venerdì 6 maggio 2016

TI LASCIO QUESTE RIGHE

Ti lascio queste righe. Null’altro pretendono da te che l’illusione d’esserti amiche, se un giorno mai le leggerai, magari proprio quando scoprirai di non avere altri amici all’infuori di chi le ha scritte per te e …
E non rinunciare mai ai tuoi sogni, anche a costo di rinunciare a una parte di te stesso, perché quelli sono comunque la tua parte migliore

E non perdere mai di vista la tua strada. Sceglila, percorrila e non voltarti indietro: rischieresti di smarrirti tra i sensi unici dell’irresolutezza e i semafori del compromesso

E non aspettare il futuro, preparalo

E non avere mai rimpianti, solo gl’incapaci ne hanno

E sii leale, sempre. Ricorda che c’è un giudice al cui giudizio non potrai mai sottrarti: è quell’uomo che incontrerai ogni volta che ti specchierai. Guardalo sempre dritto negli occhi, non chinare mai il capo al suo cospetto ed egli t’indennizzerà, ti ripagherà. Sì, perché la lealtà costa, vedrai; però non vi è ricchezza più grande del viver degni di sé

E dai al denaro il giusto valore, ma soprattutto non permettere che sia il denaro a darti valore. Trattalo per quello che è: un Dio infame e deforme, al cui altare dovrai sacrificarti, è vero; ma non lo idolatrare, finiresti per assomigliargli

E non piegarti mai ai potenti, sii forte con loro e, nella stessa misura, umile coi deboli

E non salire mai sul carro del vincitore, saresti comunque un perdente

E non esaltarti quando vinci, né deprimerti quando perdi: la vita, in fondo, è una partita che finisce 0 a 0; quindi, ciò che conta è giocar bene tutti i novanta minuti

E non cercar vendette, solo rivincite. Perché se le prime ammorbano l’animo, le seconde lo sublimano

E non inseguire il tempo. Lui corre, egoista frettoloso, e tu lascialo correre, prenditi il tuo di tempo, falle girare tu le lancette e capirai la differenza tra l’esser uomini o soltanto frenesia

E cresci, nel corpo e nello spirito, ma non scordarti mai di quel bambino che adesso sei. Conserva l’ingenuità del tuo sorriso, la spontaneità dei tuoi pianti, la tenacia dei tuoi capricci, la serenità dei tuoi sonni, la bramosia per le tue pappe, la fantasia dei tuoi giochi, la curiosità dei tuoi occhi e delle tue mani; e sarai un grande

E va’ dove vuoi ma non perdere mai la via del ritorno, fa’ ciò che vuoi ma non perdere mai la via del senno: si chiama equilibrio ed è il segreto della vita

E impara a chiedere scusa e a dire grazie. Impara ad essere onesto con te stesso prima che con gli altri: è questo il coraggio, figlio mio

E non rinnegare nessuno dei tuoi amori: in ognuno di essi rimarrà impressa l’eco armonica del tuo cuore, i suoi battiti migliori, le tue pulsioni più intese, la tua felicità più intima

E non assuefarti mai al normale, vivi straordinario, vivi a colori: la vita è questa, figlio mio

E non smettere mai d’emozionarti davanti ad un tramonto o alla vista d’una vetta innevata, non smettere mai di commuoverti per un film o una canzone o una poesia. Non lasciare che il quotidiano t’inaridisca: passeresti tutta la vita a dissetarti, ma non smetteresti d’aver sete

E non permettere a nessuno di farti cambiare idea, però cambiala se ti rendi conto che è sbagliata e difendila ad ogni costo se, anche per te solo, è quella giusta. E rispetta sempre quella degli altri, sempre

E rifugi l’ignoranza: è letale come nessun’arma sa esserlo. E non mostrarti superiore in presenza d’un ignorante: sarebbe una gara a chi lo è di più

E non saziare mai l’invidia della gente: un sorriso alle avversità è il miglior medicamento che tu possa concedere al tuo orgoglio ferito; una lacrima solitaria laverà poi la ferita e … domani è un altro giorno

E non fidarti di nessuno, ma vivi con fiducia

E non negare mai il tuo aiuto, purché non ti aspetti che qualcuno te lo renda. Sarà il buon Dio a rendertelo

E amaci sempre, me e tua madre, perché è di questo bene che respiriamo, che camminiamo, che litighiamo, che ci amiamo, che ci adiriamo, che lavoriamo, che dormiamo e ci svegliamo, che preghiamo, che ti sgridiamo e t’abbracciamo. E’ di questo bene che viviamo. E’ per te che viviamo, figlio mio

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