(wikipedia) - Aliano è un comune italiano di 1.009 abitanti della provincia di Matera in Basilicata.
È noto per essere stato il luogo in cui trascorse parte del suo periodo di confino lo scrittore Carlo Levi. Aliano è inoltre affiliato all'Associazione Nazionale Città dell'Olio ed il suo territorio circostante è caratterizzato dal tipico paesaggio dei calanchi.
Arrampicato su un colle argilloso a 555 m s.l.m., domina la Val d'Agri e il torrente Sauro nella parte centro-occidentale della provincia al confine con la parte centro-orientale della provincia di Potenza. Nel suo territorio sono presenti numerosi calanchi.
I film girati nel territorio di Aliano, sono:
Cristo si è fermato a Eboli, diretto da Francesco Rosi e con Gian Maria Volonté (1979).
Basilicata coast to coast, diretto da Rocco Papaleo (2010).
(Franco Arminio) - Aliano in questi giorni si è candidata come capitale italiana della cultura per il 2018. Questo è un pezzo del dossier che è stato spedito al ministero dei beni culturali.
In tutto il mondo i politici credono molto alle metropoli, vivono nelle metropoli. In tutto il mondo si fanno aeroporti, metropolitane, grandi parcheggi, insomma si pensa ai luoghi dove vivono tante persone tutte assieme. Noi vorremmo che l'Italia diventasse una nazione che dà molto attenzione ai paesi. E questa attenzione dovrebbe cominciare dai paesi del Sud. Meglio ancora, dai paesi del Sud più lontani dai grandi centri. Ecco, un paese ideale su cui l'Italia dovrebbe investire è Aliano. Un luogo che tenta di diventare luogo di accoglienza dopo un passato da luogo di esilio. Di un paese così non hanno bisogno solo i suoi abitanti, ma gli italiani delle città e di altri paesi. Aliano come capitale del margine. L'Italia come nazione in cui il margine riceve grandi attenzioni. Una nazione in cui ogni albero, ogni strada di campagna, ogni piccola masseria, ogni azienda agricola sono considerati come il centro di tutto e di tutti. Il centro per salvarsi deve smettere di rubare linfa ai margini. In questo modo il margine muore e il centro vive male.
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Un piccolo paese viene raccontato dai suoi abitanti partendo sempre da quello che manca. Quando il visitatore chiede: cosa c'è in questo paese? La risposta è molto facile: niente. Aliano è uno dei tanti paesi che a passarci dentro distrattamente puoi pensare che non c'è niente. E invece è un paese pieno di luoghi culturali. E molti di questi luoghi sono legati a Carlo Levi, alla sua scrittura e alla sua pittura. Aliano è un paese fragile dal punto di vista geologico e dal punto di vista demografico. Un paese che cade, un paese da cui si emigra. Sarebbe bellissimo se l'Italia nominasse Aliano come capitale della cultura per il 2018. Un gesto rivoluzionario. Un gesto che sarebbe l'inizio di un nuovo Rinascimento per luoghi dove il Rinascimento non c'è mai stato.
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Ad Aliano è nato il Festival della Paesologia. Non poteva nascere altrove. La paesologia è uno sguardo umorale sui luoghi meno noti. Uno sguardo che intreccia il dentro e il fuori. Nel 2018 sarebbe bellissimo trasformare il festival in un'azione poetica che dura un anno intero. Ogni persona che arriva, ogni dialogo, ogni solitudine, tutto è dentro questo festival che abolisce lo spettacolo, la divisione tra artisti e spettatori. Un anno intero in cui un paese viene attraversato dalle migliori esperienze umane. Aliano accoglie, si lascia attraversare, offre il paesaggio inoperoso dei calanchi, offre le sue debolezze, e tutto questo diventa una sorta di Expo della vita ordinaria, un luogo in cui la poesia e l'impegno civile si intrecciano. Aliano diventa laboratorio dell'Italia interna. Si filano i pensieri, se ne fanno vestiti per il buon umore e per una buona storia. L'Italia non può uscire dal capitalismo, ma può uscire dall'ossessione del Centro. Aliano si dà il coraggio di fare una festa che dura un anno intero, l'Italia dell'arte e l'Italia rurale s'incontrano in una sagra che non esiste: la sagra del futuro.
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I paesi non moriranno. I paesi saranno le capitali del mondo. Aliano può essere un esperimento. La società dell'autismo corale può essere curata solo in luoghi in cui c'è tanto spazio e poche persone. Ci vuole uno spazio che è tutto dentro la modernità, ma che è poco urbanizzato. Uno spazio in cui salutare è un gesto coltissimo, è grande cultura passare il tempo, avvertire quello che accade nei volti, sentire la pioggia, sentire gli animali, sentire i morti. Un paese capitale della vita scampata al genocidio degli affari, alla smania del tempo pieno, al delirio di sfruttare ogni occasione. Aliano non ha avuto fretta, non ha mai fretta. La sua grazia è nel pane, nell'olio. Un paese è bello quando non somiglia a nessun altro, quando ha un'aria solamente sua, un'aria inattuale, un'aria che sembra ignorare quale secolo è in corso. L'Italia deve rialzarsi partendo dai luoghi che ha trascurato. Non bisogna pensare a una cultura che produce economia, ma una cultura che produce emozione, silenzio, dolcezza, lontananza.
