martedì 30 agosto 2011

L'ARCO DI TRAIANO DI BENEVENTO SU UN FRANCOBOLLO DI POSTE ITALIANE

(Il Quaderno) - Il 9 settembre Poste Italiane emetterà un francobollo ordinario - nel valore di € 0,60 - raffigurante l’Arco di Traiano di Benevento. Lo rende noto l’ufficio stampa di Poste Italiane. L’annullo appartiene alla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A in monocromia e per una tiratura di due milioni e cinquecentomila esemplari. La vignetta raffigura l’Arco di Traiano, eretto in Benevento tra il 114 e il 117 d.C. per commemorare l’apertura della via Appia Traiana e dedicato all’imperatore Traiano. Completano il francobollo le leggende “ARCO DI TRAIANO” e “BENEVENTO”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,60”. Bozzettista e incisore è Antonio Ciaburro. A commento dell’emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma di Aniello Cimitile, Presidente della Provincia di Benevento. Lo Sportello Filatelico dell’Ufficio Postale di Benevento Centro utilizzerà, il giorno di emissione, l’annullo speciale realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane. Il francobollo e i prodotti filatelici saranno posti in vendita presso gli Uffici Postali, gli Sportelli Filatelici del territorio nazionale, gli “Spazio Filatelia” di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Trieste, Torino e sul sito internet www.poste.it.

MOLINARA, SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL "DIARIO STRESIANO" DI LUCIA GANGALE

(Realtà Sannita) - Interessante e piacevole la serata dedicata alla presentazione del libro “Diario Stresiano” della scrittrice sannita Lucia Gangale.

Nella prestigiosa sede di Palazzo Ionni a Molinara ed alla presenza di un folto pubblico, don Sergio Ingegno, parroco e storico della cittadina fortorina, ha rivolto alcune domande all’autrice, articolate su quattro temi principali: l’emigrazione, la donna, l’insegnante, la spiritualità.

La presentazione è stata arricchita anche dalla proiezione di alcuni video con immagini della perla del Lago Maggiore ed anche dell’Isola di San Giulio, che hanno fatto scoprire ai presenti la bellezza dei posti vissuti e raccontati dalla scrittrice.

Inoltre, nel corso della serata ha portato il suo saluto il sindaco, dott.ssa Maria Cirocco, che ha rivolto parole di elogio alla Gangale ed ha ricordato che essa è stata la prima cronista ad occuparsi del recupero di palazzo Ionni.

Molti ed interessanti spunti ed approfondimenti sono stati offerti alla platea dalla lettura di alcuni passi dell’opera: l’economia e la società nell’alto Piemonte, il funzionamento di una scuola prestigiosa come l’Alberghiero “Erminio Maggia” di Stresa, dove l’autrice ha lavorato, la figura del beato Antonio Rosmini e la spiritualià dei luoghi, i meravigliosi paesaggi naturali e la cura del verde cittadino, l’avvento della crisi economica che attanaglia i nostri tempi, il recupero dei palazzi storici nel Sannio e nel Piemonte.


giovedì 18 agosto 2011

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "DIARIO STRESIANO"

Il libro di Lucia Gangale, "Diario Stresiano", edito dalla Genesi di Torino, sarà presentato domenica 28 agosto alle ore 19.00 a palazzo Ionni, Molinara.


mercoledì 17 agosto 2011

CLOTILDE TAMBRONI, UNA DOCENTE ANTINAPOLEONICA

(Il Resto del Carlino) - SONO MOLTI i bolognesi che hanno familiarità con il nome Clotilde Tambroni: sono le decine di migliaia che hanno frequentato, come me, la scuola elementare di Chiesa Nuova a lei intitolata, e coloro che abitano nella via a lei dedicata. Forse qualcuno non si è mai chiesto chi fosse questa donna. Figlia di un cuoco, nacque a Bologna il 29 giugno 1758 e fin da adolescente mostrò doti di apprendimento superiori a qualsiasi altro coetaneo. Pare che avesse appreso il greco assistendo alle lezioni che il grecista Emanuele Aponte impartiva ad uno studente che stava in affitto in casa Tambroni. Lo stesso Aponte, viste le capacità della fanciulla, le insegnò anche il latino. Pare anche che la giovane Clotilde, avendo vissuto una storia d’amore infelice, avesse deciso di dedicarsi agli studi tralasciando gli affetti. Compiuti i 20 anni, la Tambroni fu accolta nelle più prestigiose Accademie bolognesi, finche il 23 novembre 1793, benché priva di laurea, si vide assegnata la cattedra universitaria di greco.

