Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il dolore e la sofferenza emotiva
servivano a ricordarmi che stavo vivendo in contrasto con i miei valori.
Oggi so che questa si chiama autenticità.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho capito quanto fosse offensivo voler imporre a qualcun altro i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama rispetto.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di desiderare una vita diversa
e ho compreso che le sfide che stavo affrontando erano un invito a migliorarmi.
Oggi so che questa si chiama maturità.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho capito che in ogni circostanza ero al posto giusto e al momento giusto
e che tutto ciò che mi accadeva aveva un preciso significato.
Da allora ho imparato ad essere sereno.
Oggi so che questa si chiama fiducia in sé stessi.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
non ho più rinunciato al mio tempo libero
e ho smesso di fantasticare troppo su grandiosi progetti futuri.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e felicità,
ciò che mi appassiona e mi rende allegro, e lo faccio a modo mio, rispettando i miei tempi.
Oggi so che questa si chiama semplicità.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono liberato di tutto ciò che metteva a rischio la mia salute: cibi, persone, oggetti, situazioni
e qualsiasi cosa che mi trascinasse verso il basso allontanandomi da me stesso.
All’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma
oggi so che questo si chiama amor proprio.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi facendo ho commesso meno errori.
Oggi so che questa si chiama umiltà.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di continuare a vivere nel passato
o di preoccuparmi del futuro.
Oggi ho imparato a vivere nel momento presente, l’unico istante che davvero conta.
Oggi so che questo si chiama benessere.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho imparato a farlo dialogare con il mio cuore,
l’intelletto è diventato il mio migliore alleato.
Oggi so che questa si chiama saggezza.
Non dobbiamo temere i contrasti, i conflitti e
i problemi che abbiamo con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che questa si chiama vita.
Charlie Chaplin
venerdì 26 dicembre 2014
mercoledì 24 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
E' MORTA VIRNA LISI, LA SIGNORA DEL CINEMA ITALIANO
roma
Viso d’angelo e carattere energico, Virna Lisi, scomparsa oggi a
78 anni, era un’attrice che, per tutta la vita, ha lavorato con
l’obiettivo di smentire lo stereotipo della bionda arrendevole, della
diva che si accontenta di essere bella, dell’interprete docile, pronta a
frasi forgiare dai registi, senza discutere, senza chiedere. Il mantra
pubblicitario che ne aveva segnato gli esordi, «con quella bocca può
dire ciò che vuole», con lei ha funzionato al meglio. Dalle labbra
perfette, nel viso di luminosa bellezza, dominato dallo sguardo azzurro
trasparente degli occhi mai liftati, mai ritoccati, un esempio originale
di fascino mediterraneo racchiuso in tratti nordici, vennero fuori
celebri dinieghi.
Soprattutto quello a Hollywood, la meta agognata di tutte le attrici
del mondo, dove lei arrivò senza sforzo, nel ‘64, per girare con Jack
Lemmon «Come uccidere vostra moglie». Un gran successo, cui seguirono
due film, con Tony Curtis e Frank Sinatra, e una carriera ormai
avviatissima, lontano da casa. Mancavano sette anni di contratto quando
la signora Lisi decise di fare dietrofront, affrontando battaglie legali
e perdite economiche: «Mi proposero di interpretare Barbarella, dissi
di no, spiegai che io con quelle ali
d’oro proprio non mi ci vedevo».
d’oro proprio non mi ci vedevo».
Molto meglio si vide, anni dopo, nei film di Germi, Lattuada,
Comencini, Amelio. Ma soprattutto, pur amando moltissimo il suo lavoro,
si vedeva bene nel ruolo di moglie, madre, nonna. E questo forse le ha
dato la forza di essere l’unica diva che, al di là delle solite
dichiarazioni di facciata, ha vissuto come una liberazione l’apparire
delle prime rughe, come se quei segni le dessero finalmente la
possibilità di mettere bene in luce le sue vere qualità: «Sì, a volte la
bellezza mi ha dato fastidio, mi ha precluso dei ruoli e questo mi ha
addolorata. Essere belle non è sempre facile, soprattutto se si vuol
fare cinema serio».
Addio a Virna Lisi, signora del cinema italiano, la bocca che "può dire ciò che vuole", attrice senza compromessi. Nella sua carriera, oltre cento film con Cavani, Amelio, Comencini (Luigi e Cristina), Zampa, Samperi, Festa Campanile, Lattuada, Risi, Loy, Monicelli. Aveva conquistato anche Hollywood, rifiutando Playboy e Frank Sinatra. Nella sua carriera ha ricevuto sei Nastri d'argento, un premio per la migliore interpretazione femminile a Cannes e quattro David di Donatello, di cui due alla carriera. Nata ad Ancona l'8 novembre del 1936, nel 1960 ha sposato l'architetto romano Franco Pesci (allora presidente della Roma, morto nel 2013) da cui ha avuto un figlio, Corrado, che l'ha resa nonna di tre nipoti.
giovedì 11 dicembre 2014
OTTANTADUEMILA
Altro
che Belpaese. In Italia non vuole venirci più nessuno e chi ci vive
scappa via. Gli italiani tornano a emigrare. Regno Unito, Svizzera e
Germania le nuove mete
L’Italia non attrae più. Né gli italiani né gli stranieri. Perché da una parte viene fuori il volto degli italiani che si sono riscoperti nuovamente migranti, mentre gli stranieri lasciano l’Italia per tornare a casa loro. I dati che emergono dall’Istat parlano chiaro: il 14% degli stranieri se ne vanno dall’Italia. Sono, invece, 82 mila unità (+20,7% rispetto al 2012) gli italiani che lasciano il Belpaese. Regno Unito, Svizzera, Germania e Francia queste le nuove terre promesse per i nostri connazionali che decidono di puntare all’estero per cercare nuove fortune. Si tratta di cittadini che hanno un’età superiore ai 24 anni. Per quanto riguarda le immigrazioni dall’estero nel 2013 sono state, nel 2013, 307mila, 43mila in meno rispetto al 2012. L’immigrazione dall’estero verso l’Italia è la metà preferita dei cittadini romeni, anche se pure loro stanno strizzando l’occhio altrove. Ci sono poi i marocchini, cinesi e ucraini.
La Notizia giornale.it
Un'intera generazione che mancherà all'Italia. Non solo cervelli, ma anche manovalanza bassa. Quella generazione mortificata dalla politica, dalla società, dall'economia. Ognuno di noi ha più di un amico o conoscente che ha fatto questa scelta. Spesso partono da soli, col timore di non farcela, perseguitati dai dubbi, dagli incubi, dall'ansia per via di un cambiamento di vita tanto radicale.
Le generazioni precedenti hanno pensato bene di tutelare i propri interessi. Chi dimentica la stagione delle 'pensioni baby', 19 anni ed a riposo? Ora, i risultati di quelle scelte, le stanno pagando le generazioni successive. L'Italia degli scandali, delle mafie, delle tangentopoli di ritorno, dei paesi e paesini a desertificazione permanente, l'Italia disunita delude e non innamora più nessuno. E' la sconfitta di un intero sistema mangereccio e privo di scrupoli.
martedì 9 dicembre 2014
E I BICCHIERI ERANO VUOTI
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
JACQUES PRÉVERT
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
JACQUES PRÉVERT
lunedì 8 dicembre 2014
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