venerdì 9 maggio 2025

PAPA LEONE XIV, DI TUTTO DI PIU'

Papa Leone XIV ha anche sangue italiano: chi era il nonno emigrato dall’Italia per fare fortuna oltre un secolo fa

Anche Papa Leone XIV è un po’ italiano… il nonno nato nel nostro Paese

Su familysearch.org i documenti sulle origini del Pontefice

Le origini di Papa Leone XIV
(AdnKronos) Attraverso siti come familysearch.org è possibile reperire documenti utili a scoprire le radici familiari del successore di Francesco, primo Pontefice di cittadinanza statunitense. Tra questi, ad esempio, figura un documento di iscrizione alla leva militare datato 16 febbraio 1942, in piena Seconda guerra mondiale, intestato a Louis Marius Prevost, nato il 28 luglio 1920 e residente a Chicago. Le informazioni contenute nel documento corrisponderebbero a quelle note del padre di Papa Leone XIV.

Sul medesimo sito si trovano altri documenti (pubblici) che permettono di ricostruire l’albero genealogico del Santo Padre.
A farlo è stato, tra gli altri, Marco Ardemagni, conduttore per Rai Italia, che racconta: “Il nonno paterno di Robert Francis Prevost nasce in Italia il 24 giugno 1876. Che sia nato in Italia – spiega il giornalista – lo vediamo con certezza nel censimento del 1950 in cui risulta 73enne. Non sappiamo ancora dove sia nato esattamente, ma icognome Prevosto o Prevosti è più diffuso in Piemonte e Lombardia.

papa origini 1

Il nome del nonno di Leone XIV verrà “anglicizzato” in John R. Prevost “quando, tra il 1876 e il 1917 si trasferisce negli Stati Uniti, dove sposa Susanne Marie Fabre, nata in Francia il 2 febbraio 1894″, racconta ancora il conduttore.

Nel 1917, i due hanno il loro primo figlio, John C. Prevost, nato il 23 luglio a Lackawanna, New York. “Questo primo figlio, futuro zio del Papa”, prosegue Ardemagni, “diventerà professore di francese all’Università di Chicago. Nel 1952 pubblicherà un libro dal significativo titolo ‘Le Dandysme en France (1817-1839)'”. Tra il 1917 e il 1920 “la famiglia si trasferirà a Chicago, dove il 28 luglio 1920 nascerà Louis Marius Prevost, padre di Leone XIV. L’indirizzo è, e sarà per molti anni, 5465, Ellis Ave”, come riportato nel documento di iscrizione alla leva militare..................................................................   Cristiano-Maria Bellei

 
 