Clotilde Tambroni non si limitò alle lingue morte, ma apprese anche le principali lingue straniere: francese, inglese e spagnolo; e fu anche poetessa. Nel 1798 si rifiutò di prestare giuramento alla neonata Repubblica Cisalpina e ciò le costò la cattedra. Si trasferì presso l’Accademia Reale di Madrid, ma l’anno successivo 1799, benché mantenesse le sue idee politiche, fu reintegrata nella cattedra di lingua e letteratura greca. Nel novembre 1808 terminò la docenza di Clotilde Tambroni: un po’ per motivi di salute e molto per la riforma dell’istruzione voluta da Napoleone che privilegiava gli insegnamenti tecnico-scientifici rispetto a quelli umanistici. La Tambroni fu orgogliosa di essere una delle poche donne docenti universitarie e sottolineò più volte il ruolo delle donne nella cultura. Morì il 2 giugno 1817, dopo aver vissuto paralizzata gli ultimi tempi della sua vita.
www.marcopoli.it

di Marco Poli

IL VERO MIRACOLO

(La Stampa) - La manovra del governo sposta alla domenica più vicina le solennità religiose non previste dal Concordato quando cadono in un giorno feriale. Ma l’arcidiocesi di Napoli si ribella ai dettami dello Stato italiano, di cui pure risulta far parte, dichiarando in una nota di non avere alcuna intenzione di anticipare di ventiquattr’ore il prossimo miracolo di San Gennaro, previsto in calendario per lunedì 19 settembre. La motivazione offerta è inoppugnabile: «Se si tratta di un evento non determinato da mano e da volontà dell’uomo, è evidente che non può essere spostato ad altra data».
A impuntarsi, secondo l’arcidiocesi, sarebbe dunque lo stesso Santo, in questo assai meno malleabile del suo collega milanese Ambrogio, che ha ceduto alle esigenze del debito pubblico senza neppure mandare un sms di protesta alla Cgil. Invece San Gennaro non vuol proprio saperne di liquefare il suo sangue in una mattinata festiva. Neppure l’ipotesi alternativa - compiere il miracolo di lunedì durante la pausa pranzo o alle nove di sera, in pieno «prime time», senza interferire con l’orario lavorativo dei fedeli - pare aver incontrato il gradimento dell’interessato.

Naturalmente nessuno mette in dubbio che l’arcidiocesi di Napoli abbia un collegamento preferenziale con San Gennaro e ne interpreti fedelmente il pensiero. Ma allora ci piacerebbe approfittare della linea diretta per conoscere l’opinione del Santo anche sui 4 miliardi annui di esenzioni fiscali di cui la Chiesa italiana continua a godere persino su residenze e attività estranee al culto. Che sia questo il vero miracolo?


MASSIMO GRAMELLINI

lunedì 15 agosto 2011

FACCIO UNA PREMESSA

(La Stampa) - «Signori Senatori, Signori Deputati. Prima di enunciare i sacrifici che chiederemo ai nostri datori di lavoro, gli italiani, vorrei rammentarvi un aneddoto di 140 anni fa che ha per protagonista il mio predecessore più illustre, Quintino Sella, anche lui alle prese con il totem del Pareggio Di Bilancio. Recatosi alla Camera per esporre i suoi celebri tagli “fino all’osso”, l’illustre ministro propose come atto preliminare una sforbiciata allo stipendio dei parlamentari. Qualcuno gli fece notare che sarebbe stato un risparmio ben misero, se paragonato all’entità monumentale della manovra. Non ho trovato il testo stenografico della risposta di Sella, ma testimonianze unanimi riferiscono che il senso fu questo: “Lo so bene. E però toglierci qualche soldo dalle tasche ci permetterà di guardare in faccia i contribuenti mentre li toglieremo a loro. Una classe dirigente deve dare l’esempio”. Lo fecero fuori alla prima occasione. Ma dopo un secolo e mezzo lui è ancora Quintino Sella. Mentre noi cosa saremo, anche solo fra sei mesi, se ci ostineremo a rimanere sganciati dalla vita dei cittadini comuni? Sono qui a chiedervi di compiere un gesto. Minimo, purché immediato. Dimezzarci lo stipendio. O almeno raddoppiare i prezzi del ristorante del Senato, dove la spigola con radicchio e mandorle costa 3 euro, e le penne all’arrabbiata 1,60. Altrimenti, Signori, la gente diventerà così arrabbiata che le penne finiranno per spiumarle a noi».

