
Bersani: "E' un insolente"
"L'Infedele": "Un postribolo televisivo"
Fini: "Non puo' fare il presidente della Camera. Deve dimettersi".
Note di costume e società. Web diary of social cognizer.

Per cominciare bene la domenicaQuando le cose non sembrano andare nella direzione che ti aspetti, sappi che Dio ha sempre un piano per te. Se tu hai fiducia in Lui, Lui ti darà grossi doni. Ogni albero ebbe ciò che voleva ma non nel modo che avrebbe immaginato.
Noi non sappiamo sempre ciò che Dio ha riservato per noi. Sappiamo che le Sue vie non sono le nostre vie, ma le sue vie sono sempre le migliori.
Una nostra lettrice, Erminia Manserra, con l'aggiunta di qualche particolare per noi inedito, ci ha inviato una nota con cui è tornata sulla vicenda di ieri che ha commosso i presenti al Convegno su "Eroine ed antieroine" relativo al 150° anniversario dalla fondazione della Provincia sannita per sottolineare, ancora una volta, il gesto di un signore vicentino che ha voluto assumere su di sé la responsabilità morale della strage dei piemontesi, ma solo perché della stessa provincia del nord in cui era nato il colonnello Negri che comandò l'eccidio di Pontelandolfo, e quindi rivolgere ai sanniti pubbliche scuse. "Il convegno - scrive la Manserra - si è aperto con il saluto del presidente Cimitile, il quale ha parlato anche dell'eccidio di Pontelandolfo perpetrato dal colonnello Pier Eeleonoro Negri nato a Locara in provincia di Vicenza. Conclusosi il suo saluto, un momento di grande emozione per tutti, per me personalmente ancora più forte perché all'improvviso, vedo il mio amico (nella foto) Luciano Disconsi (vicentino doc) ex docente di materie letterarie di Rettorgole di Vicenza, che avanza verso il tavolo dei relatori. Persona di grande cultura ed umanità. Come mai è qui, mi chiedo? Lo guardo mentre avanza come in un replay. Attimo di tensione nell'uditorio. E' commosso, con la voce tremante e le lacrime agli occhi, si presenta e chiede scusa tramite Cimitile ed i presenti, a tutta la provincia di Benevento per quello che aveva fatto il suo compaesano Negri. Grazie Luciano. Grazie a te ed a tante persone come te che hanno avuto ed hanno l'onestà intellettuale e morale di conoscere e capire come sono andate certe cose. Tu sei un caso speciale, perché hai voluto che veramente l'Italia fosse una ed indivisibile. Hai sposato una donna del Sud, della mia terra, ma con lei hai sposato ed amato anche il mio paesello, dove vieni spessissimo, Ginestra degli Schiavoni, che ami come fosse tuo e forse anche di più. Ora possiamo, forse, dire che, veramente, sta nascendo un'Italia Unita. Un abbraccio Erminia".
godimento». Sono le parole di una religiosa impegnata nella lotta contro la tratta delle donne, suor Rita Giaretta, della Comunità Rut di Caserta, che con le sue consorelle ha scritto una lettera aperta per esprimere «indignazione» dinanzi all«’indecoroso spettacolo» offerto dal caso Ruby e che vede coinvolti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, Emilio fede e lele Mora. La missiva è stata pubblicata dal sito missionario Missionline.org, perché, spiegano i curatori del portale, « Il "caso-Ruby" scuote l'Italia. E anche MissiOnLine sente il dovere di intervenire, con un'attenzione non agli aspetti penali o mediatici della vicenda (su cui molto ci sarebbe da riflettere), ma sui rivolti educativi e culturali».
LA LETTERA - «Sono sconcertata - scrive suor Rita - nell’assistere come da "ville" del potere alcuni rappresentanti del governo, eletti per cercare e fare unicamente il bene per il nostro Paese, soprattutto in un momento di così grave crisi, offendano, umilino e deturpino l’immagine della donna». «Di fronte a tale e tanto spettacolo l'indignazione è grande!» continua la religiosa che arriva a paragonare il palazzo del presidente del Consiglio a quello del re Erode e utilizza parole durissime: «Come non andare con la mente all'immagine di un altro "palazzo" del potere, dove circa duemila anni fa al potente di turno, incarnato nel re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: «Non ti è lecito, non ti è lecito!». Anch'io oggi sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erodi di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la "bellezza" della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio, guidate da interessi e denaro; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di trasparenza, di onesta. Tutto questo è il tradimento del Vangelo, della vita e della speranza».
L'"OMERTÀ" DI ALCUNI UOMINI - Suor Rita ha anche bacchettato quegli uomini che, seppur si proclamano di fede cattolica, sono troppo morbidi nel giudicare moralmente la vicenda. «Ma davanti a questo spettacolo una domanda mi rode dentro - conclude la religiosa - dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Poche sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c'è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia».

