venerdì 16 settembre 2016

ADELPERGA, LA PRINCIPESSA CHE CAMBIO' SALERNO

Con Adelperga, sposa del re Arechi, iniziò la svolta. E il centro raggiunse sfarzo e splendore 




(La città di Salerno) - Quanti sono i salernitani, che attraversato il largo di San Pietro a Corte, imboccata la stretta via che lambisce l’antico palazzo Fruscione con le sue splendide polifore intrecciate e sollevato lo sguardo al nome della via, non hanno la stessa reazione di don Abbondio al nome di Carneade? Quanti si chiederanno: “Adelperga, chi era costei?” Eppure la principessa longobarda ha avuto una ruolo fondamentale nella storia della città. Figlia di Desiderio e quindi sorella della manzoniana Ermengarda, nacque a Pavia dove ricevette una educazione molto sofisticata, sotto la guida di Paolo Diacono, uno dei più importanti intellettuali del tempo. Sposò, in giovane età, Arechi II, duca di Benevento e pertanto signore di quasi tutta l’Italia meridionale, Salerno inclusa. Pochi anni dopo, Carlo Magno, divenuto padrone dell’intero regno dei Franchi, lasciato da suo padre, Pipino il breve a lui ed al fratello Carlomanno, ripudiò la sorella di Adelperga e sotto la spinta di papa Adriano I mosse contro la Longobardia maior ed il suo sovrano Desiderio. Lo sconfisse alle Chiuse d’Italia, sembra grazie a un tradimento e ne espugnò Pavia, capitale del regno. A novembre del 774, Arechi e Adelperga, onde affermare più fortemente la loro autonomia, decisero di proclamarsi principi di Benevento, con una grande cerimonia in cui Arechi indossava uno sfarzoso manto di porpora e oro, mentre Adelperga ne sfoggiava uno azzurro orlato d’argento. Arechi si dichiarò Princeps Longobardorum et Dux Sannitorum e aprì le porte per accogliere tutti i profughi del regno del nord. Contemporaneamente, essendo Benevento troppo facilmente accessibile, attraverso la via Appia in caso di attacco dell’esercito franco, decise, d’accordo con Adelperga, di spostare la capitale a Salerno. Essa stretta tra i monti e il mare era facilmente difendibile. Appariva bella come una perla in un’ostrica ruvida e spigolosa. Era un piccolo centro piuttosto squallido, con le case tutte in legno. La vita era essenzialmente rurale e marittima e si svolgeva nelle corti delle sue misere case. Si mise mano al restauro della antica cinta muraria bizantina compresa la turris maior, il castello che ancora vediamo svettare sul monte Bonadies.
La città rifiorì e la principessa, memore dei suoi studi alla corte di Pavia favorì la nascita del culto della Medicina attraverso le ricerche dei primi docti viri e delle doctae mulieres. La corte raggiunse uno splendore e uno sfarzo per cui lo stesso Arechi ebbe ad affermare che la sua reggia era colma di ricchezze, “di gioielli e metalli preziosi, di suppellettili tirie, portate dagli Indi, dai Cretesi, dai molli Arabi ed Etiopi dalla nera pelle e vesti e drappi prodotti dai Seri.” Un alone di gloria circondò la plaga salernitana.
I principi favorirono uno scambio intenso anche con la campagna circostante dove sorsero proprietà laiche e religiose, produttrici delle derrate portate al mercato. L’accesso al mare permise l’incremento dei traffici marittimi. Salerno fu abbellita di edifici pubblici civili e religiosi. Oltre al Palatium sorse la cattedrale dedicata a S. Maria Dei Genitrix ed il monastero di San Benedetto da cui si diffuse una cultura che ebbe vasta risonanza in tutta la penisola. Da quei monaci ebbe impulso la nascita della Scuola medica salernitana. La parabola del Principato sembrava aver raggiunto il suo culmine, ma nel luglio del 787, moriva Romualdo, il primogenito, mentre il secondogenito Grimoaldo era ancora ostaggio di Carlo Magno, già dal 780, quando Arechi per fermare l’aggressione dei Franchi aveva dovuto giurare fedeltà al loro re Carlo. Arechi non riuscì a sopravvivere al figlio e nell’agosto dello stesso anno scese anche lui nella tomba. L’onere del governo cadde sulle spalle di Adelperga. Era prostrata dal dolore, ma con enorme sforzo riuscì a placare il cuore e a dare impulso alla volontà. Il suo carattere forte, la nobiltà della nascita e la fama della sua sapienza le permisero di reggere il Principato in un momento difficilissimo, stretto com’era tra le forze dei Bizantini dei i Franchi e del Papato. Lottò per più di un anno, infine ottenne da Carlo la restituzione di Grimoaldo. Si impose come grande sovrana agli occhi dei suoi sudditi, e a quelli del mondo intero. Tornato a Salerno nel maggio del 788, Grimoaldo dovette mantenere un difficile equilibrio tra l’ossequio a Carlo e la propria autonomia. Adelperga, si concentrò nel dare nuovo impulso allo studio affinché Salerno raggiungesse una posizione eminente nel campo della medicina. Arricchì la città di rari testi acquistati a Costantinopoli, il più importante mercato librario del tempo. Creò nei pressi del Palatium il convento femminile di San Giorgio con una ricca biblioteca e l’armarium pigmentorum. Con le monache avevano frequenti
contatti le mulieres salernitanae. Diede nuovo impulso all’Hortus magnum attraverso i monaci di San Benedetto. Nell’anno 806 morì anche il figlio Grimoaldo, cui Adelperga non sopravvisse a lungo. Il trono andò al tesoriere di Grimoaldo detto Storesayz.