(Brano, misteriosamente scomparso, del discorso pronunciato ieri mattina dal ministro Tremonti davanti alle commissioni parlamentari).


MASSIMO GRAMELLINI

sabato 13 agosto 2011

TREMONTI MANI DI FORBICE

Da paroladarchimandrita.blogspot.com/2011/08/tremonti-mani-di-forbice-per-un-popolo.html

Tremonti mani di forbice, per un popolo senza palle


Bene. Ci siamo. Finalmente il nostro governo con largo anticipo rispetto alla popolazione si è accorto della crisi!
Vorrei fare i miei più vivi complimenti, anzi se qualcuno può presentarglieli di persona, si faccia sentire.
Ce ne sono di cose belle ed originali nei vari tagli.
Finalmente però vedo un pò di democrazia. Finalmente gli statali, dopo l'aumento degli stipendi di pochi mesi fa, cominciano a pagare. Chissà quanti ne sono rimasti di statali in Italia, qualcuno sa darmi il numero preciso? Mi vien da ridere a pensare che, poverini, riceveranno il loro TFR solo 2 anni dopo l'inizio della loro pensione. Chissà cosa ne pensano coloro che lavorano nel privato, che vedono quotidianamente rubarsi il loro TFR dai datori di lavoro, che in questi tempi di crisi chiudono baracca e burattini con in tasca i soldi dei loro dipendenti. Già, perchè c'è una casta in Italia, ( ci piace tanto sta definizione ) che piange sempre, che non paga le tasse e che ruba sulle spalle dei dipendenti in nome di una crisi che a loro non li tocca più di tanto in quanto evasori. Quanti prestanome, per pochi euro si sono vendute a queste persone? Quanti pagheranno per tutto questo?
D'altronde cosa possiamo aspettarci in un paese del genere? No, non voglio parlar male del mio paese, ma di quelle persone che lucrano su tutto questo. Che i politici rubino non c'era certo bisogno che me lo venisse a dire Travaglio o SpiderTruman. Lo dice pure il Presidente che dal 78 al 92 hanno rubato tutti lasciandoci un debito enorme. Chissà se ce l'aveva con Craxi? L'importante è che dal 92 ad oggi c'hanno pensato loro a metter tutto a posto. Meno male che c'è Draghi alla BCE, almeno non ci farà fare peggiori figure di merda in Europa e coprirà tutto. Tanto noi siamo bravi a nascondere ed insabbiare tutto. Magari potremo mandare Tvemonti al Fondo Monetario tanto lui mi sa che con le cameriere non ci va.
Per ora però, finiamo le ferie, vi prego, che per lamentarci c'è sempre tempo, magari ad ottobre, quando comincia a fare più freddo e si è giustificati a non scendere in piazza.Anche chi ha un contratto di 3 mesi ha diritto alle ferie. Anche chi è disoccupato ha tutto il tempo perchè c'è sempre tempo per trovare lavoro. Figuriamoci poi chi studia ed esige, dopo la laurea di trovare un lavoro giusto e correttamente retribuito, perchè non ci si può sporcare le mani con certi lavori manuali.
Già, perchè ne ho le palle piene, di gente che non ha mai faticato o che è abituato troppo bene. Non è che io faccia il mio lavoro per amore, il mio lavoro è tutt'altro, ma perchè ormai qui si tratta di sopravvivere e non ne posso più di vedere gente che sta sulle spalle degli altri. Bene, cominciate a lavorare i giorni di festa, poi chissà se vi chiederete come mai sono così estremista. Abituatevi a non fare ponti, a dire addio alle serate in discoteca. Questo non perchè la mia situazione sia disperata ma perchè io, come molti altri, il lavoro ce lo siamo guadagnato, ci siamo reinventati noi stessi per fare un lavoro che non è il nostro, per cui noi non abbiamo studiato e cercando di dare sempre il massimo. I sacrifici da fare non sono quelli economici che ci richiedono questi buffoni, i sacrifici sono umani, poichè pochi ne resteranno in piedi. Di questo ne sono convinto. Ditemi come cambierà la vita a non fare più buffi, ad essere onesti, a stringere la cinghia. Ditemi come faranno coloro che hanno sempre pianto sulla loro situazione economica girando invece col Suv. Questi saranno anni di vera democrazia sociale. Lo so, i miei sono discorsi da esaurito ma sono ancora in piedi, sono ancora qui a sputare veleno. Perchè ciò che vedo non è quello che voglio, non voglio vedere il mio paese ribellarsi solo per questioni politiche o per le tasse. Non voglio vedere i sindacati arrendersi a tutto questo e abbandonare i lavoratori ( col privato l'abbandono è di una vita fa ), non voglio vedere imprenditori che con la scusa della crisi scappano e chiudono tutto, come non voglio sentire ancora i politicanti ciarlare sul nulla. Non voglio vedere le persone che pensano solo al proprio orticello.
Non voglio sapere che in Italia hanno diritto solo statali e metalmeccanici. Perchè in Italia si parla solo delle minoranze? Di quelli che guadagnano più di 90000 euro l'anno? Perchè gli altri, la maggioranza sta zitta? Per dignità? Ancora ce n'é?
Ho un sogno. Ma non di quei sogni buttati lì, di una speranza, di fiducia verso il prossimo. Quella che noi, culturalmente, non abbiamo più. L'abbiamo persa in mezzo a troppa televisione, che ci ha cambiato la vita senza accorgersene. Sembra normale per voi che un film cominci alle 21.30 e finisca a mezzanotte? Ma in Italia non ci si va più a lavorare? E quanti riescono a dare il massimo la mattina seguente dopo aver aspettato all'alba la fine del film? Sono piccole cose che molti non vedono, non percepiscono ma che cambiano radicalmente una società e di cui bisognerebbe ribellarsi. Il mio estremismo non ci salverà per certo, ma almeno, renderci conto di ciò che ci stanno facendo e di come ci stanno plagiando, riuscirà a salvare le nostre anime. Non le nostre tasche.