Chi conosce il linguaggio simbolico sa che nell’elezione di un Pontefice la verità non sta nei nomi o nelle provenienze, ma nei gesti e in ciò che non sembra essere importante. La prima cosa da fare per analizzare queste vicende, è non cadere nella trappola delle rivelazioni di questa o quella colpa che il nuovo vicario di Cristo avrebbe commesso in passato, perché chi entra in conclave è sempre un uomo di potere, e non si siede in un luogo del genere senza scheletri nell’armadio. Ma ciò non significa che tutto sia finto, né che tutto sia calcolato.
Il primo elemento che ieri è saltato subito agli occhi, è che Prevost non solo è apparso visibilmente emozionato, ma che non ha cercato né la facile simpatia né di trasmettere un’ipocrita immagine di umiltà. Ha scelto un tono serio, composto, privo di ammiccamenti, ha mantenuto una forma che lasciasse affiorare l’emozione senza trasformarla in spettacolo. È una postura rara, soprattuto oggi, in cui tutto sembra dover essere tradotto in empatia immediata.
Il secondo elemento degno di nota è stata la volontà di non proferire una sola parola in inglese, lasciando spazio al latino, all’italiano e allo spagnolo, la lingua dei tanti immigrati che vivono tempi drammatici nel Nord America a guida repubblicana. In quella omissione si è avvertito un silenzio polemico, una presa di distanza politica e religiosa da un’idea di sovranismo escludente, e da un cristianesimo fondato sull’odio tipico delle sette evangeliche che sostengono Trump.
Ma c’è un altro punto su cui si deve riflettere: Leone XIV è un agostiniano, il primo Papa agostiniano della storia. Lui stesso si è definito un figlio di Agostino, quasi a rimarcare un’eredità pesante, profonda, un legame imprescindibile con il padre della coscienza occidentale, con colui che ha messo a nudo la frattura interiore dell’uomo, la sua duplicità radicale, la tensione incessante tra il desiderio e la legge, tra la carne e lo spirito. Chi si forma sotto questa luce non può credere in una fede pacificata, né in una Chiesa tranquilla o bonaria. È questa ombra lunga, che attraversa anche la figura di Lutero, ad introdurre nel futuro pontificato una nota di complessità lontana da certe semplificazioni bergogliane. Non si tratta di un riferimento erudito o marginale, è un’indicazione di profondità spirituale e persino di conflitto. La fede intesa come tormento, vissuta in una Chiesa che non deve per forza piacere a tutte e tutti.
E poi l’Ave Maria. Un gesto antico, certo, ma che in un contesto dominato da logiche maschili forse suona come un richiamo. Ovviamente è troppo presto per capire se siamo di fronte al solito riferimento al femminile come ruolo materno di servizio, o se davvero la Chiesa di Roma deciderà di affrontare il problema del ruolo della donna che altre confessioni cristiane hanno risolto da tempo.
Non sappiamo se questo pontificato sarà all’altezza delle attese, ma ieri sicuramente qualcosa di diverso è accaduto. Non nel senso di una svolta, né di una rinascita, ma nella capacità di produrre segni che resistono all’immediato. E in tempi dominati dalla semplificazione, un gesto che non si esaurisce nella sua superficie è già qualcosa che merita attenzione. Vedremo.
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Una eredità in un Agostino della predicazione trinitaria e sapiente
PIERFRANCO BRUNI
Dunque. Scriviamo ancora con una manciata di conoscenza in consapevolezza laica e con attenta religiosità. Leone XIV non è un prete venuto da lontano. Dai Sud del Sud. Non è un sacerdote che ha visto il comunismo invadere i Paesi dell'est.
Non è un parroco che ha attraversato le sfide tedesche e successivamente gli scontri tra Islam e Occidente. È un prete nato nella completa modernità. È un fatto dal quale bisogna tenere conto. È un uomo che non ha vissuto la guerra fredda e tanto meno il Concilio Vaticano II se non per dati storici e teologici.
È un Vescovo che ha conosciuto il senso della Missione. Quella della ontologia agostiniana. Il mondo agostiniano è complesso ma è anche profondamente filosofico in cui la verità, la pietas umana prima che divina, la bellezza e la conversione sono anime di un vissuto che portano dentro la parola di Maria.
La Madre. Quella madre agostiniana che ha il senso dell'assoluto come bene e come mantello della accoglienza la preghiera. Non si abbraccia Agostino se dentro non si portano le tracce del vissuto dell'uomo di Ippona. Un uomo di fede non è soltanto un uomo di preghiera.
Non è soltanto un francescano di una metafora mal compresa. Non è un modello gesuitico della "compagnia di Gesù". Agostino è oltre. È appunto il destino e il Sacro della conversazione. Insomma Agostino è un viaggio con San Paolo.
Un cammino di eremitaggi. Non di parole. Eremiti è un concetto "desertico" di un tempo in cui la pietà ha senso ma è la meditazione che cerca la salvezza degli uomini che non hanno Cristo e Maria o che hanno perso la centralità del dialogo con Dio.
C'è un concetto base nel loro "costruire ponti" come dice Il Papa, ovvero "Humilitas Occidit Superbiam" ovvero ancora: l'umiltà uccise la superbia. È proprio il Sant'Agostino che conduce l'uomo che è in sé l'uomo che è stato in superbia in un principio cardinale che è appunto l'umiltà.
Nella Regola agostiniana tre principi restano fondamentali: Povertà, Castità, Obbedienza. Ci rimanda tutto ciò a Papa Innocenzo IV e una temperie che risale al 1243. C'è ancora di più quando Agostino afferma: "La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto".
Nascosto. È un concetto che chiama lo svelamento di cui una grande filosofa ha parlato riferendosi a Agostino con grande lungimiranza"divina". Il fatto Aurorale di Maria Zambrano nasce appunto da Agostino presente e nascosto. Una metafora filosofica che Agostino aveva attraversando partendo da Platone e poi da Plotino.
Una completa visione trinitaria che non è solo teologia ma anche mistica: il senso trinitario del Dio cristiano. Una sintesi in tre capisaldi: Sapienza, Potenza, e Volontà d'amore. Volontà. Potenza. Sapienza. Tre capisaldi per una Chiesa della Redenzione. Credo che non sia interessante se si entra in una fase nuova della cattolicità.
È interessante invece riportare al centro l'Altare. Ancora due elementi principali che sono già emersi dalle prime parole del Pontefice: il metafisico della speranza, ovvero ciò che chiamiamo ottimismo e il dato antropologico con il quale l'uomo ha sempre cercato di sfidare Dio.
Bisogna avere di fronte queste due visioni. Gli agostiniani sapienti in metafisica trasferiscono ciò in una ontologia del mistero. Leone XIV è in questo viaggio di Cristo della Croce e Redente con il dolore e la Gioia di Maria. Mi sembra il tutto un atto che va oltre il suo luogo di nascita. Agostino eremita? Ma i mistici e gli eremiti hanno salvato la Fede dalla modernità sconvolta dall'uomo che si sente assoluto.
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* Il nuovo Papa ha scelto un nome importante Papa Leone XIV ricordiamo il suo precedessore con l'omonimo nome in un evento importante per la nostra chiesa * 🕊️
🙏 LA VISIONE DEMONIACA
DI PAPA LEONE XIII 🙏
Il 13 ottobre 1884 Papa Leone XIII ebbe una visione orribile. Dopo aver celebrato l’Eucaristia, si stava consultando con i suoi cardinali su alcuni temi nella cappella privata del Vaticano quando all’improvviso si fermò ai piedi dell’altare e rimase immerso in una realtà che solo lui riusciva a vedere.
Sul suo volto si leggeva l’orrore. Impallidì. Aveva visto qualcosa di molto duro. Improvvisamente si riprese, alzò la mano come a salutare e se ne andò nel suo studio privato. Lo seguirono e gli chiesero: “Cosa succede a Sua Santità? Si sente male?”
Rispose: “Oh, che immagini terribili mi è stato permesso di vedere e ascoltare!”, e si chiuse nel suo ufficio.
Cosa aveva visto Leone XIII? “Ho visto i demoni e ho sentito i loro bisbigli, le loro blasfemie, le loro denigrazioni. Ho sentito la voce raccapricciante di Satana sfidare Dio, dicendo che poteva distruggere la Chiesa e portare tutto il mondo all’inferno se gli dava abbastanza tempo e potere. Satana ha chiesto a Dio il permesso di avere 100 anni per influenzare il mondo come mai era riuscito a fare prima”.
Anche Leone XIII capiva che se il demonio non fosse riuscito a realizzare il suo proposito nel tempo permesso avrebbe subito una sconfitta umiliante. Il Pontefice vide San Michele Arcangelo apparire e gettare Satana e le sue legioni nell’abisso dell’inferno.
Mezz’ora dopo chiamò il segretario della Congregazione dei Riti e gli consegnò un foglio, ordinandogli di inviarlo a tutti i vescovi del mondo indicando che la preghiera che conteneva doveva essere recitata dopo ogni Messa.
Ecco la preghiera che il Papa aveva scritto:
San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia;
contro le malvagità e le insidie del diavolo
sii nostro aiuto.
Ti preghiamo supplici:
che il Signore lo comandi!
E tu, principe delle milizie celesti,
con la potenza che ti viene da Dio,
ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spinti maligni,
che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen.
Post di Preghiere per le Anime del Purgatorio.