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giovedì 15 settembre 2016

PREPARARE I FIGLI ALLA PROPRIA VOCAZIONE

Quello che deve starci a cuore, nell'educazione, è che nei nostri figli non venga mai meno l'amore per la vita, né oppresso dalla paura di vivere, ma semplicemente in stato d'attesa, intento a preparare se stesso alla propria vocazione. E che cos'è la vocazione di un essere umano, se non la più alta espressione del suo amore per la vita?

(Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, pubblicato originariamente su "Nuovi Argomenti" nel 1960)


http://www.interruzioni.com/ginzburgscuola.htm


mercoledì 14 settembre 2016

INVITARE LA FORTUNA

Il metodo segreto per invitare la fortuna
La meravigliosa medicina per ogni malanno
Solo per oggi:

Non ti arrabbiare
Non ti preoccupare
Sii riconoscente
Lavora duro (per migliorare te stesso)
Sii gentile con gli altri


(Preghiera Reiki)

martedì 13 settembre 2016

C'ERA PERO' UNA COSA D'AMMIREVOLE NEL REGNO DEI LONGOBARDI...

C'era però una cosa d'ammirevole nel regno dei Longobardi, e cioè che non si avevano violenze, non si tendevano agguati, non v'era chi ingiustamente angariasse altrui o lo spogliasse, non v'erano furti o rapine, sicché ciascuno andava sicuro e libero ovunque voleva.

PAOLO DIACONO
(Historia Langobardorum, Libro III, 16. Regno di Autari, sotto ilquale fu pace e tranquillità)


 

lunedì 12 settembre 2016

IL GIORNALISTA, LO STORICO DELL'ATTIMO

Un giornalista è chi scrive la storia nello stesso momento in cui accade. Ed è il modo migliore di scrivere la storia, perché non so se è vero quello che mi raccontano a scuola su cose accadute due-trecento anni fa, ma so perfettamente quello che capita nel momento in cui ne scrivo e faccio una foto.


Oriana Fallaci
(Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006) 

domenica 11 settembre 2016

MORTA L'INFERMIERA CHE BACIO' IL MARINAIO DOPO LA GUERRA

 

Fu la foto simbolo della liberazione. Quel bacio, catturato dal fotografo Alfred Eisenstaedt, a Times Square il 14 agosto 1945, divenne il simbolo della fine della Seconda Guerra Mondiale. Oggi la ragazza protagonista di quel bacio, Greta Zimmer Friedman, è morta a 92 anni. Lo ha annunciato il figlio Joshua alla Cbs. Greta era malata da tempo. Le sue spoglie saranno sepolte in Virginia. All'epoca la giovane, nata in Austria ed emigrata negli Stati Uniti con le due sorelle più giovani nel 1938, lavorava come assistente dentale. Il marinaio, George Mendonsa, ora ha 89, ed è un pescatore in pensione che vive nello stato del Rhode Island. 
Il bacio fu pubblicato sulla rivista Life e l'identità dei due rimase sconosciuta per anni, finché nel 1980 la rivista chiese aiuto per identificarli. La Friedman affermò che il bacio fu del tutto casuale e che loro due furono gli unici a baciarsi a Times Square.