BENEVENTO




Benevento, antichissima città, fu la prima a diventare provincia, nel lontano settembre del 1860, prima ancora dell'unificazione italiana. La costituzione a provincia fu opera del notaio Salvatore Rampone, che liberò la città da otto secoli di dominio pontificio. Oggi la nuova finanziaria vuole abolire 36 province, tra cui quella di Benevento. Dopo l'orgia della proliferazione delle province stesse per assegnare poltrone e prebende, si è arrivati, pur di fare cassa, a decidere di abolire quelle che hanno meno di trecentomila abitanti.
Ma mai che si pensasse di abolire, in nome dei cosiddetti tagli ai costi della politica, il numero dei parlamentari, le loro astronomiche pensioni prese dopo due anni di "attività", le auto blu, i privilegi di tutti i tipi di cui godono.
Pare che la nuova finanziaria salverà invece le Comunità Montane. In nome di quale criterio, non lo si è capito... La prossima volta che mi chiedono di cantare l'inno d'Italia li mando a stendere.

domenica 7 agosto 2011

ALDA MERINI, "QUELLE COME ME"

Quelle come me sono capaci di grandi amori e
grandi collere, grandi litigi, grandi pianti e grandi
perdoni.
Quelle come me non tradiscono mai, quelle come
me hanno valori che sono incastrati nella testa
come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni
singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o
scontato, non le amiche, non la famiglia, non gli
amori che hanno voluto, che hanno cercato, e
difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di
rimanerne prive...
Quelle come me donano l'anima, perché un'anima
da sola, è come una goccia d'acqua nel deserto.

Alda Merini

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