Come donne non possiamo stare zitte di fronte quello che succede in questi giorni nel nostro Paese, non possiamo non esprimere tutta la nostra rabbia e indignazione per l’indecente spettacolo che la classe politica sta dando di sé, dell’Italia e delle donne italiane nel mondo.
Siamo studentesse, insegnanti, disoccupate, educatrici, precarie, artiste, ricercatrici, siamo le donne che non “fanno notizia” su TV e giornali, per questo siamo scese in piazza per urlare il nostro: ORA BASTA!!! Noi non ci stiamo, noi e i nostri corpi non siamo in vendita, rivendichiamo la nostra dignità! Siamo pronte come sempre a lottare – e non a “svenderci” al sultano di turno – per ottenere e salvaguardare i nostri diritti!
Rifiutiamo i nuovi modelli inculcati dai media nelle giovani generazioni: escort, veline, “letterine” disposte a tutto pur di sfondare nel mondo dello spettacolo o della politica? NO, grazie!
Denunciamo un peggioramento generale delle condizioni di vita e di lavoro delle donne nel nostro Paese: secondo i dati del 2010 del Forum economico mondiale su “gender Gap”, che misura il divario di opportunità tra uomini e donne, l’Italia è scesa dal 72° al 74° posto su 134 Paesi analizzati (preceduta da Ghana, Botswana, Romania, Vietnam!) per quanto riguarda la partecipazione delle donne al lavoro (su questo siamo addirittura al 94°posto), alla vita politica, il loro accesso all’istruzione, la loro presenza nei luoghi decisionali e la loro aspettativa di vita. Per quanto riguarda i salari, in Italia le donne guadagnano in media il 50% in meno degli uomini.
se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Università di Stanford, 21 gennaio 2005

altro Stato al mondo – ha detto Michel Bouquier, direttore dell’Ente del Turismo del Principato - dedica a questo settore, un importo così elevato. Ma non solo: in un territorio dallo spazio contenuto, il 42% della sua area, è dedicato a verde e giardini per rendere Monaco ancora più attraente e piacevole”.


Discendeva da una famiglia della borghesia ebraica. Suo padre era un avvocato affermato ed un antifascista dichiarato.
Studiò filosofia all'Università di Milano e frequentò il Conservatorio. Quando in Italia vennero promulgate le leggi razziali contro la comunità ebraica, Tullia Zevi era in vacanza in Svizzera con la famiglia. In seguito si trasferirono in Francia, dove Tullia Zevi continuò il suo percorso di studi alla Sorbona di Parigi. Quando anche in Francia si preannunciò l’inizio della guerra, emigrarono negli Stati Uniti. Zevi continuò a studiare all’università e suona l'arpa in maniera professionale in diverse orchestre. Fu in quel periodo che fece la conoscenza di Leonad Bernstein e Frank Sinatra. A New Yoirk frequentava i circoli antifascisti e iniziò la sua professione di giornalista. Dopo la fine della guerra tornò in Italia insieme al marito, Bruno Zevi, un architetto e critico d’arte. Come corrispondente venne inviata anche al processo di Norimberga. Per più di trent’anni – dal 1960 al 1993 – lavorò come corrispondente per il giornale israeliano Maariv, un’attività durante la quale scrisse anche sul processo di Eichmann a Gerusalemme. Inoltre collaborò con il settimanale londinese „The Jewish Chronicle“.
Nel 1992 è Cavaliere della Gran Croce, la massima onorificenza, conferitale dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
www.wikipedia.it
Le note sono quelle della canzone di Alicia Keys, ma le parole non sono per New York, bensì per Cuneo. A cantare questa rivisitazione nostrana è Paola Cortellesi, cantante per caso con Claudio Bisio, nella puntata del 14 gennaio di Zelig.Ecco il testo: “Dimmi quale luogo è il centro del mondo / anima di metropoli, asfalto profondo / grattacieli in bilico, mela di cemento / sai che se ce la fai qui, puoi farcela ovunque / senti il vento, il soffio che cresce / respiro di macchine a spina di pesce / città che non dorme e che se dorme fa sogni / che neanche te le immagini, ne combina di ogni / E sale l’inquietudine, la notte ti bracca / è musica che cresce, megalopoli che spacca / E questa è Cuneo / femmina città del Piemonte / col sole di fronte / Parlo di Cuneo, ti prende il corpo e la mente / non puoi farci niente / Si tratta di Cuneo”.
http://www.blitzquotidiano.it/video/paola-cortellesi-cuneo-alicia-keys-714424/


