabilizzare e
poi controllare le fonti energetiche del Medio Oriente. Dopo il nemico comunista ne serviva subito un altro per giustificare gli ingenti fondi all’ipertrofica macchina bellica. Bin Laden ritenuto responsabile degli attentati era lo stesso combattente che, insieme a tanti jihadisti, fu definito da Ronald Reagan
“Combattente per la libertà” allorquando la guerra santa fu armata e
finanziata dagli Usa per fermare l’avanzata sovietica in Afghanistan.
Bin Laden fu, secondo la versione governativa, ucciso il 2 maggio del 2011 durante un intervento di forze speciali denominato Operation Neptune Spear. Osama Bin Laden si nascondeva in un compound di Abbottabad in Pakistan,
nell’assalto fu ucciso lo sceicco saudita suo figlio e altri tre
abitanti della casa. Il corpo di Bin Laden fu portato via e gettato
nell’oceano. L’uccisione di Bin Laden può essere equiparata a un
raid malavitoso, non di certo a un’operazione compiuta da un governo che si reputa il faro della democrazia
mondiale. Bin Laden era disarmato e persino i nazisti dopo il secondo
conflitto mondiale ebbero diritto a un processo.
Ma oggi a 15 anni di distanza da quel terribile giorno in quanti
hanno capito la correlazione con la politica estera Usa? Quanti sono
davvero a conoscenza delle atrocità commesse dalla macchina bellica statunitense?
In quanti hanno davvero compreso che la democrazia Usa in realtà è
un’oligarchia composta da grumi di potere che fissano una politica
estera aggressiva che continua a mettere a repentaglio la sicurezza dei
più per tutelare i propri interessi?
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