domenica 3 luglio 2011

JULIA MARGARET CAMERON, LA PRIMA DONNA FOTOGRAFA DELLA STORIA


(Blog delle Sorelle Lumière) - Una donna insolita, dotata di un fortissimo carisma, stravagante per l’epoca in cui visse, molto stimata tra gli amici ma molto criticata come fotografa per la sua presunta scarsa capacità artistica e tecnica che solo più tardi, le venne riconosciuta.
Nacque a Calcutta nel 1815, in India, era figlia di un ufficiale inglese. Visse per un periodo di tempo in Francia, poi tornò in India, poi Londra. La sua famiglia acquistò nell’Isola di Wight una tenuta ed ancora oggi esiste un museo e una mostra fotografica della Cameron.
Si avvicinò alla fotografia solo nel 1863, quando ricevette in regalo la sua prima fotocamera. Iniziò così la sua dedizione totale alla fotografia, divenne quasi un ossessione, diventando una fotografa instancabile e scattando quasi esclusivamente ritratti.
Fu una donna eccentrica lontana dall’epoca vittoriana in cui visse. Il suo leggero “fuori fuoco” criticato tantissimo, oggi caratterizza le sue immagini che diventano per questo eteree e sognanti soprattutto nei ritratti delle donne e dei bambini. Bisogna dire che il lavoro della Cameron è stato molte volte stroncato anche dai suoi colleghi che vedevano nei suoi lavori, delle lacune imperdonabili. In realtà, la Cameron si muoveva “controcorrente” in un periodo in cui si cercava di raggiungere la perfezione con il mezzo fotografico definito per eccellenza lo specchio della realtà. Si può dire che ha iniziato il movimento del Pittorialismo, una cura estrema nella composizione, la morbidezza dei toni e di tutte le sfumature e molto probabilmente se Alfred Stieglitz non avesse provato interesse per le immagini di Margaret sarebbe stata sepolta nell’oblio e nell’indifferenza.
Amava le rappresentazioni velate da una particolare malinconia, di dolori non espressi, cercava di racchiudere nei suoi scatti, momenti di interiorità. I suoi soggetti femminili sono sempre delicati, figure esili, snelle dai lunghi capelli ondulati.
Indipendentemente dalle critiche, trovo le immagini e il lavoro della Cameron non solo incredibilmente affascinante ma anche tenace visti i mezzi limitati con cui operava. Ha sempre cercato di trarre il meglio dell’estetica in tutto quello che fotografava. È travolgente il suo entusiasmo, lontana dai “sapienti”, dalla troppa perfezione stilistica e tecnica, Cameron va per la sua strada e la sua passione tanto che ricavò nel pollaio di casa, un locale a vetri fornito di tendaggi per filtrare la luce, la scomoda e caotica Glass House.

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