(Dalla pagina facebook di Franco Arminio)
nel programma sterminato della festa della paesologia
ci sarà posto anche per i monologhi di attori falliti e per le letture di poeti che non riescono a pubblicare neanche a pagamento
scrivete a livarmonio@gmail.com
(Franco Arminio) - Aliano in questi giorni si è candidata come capitale italiana della cultura per il 2018. Questo è un pezzo del dossier che è stato spedito al ministero dei beni culturali.
In tutto il mondo i politici credono molto alle metropoli, vivono nelle metropoli. In tutto il mondo si fanno aeroporti, metropolitane, grandi parcheggi, insomma si pensa ai luoghi dove vivono tante persone tutte assieme. Noi vorremmo che l'Italia diventasse una nazione che dà molto attenzione ai paesi. E questa attenzione dovrebbe cominciare dai paesi del Sud. Meglio ancora, dai paesi del Sud più lontani dai grandi centri. Ecco, un paese ideale su cui l'Italia dovrebbe investire è Aliano. Un luogo che tenta di diventare luogo di accoglienza dopo un passato da luogo di esilio. Di un paese così non hanno bisogno solo i suoi abitanti, ma gli italiani delle città e di altri paesi. Aliano come capitale del margine. L'Italia come nazione in cui il margine riceve grandi attenzioni. Una nazione in cui ogni albero, ogni strada di campagna, ogni piccola masseria, ogni azienda agricola sono considerati come il centro di tutto e di tutti. Il centro per salvarsi deve smettere di rubare linfa ai margini. In questo modo il margine muore e il centro vive male.
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Un piccolo paese viene raccontato dai suoi abitanti partendo sempre da quello che manca. Quando il visitatore chiede: cosa c'è in questo paese? La risposta è molto facile: niente. Aliano è uno dei tanti paesi che a passarci dentro distrattamente puoi pensare che non c'è niente. E invece è un paese pieno di luoghi culturali. E molti di questi luoghi sono legati a Carlo Levi, alla sua scrittura e alla sua pittura. Aliano è un paese fragile dal punto di vista geologico e dal punto di vista demografico. Un paese che cade, un paese da cui si emigra. Sarebbe bellissimo se l'Italia nominasse Aliano come capitale della cultura per il 2018. Un gesto rivoluzionario. Un gesto che sarebbe l'inizio di un nuovo Rinascimento per luoghi dove il Rinascimento non c'è mai stato.
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Ad Aliano è nato il Festival della Paesologia. Non poteva nascere altrove. La paesologia è uno sguardo umorale sui luoghi meno noti. Uno sguardo che intreccia il dentro e il fuori. Nel 2018 sarebbe bellissimo trasformare il festival in un'azione poetica che dura un anno intero. Ogni persona che arriva, ogni dialogo, ogni solitudine, tutto è dentro questo festival che abolisce lo spettacolo, la divisione tra artisti e spettatori. Un anno intero in cui un paese viene attraversato dalle migliori esperienze umane. Aliano accoglie, si lascia attraversare, offre il paesaggio inoperoso dei calanchi, offre le sue debolezze, e tutto questo diventa una sorta di Expo della vita ordinaria, un luogo in cui la poesia e l'impegno civile si intrecciano. Aliano diventa laboratorio dell'Italia interna. Si filano i pensieri, se ne fanno vestiti per il buon umore e per una buona storia. L'Italia non può uscire dal capitalismo, ma può uscire dall'ossessione del Centro. Aliano si dà il coraggio di fare una festa che dura un anno intero, l'Italia dell'arte e l'Italia rurale s'incontrano in una sagra che non esiste: la sagra del futuro.
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I paesi non moriranno. I paesi saranno le capitali del mondo. Aliano può essere un esperimento. La società dell'autismo corale può essere curata solo in luoghi in cui c'è tanto spazio e poche persone. Ci vuole uno spazio che è tutto dentro la modernità, ma che è poco urbanizzato. Uno spazio in cui salutare è un gesto coltissimo, è grande cultura passare il tempo, avvertire quello che accade nei volti, sentire la pioggia, sentire gli animali, sentire i morti. Un paese capitale della vita scampata al genocidio degli affari, alla smania del tempo pieno, al delirio di sfruttare ogni occasione. Aliano non ha avuto fretta, non ha mai fretta. La sua grazia è nel pane, nell'olio. Un paese è bello quando non somiglia a nessun altro, quando ha un'aria solamente sua, un'aria inattuale, un'aria che sembra ignorare quale secolo è in corso. L'Italia deve rialzarsi partendo dai luoghi che ha trascurato. Non bisogna pensare a una cultura che produce economia, ma una cultura che produce emozione, silenzio, dolcezza, lontananza.
(Dalla pagina facebook di Franco Arminio)
nel programma sterminato della festa della paesologia
ci sarà posto anche per i monologhi di attori falliti e per le letture di poeti che non riescono a pubblicare neanche a pagamento
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