15 ANNI DALL'11 SETTEMBRE

11 settembre, Clinton abbandona la cerimonia. “Dovuto al caldo, adesso sta meglio” 

(La Stampa) - Hillary Clinton ha accusato un malore durante la cerimonia per l’anniversario dell’11 settembre a Ground Zero. In alcune immagini diffuse da Fox News si vede la candidata democratica che si allontana dal luogo della cerimonia camminando lentamente e appoggiata a una persona. Non è chiaro se quest’ultima la stesse sorreggendo o meno. Il reporter della Fox presente a Ground Zero citando alcune fonti parla di “medical problems”.  

11 settembre 2001, 15 anni dopo chi ha capito la verità sugli attacchi?

(Il Fatto Quotidiano) - Dei 19 dirottatori dell’11 settembre nessuno era afgano o iracheno, ben 15 erano sauditi eppure gli Usa, legati economicamente all’Arabia Saudita, non fecero alcuna rimostranza verso questo regime a cui anche il nostro Paese vende armi; armi che di recente sono usate nel conflitto in Yemen che ha già ucciso 4000 persone.
Non è mia intenzione avanzare ipotesi su chi sia stato e perché fu effettuato l’attacco dell’11 settembre. Una mia convinzione è che nel mondo non si muove una foglia se non ne sono a conoscenza preventivamente i servizi segreti Usa. A maggior ragione credo che sia impossibile che non ci fosse consapevolezza che fosse in programma un attentato di tale portata sul suolo americano. Sta di fatto che dopo quel terribile attentato in cui morirono 2974 persone il governo di George Bush ebbe un pretesto perfetto per proseguire il piano fissato nel 1990 di destabilizzare e poi controllare le fonti energetiche del Medio Oriente. Dopo il nemico comunista ne serviva subito un altro per giustificare gli ingenti fondi all’ipertrofica macchina bellica. Bin Laden ritenuto responsabile degli attentati era lo stesso combattente che, insieme a tanti jihadisti, fu definito da Ronald Reagan “Combattente per la libertà” allorquando la guerra santa fu armata e finanziata dagli Usa per fermare l’avanzata sovietica in Afghanistan. Bin Laden fu, secondo la versione governativa, ucciso il 2 maggio del 2011 durante un intervento di forze speciali denominato Operation Neptune Spear. Osama Bin Laden si nascondeva in un compound di Abbottabad in Pakistan, nell’assalto fu ucciso lo sceicco saudita suo figlio e altri tre abitanti della casa. Il corpo di Bin Laden fu portato via e gettato nell’oceano. L’uccisione di Bin Laden può essere equiparata a un raid malavitoso, non di certo a un’operazione compiuta da un governo che si reputa il faro della democrazia mondiale. Bin Laden era disarmato e persino i nazisti dopo il secondo conflitto mondiale ebbero diritto a un processo.
Ma oggi a 15 anni di distanza da quel terribile giorno in quanti hanno capito la correlazione con la politica estera Usa? Quanti sono davvero a conoscenza delle atrocità commesse dalla macchina bellica statunitense? In quanti hanno davvero compreso che la democrazia Usa in realtà è un’oligarchia composta da grumi di potere che fissano una politica estera aggressiva che continua a mettere a repentaglio la sicurezza dei più per tutelare i propri interessi?

 

giovedì 1 settembre 2016

QUATTRO MODI PER ESSERE INSEGNANTI

È stata proprio questa la conclusione cui siamo giunti quella mattina io e il mio collega più anziano: l’unico modo per essere veramente un buon insegnante dovrebbe essere quello di tenere come prezioso il proprio essere, per potere essere preziosi per gli altri. La generosità verso noi stessi, la cura verso le nostre capacità, l’amore attraverso lo studio per il nostro sapere, non potrebbero mai lasciare spazio né al basso egoismo, tanto meno all’egolatria, men che meno all’onnipotenza dei salvatori. 

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