domenica 13 novembre 2011

BUONANOTTE

Berlusconi contestato prima delle dimissioni

Oggi è il giorno che chiude un ventennio, uno dei tanti della nostra storia. E il pensiero va al momento in cui tutto cominciò. Era il 26 gennaio 1994, un mercoledì. Quando, alle cinque e mezzo del pomeriggio, il Tg4 di Emilio Fede trasmise in anteprima la videocassetta della Discesa In Campo. La mossa geniale fu di presentarsi alla Nazione non come un candidato agli esordi, ma come un presidente già in carica. La libreria finta, i fogli bianchi fra le mani (in realtà leggeva da un rullo), il collant sopra la cinepresa per scaldare l’immagine, la scrivania con gli argenti lucidati e le foto dei familiari girate a favore di telecamera, nemmeno un centimetro lasciato al caso o al buongusto.
E poi il discorso, limato fino alla nausea per ottenere un senso rassicurante di vuoto:
«Crediamo in un’Italia più prospera e serena, più moderna ed efficiente... Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo costruire insieme, per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano». Era la televendita di un sogno a cui molti italiani hanno creduto in buona fede per mancanza di filtri critici o semplicemente di alternative. Allora nessuno poteva sapere che il set era stato allestito in un angolo del parco di Macherio, durante i lavori di ristrutturazione della villa. C’erano ruspe, sacchi di cemento e tanta polvere, intorno a quel sipario di cartone. Se la telecamera avesse allargato il campo, avrebbe inquadrato delle macerie.
Oggi è il giorno in cui il set viene smontato. Restano le macerie. La pausa pubblicitaria è finita. È tempo di costruire davvero.
MASSIMO GRAMELLINI


Finisce così, con l’uomo che tanto ama i bagni di folla costretto a scappare da un’uscita secondaria del Quirinale. Con l’uomo della visibilità e dell’apparire costretto a star nascosto da mattina a sera, sempre chiuso dentro: in auto con la scorta, a Palazzo Chigi, alla Camera, a Palazzo Grazioli, al Quirinale
Così è stato l’ultimo giorno di Berlusconi. Sono le 21,43 quando viene battuto il flash «Berlusconi si è dimesso »: chissà se questi numeri resteranno nei libri di storia. Piazza del Quirinale è una bolgia. La gente che aveva insultato il premier all’arrivo, ora festeggia.

Forse nulla poteva far più male a Berlusconi di quest’epilogo inglorioso, fra gli sputi e le monetine, fra i «buffone» e gli «arrestatelo».
Per ora c’è un uomo sconfitto, che lascia un Paese rissoso e sull’orlo del fallimento. Che ne sarà di lui, da qui a qualche mese, non è dato immaginare. Da un punto di vista politico, economico, giudiziario e forse anche fisico, perché la botta è tremenda.
MICHELE BRAMBILLA

Finalmente! Il cavalier Pompetta era entrato in politica per salvare le sue aziende se ne va per lo stesso motivo. Speriamo che non torni mai più. Per togliere le macerie che ci ha lasciato ci vorranno molti anni. AGA2044

“Oggi è il giorno della liberazione nazionale da parte dei cittadini nei confronti di un governo piduista che ha umiliato le istituzioni e indebolito la democrazia” ANTONIO DI PIETRO


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