Per rompere la monotonia delle notizie su vecchi ottuagenari tristi e soli in cerca di consolazione su mercenarie carni tremule, ho deciso di parlarvi della storia di Sean Aiken. Questo simpatico ragazzone americano, laureato, ha un destino da esperto nel multitasking... Dopo la laurea si è sentito dire dal padre: "Non importa ciò che fai, l'importante è che quello che fai sia una cosa che ami". Dopo il classico stato confusionale post laurea, Sean ha dato vita ad un'esperienza unica. Tra il 2007 ed il 2008, a soli 25 anni, mosso da una sfida con se stesso, il ragazzo ha iniziato a viaggiare l'America coast to coast. Ha trovato 52 lavori in 52 settimane, percorso 46mila miglia, dormito su 55 divani diversi, trovato ospitalità dovunque attraverso il suo sito web oneweekjob.com. Al suo interno promosse la ricerca di lavoro e cercò committenze della durata massima di una settimana. Non voleva compensi, ma che gli aspiranti datori facessero una donazione in
beneficenza. Immediate le risposte di moltissimi offerenti. Il secondo passo fu quello di trovare uno sponsor che finanziasse i suoi viaggi. Contadino, pompiere, pubblicitario, mascotte, produttore cinematografico, giornalista, pizzaiolo, dee-jay, allenatore di pallavolo, fiorista eccetera eccetera. Sean, laureato in Business Administration al Capilano College di North Vancouver, ha fatto veramente di tutto. Certo, in America è più semplice. Ed oggi il ragazzone biondo platino di cosa si occupa? Si occupa di raccontare il progetto One Week Job. Racconta la sua esperienza in giro per le scuole americane con uno stile divertente e umoristico e viene ben remunerato per questo. E' quindi partito il "The One Week Job Program": a tre ragazzi reclutati online è stato offerto un budgeti di 3mila dollari a testa per intraprendere un'esperienza simile a quella di Sean e scriverne poi sul sito Oneweekjob.
disprezza i meridionali, dice: "Tu non saresti nessuno se cinquant'anni
fa i siciliani non fossero andati nelle fabbriche del Nord a farsi un culo così!"
"Siamo venuti a conoscenza, da poche ore, che “Radio Padania Libera” trasmette i suoi programmi anche dal Salent"o. L’Unione degli Studenti della provincia di Lecce, "proprio perché ispirata e radicata sui principi democratici della Repubblica Italiana, sanciti dalla costituzione," apprende con sdegno la notizia. "Viene permesso ad un gruppo di persone, - dicono - con un profondo odio verso i meridionali e verso tutto ciò che è diverso da loro, di emettere quotidianamente insulti e corbellerie, tutto condito da un po’ di riti sacri della loro tradizione falsa e qualche grido secessionista. Ci sembra davvero grave che il governo, proprio mentre sono in corso i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia continui a permettere l’espansione di un’emittente che dovrebbe fare disonore alla nostra nazione Unita.