domenica 29 dicembre 2024

VERMIGLIO

Ho visto un film che è un incanto: Vermiglio, di Maura Delpero.

Siamo in Trentino sul finire della seconda guerra mondiale, in un piccolo paese di montagna con la sua comunità rurale, i suoi riti, le fatiche e le speranze.
Il registro è quello del cinema etico di Olmi o Diritti ma non va mai nella retorica del naturalistico o della contemplazione agreste.
E poi ci sono le donne. Madri e figlie. I parti. I loro corpi che si gonfiano per le tante maternità. La loro lotta per l' emancipazione da uomini che decidono e comandano anche sui loro corpi. Ed è lotta tanto più forte perché non ideologica e perché c'è una dolcezza sottesa a tutto il film che lo rende ipnotico.
Ci sono le voci e i volti bellissimi di bambini che commuovono e la nascita come celebrazione di vita nuova, di gioia per la creatura che viene al mondo. Ed è gioia disarticolata da qualsiasi contingenza perché è universale: nel viso della neonata che chiude il film c'è tutto il significato di un amore per la vita che ama e rinnova se stessa, al di là di tutti gli intralci e le brutture del mondo. Quella gioia assoluta che fa dire ad Hannah Arendt " un bambino è nato tra noi".

Nessun commento:

Lettori fissi