Il selciato del parcheggio di
Piazza Orsini è sconnesso. L’area è chiusa da grossi vasi di fiori in pietra.
Mi avvio all’interno del cortile di Palazzo dell’Aquila e lì, nella sera
silente, mi appresto ad imboccare le scale che portano al ballatoio che immette
in un salotto culturale cittadino. Uno spazio, un “labus” per addetti ai lavori
e appassionati. Un luogo di sperimentazione e di aggregazione. Ed entro.
Sembra di stare in un locale
alla moda di una qualche capitale europea.
Invece no. Siamo nella nostra
piccola e provinciale città.
Giovani carichi di vita stanno
festeggiando il compleanno di questo mini cinema cittadino, dove, seduti in
poltrona, si gustano delle proiezioni accompagnate da lezioni. La musica è
molto bella, l’arredamento vintage e colorato, i giovani belli e simpatici. Drink,
chiacchiere, risate in terrazza e nello spazio all’interno, caldo e
accogliente.
Di fronte, uscendo, la statua di
Papa Orsini ed il profilo lungo del Duomo cittadino. Questo scorcio romantico,
visibile uscendo dal Palazzo dell’Aquila, forse avrebbe bisogno della luce
soffusa di una falce di luna.
La notte si fa attraversare. Il
fiume scorre assai placido sotto il suo illustre ponte. Non ci sono stelle in
cielo. L’inverno sembra davvero interminabile. Accompagna i miei passi il
riflesso di luce azzurra che sale dalla facciata della Basilica mariana in
fondo al Viale San Lorenzo. La città delle streghe è anche santa e devota.
La sera mi avvolge con la sua
benevolenza e fa sfumare anche l’immagine dei soprusi e dell’arroganza di un
capo, odioso come lo sono tutti i capi. Soprattutto se vengono dal niente e si
sentono promossi se, con arrivismo e arroganza, acquisiscono una leadership.
No: la vita non può essere questa immonda perdita di tempo in discussioni tanto
oziose quanto inutili. E non può essere questo rubare la vita degli altri,
rubando l’altrui preziosissimo tempo, perché qualcuno che ha rincorso le sue
belle carriere ha eroso il tempo della sua vita, invidiando chi lo dedica a
vivere.
MARZO 2019
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