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RIECCOMI (di Augusto Sinagra)

Facebook dopo 7 giorni di blocco del mio profilo lo ha riattivato. Ciò non toglie che Facebook sarà citata dinanzi al Tribunale civile di Roma per il risarcimento dei danni anche con riguardo all'iniziale "accusa" di avere violato gli "standard della Community" con mio conseguente discredito personale.
Riprendo a scrivere su questo social (ma continuerò a farlo anche su Telegram e X) per una ragione tecnica: si tratta del peggiore social "fatto meglio", come "la Repubblica" che è il peggiore quotidiano "fatto meglio".
Nella ripresa dei contatti con voi carissimi Amici vicini e lontani, dirò solo due parole di stretta attualità sul nuovo Papa Robert Francis Prevost che ha assunto il nome di Leone XIV.
Non conosco il personaggio e riservo la mia valutazione agli atti che compirà.
Per quanto di nomina bergogliana non credo proprio che continuerà i pasticci del pampero argentino causati dalla sua profonda scarsezza culturale e ignoranza in senso proprio tecnico.
Papa Leone XIV appartiene all'Ordine religioso degli Agostiniani che unitamente all'Ordine dei Dominicani è un Ordine religioso che si connota per la profonda cultura a differenza del pampero. Forse di più l'Ordine religioso dei Dominicani.
Egli parla 5 lingue e parla benissimo la nostra lingua italiana ma quel che più conta è che legge e pronuncia correttamente la lingua latina.
Dica qualcuno se mai Bergoglio pronunciò una sola parola in latino!
Egli ha iniziato con un generalizzato auspicio: "La pace sia con voi" e nel prosieguo come anche nella omelia di inaugurazione del suo Pontificato con la Messa cui hanno partecipato tutti i Cardinali (quelli nominati legittimamente e anche quelli nominati illegittimamente), ha mostrato conoscenza della teologia e conformità al Messaggio evangelico.
Ricordo ancora il discorso inaugurale del pampero dalla Loggia di San Pietro che iniziò con uno squallido "Buonasera". Al pari di chi entra in una salumeria.
Infine, non posso nascondere la mia soddisfazione per le non soddisfatte aspirazioni carrieristiche del Cardinale Pietro Parolin. Certo, Matteo Zuppi sarebbe stato il peggio del peggio per le sue paturnie immigrazionistiche e per i suoi non tranquillizzanti contatti con la Comunità di Sant'Egidio.
L'impronta culturale e "politica" nel senso veramente più nobile, di Papa Prevost è la scelta del nome che si pone al seguito del grande Papa Leone XIII Autore della più importante Enciclica di tutti i tempi: la "Rerum novarum" fondativa della politica sociale della Chiesa cattolica che ha "attraversato" i più importanti movimenti politici del Secolo ventesimo, marcando l'impegno sociale del laicismo cattolico: il Comunismo, il Partito Popolare di Don Luigi Sturzo e il Fascismo.
Augusto Sinagra

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