(Assedio Bianco) - Abituare i bambini a leggere significa assicurare loro uno sviluppo più armonico, con performance scolastiche e in generale intellettive migliori, e con un rischio di depressione e altri disturbi dell’umore inferiore. Lo dimostra un grande studio condotto in collaborazione da ricercatori britannici, dell’Università di Oxford, e cinesi, della Fudan University di Pechino, pubblicato su Psychological Medicine, che ha preso in esame la storia di oltre 10.200 ragazzi. Gli autori hanno infatti analizzato i risultati ottenuti in indagini strumentali quali le risonanze, e poi test, interviste e resoconti scolastici di ragazzi che avevano acquisito l’abitudine a leggere regolarmente tra i due e i nove anni, oppure in giovani che avevano sempre letto poco, iniziando più tardi, o non avevano mai letto, trovando innanzitutto che le due tipologie rappresentano, grosso modo, metà della popolazione degli adolescenti ciascuna. Dopo aver introdotto numerosi fattori correttivi come lo stato socioeconomico della famiglia di provenienza, hanno poi verificato i risultati scolatici e visto così un chiarissimo legame tra il rendimento, le abilità verbali e quelle associate alla concentrazione e alla memoria, e il fatto di aver iniziato a leggere da piccoli. Inoltre, gli ex bambini lettori erano stati decisamente meno colpiti da depressione, tendenza a mostrare aggressività e insofferenza alle regole e altri disturbi psicologici tipici dell’adolescenza. Infine, tendevano anche a passare meno tempo di fronte a un device come un cellulare o un computer, e a dormire più a lungo e meglio. Tutto ciò ha trovato riscontri anche nelle risonanze magnetiche, che hanno mostrato un maggiore sviluppo nelle aree specifiche. Abituare i bambini alla lettura fino dalla più tenera età è dunque un gesto che ha ripercussioni su tutto il loro sviluppo. Non bisogna comunque esagerare: secondo gli autori, il quantitativo di ore da dedicare alla lettura è di 12 ore alla settimana, perché per i bambini è importante anche avere spazio per l’attività fisica (meglio se all’aria aperta), il gioco la socializzazione con i coetanei e anche l’assenza di qualunque occupazione.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 luglio 2023
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