domenica 29 gennaio 2023

CLARA IMMERWAHR, SCIENZIATA EBREA E MOGLIE INFELICE DI FRIZ HABER, INVENTORE DELLO ZYCLON

Clara Immerwahr, scienziata ebrea, suicidatasi contro l'uso dei gas asfissianti, creati dal marito Fritz Haber.

Clara Immerwahr (1870 - 1915) era nata in Slesia da una ricca famiglia ebrea e, dopo studi in scuole femminili e severi esami di ammissione all'università, riuscì a laurearsi in Chimica all'Università di Breslavia. Era la prima donna in Germania e successivamente ottenne anche il dottorato.
Sposò, trentenne, Fritz Haber (1868-1934), brillante chimico, di famiglia ebrea. Inizialmente, collaborava alle sue ricerche come si deduce dalle dediche sui testi che lui pubblicava: "Alla mia cara moglie Clara Haber, Ph.D., in segno di gratitudine per la sua cooperazione silenziosa”.
Dopo la nascita del figlio Hermann, un bambino di scarsa salute che reclamò gran parte dell’attenzione della madre, nel poco tempo rimasto dal lavoro di casalinga, Clara organizzava conferenze pubbliche sul tema: “La chimica in cucina e nei lavori domestici”, destinate a istruire le donne sull’uso dei prodotti chimici di uso comune nelle abitazioni.
Gli Haber divennero ricchi dopo che l'invenzione della sintesi dell’ammoniaca da idrogeno e azoto atmosferico, effettuata da Haber, fu resa industriale da Carl Bosch.
Ma Clara era molto scontenta del rapporto col marito e della sua vita relegata al ruolo di moglie e madre: "È sempre stato il mio modo di pensare che una vita valga la pena di essere vissuta solo se si è fatto pieno uso di tutte le proprie abilità e si è cercato di vivere ogni tipo di esperienza che la vita umana ha da offrire. È stato sotto questo impulso, tra le altre cose, che ho deciso di sposarmi in quel momento … la vita che ho avuto è stata molto breve … e le ragioni principali sono il modo oppressivo di Fritz di mettersi al primo posto in tutto…, così che una personalità meno spietatamente auto-assertiva è stata semplicemente distrutta."
Allo scoppio della prima guerra mondiale, le ricerche del marito condussero all'invenzione di gas asfissianti che lo stesso mise a disposizione dell'industria bellica.
Clara cercò in tutti modi di dissuaderlo, ma senza successo. Haber aveva sintetizzato diversi gas a base di cloro, il più tristemente famoso è il cosiddetto "gas mostarda" (il tioetere del cloroetano) usato nella seconda battaglia di Yprès dai tedeschi sotto la supervisione di Haber il 22 aprile 1915, causando 5000 morti nei primi dieci minuti. Fu chiamato Iprite e fu la prima arma di distruzione di massa.
Haber celebrò il “successo” della battaglia di Yprès e la sua promozione al grado di capitano, durante un raduno nella sua villa il 1 maggio 1915.
Nella notte dal 1 al 2 maggio, Clara si suicidò sparandosi con la pistola di ordinanza del marito nel giardino della villa: il suo modo per dichiararsi "non complice dello sterminio".
Il suicidio di Clara rimase in gran parte nell’ombra. Sei giorni dopo la sua morte, solo il giornale locale riferì che “la moglie del Dr. H. dei Servizi Segreti, attualmente al fronte, ha messo fine alla sua vita sparandosi. Le ragioni del gesto infelice della donna sono sconosciute.”
Prima della morte, Clara aveva scritto lettere in cui spiegava a lungo la sua decisione, ma scomparvero. In seguito Haber inventò anche lo Zyklon, che fu usato nelle camere a gas dei lager nazisti.
Nel 1918 ricevette il Nobel per la Chimica per "la sintesi dell’ammoniaca".
Tratto da: Scienziate nel tempo di
Liliana Moro e Sara Sesti

mercoledì 18 gennaio 2023

VACCINI / MAXI BUSINESS, POLITICI COMPRATI, CONTROLLORI COLLUSI, CENSURE SUGLI EFFETTI AVVERSI. UN MIX ESPLOSIVO

(La Voce delle Voci) - Non la classica inchiestona su Covid e le sue origini, vaccini tradizionali o a RNA messaggero, effetti avversi, le politiche governative sulla pandemia, oppure i mega interessi delle aziende farmaceutiche, le star di Big Pharma come ‘Pfizer’ e ‘Moderna’.

Ma una serie di news, di riflettori che cerchiamo di (ri)accendere  su quei temi. Una sfilza di flash che aggiornano i fatti e consentono di vedere l’altra faccia della medaglia, quella regolarmente oscurata, censurata e nascosta dal mainstream e dalle stesse politiche ‘censorie’ attuate in molti Paesi.

 

BIG PHARMA COMPRA I CONGRESSISTI USA

Partiamo dagli States, dove storicamente ha avuto un grosso peso ‘politico’ il settore farmaceutico, che negli ultimi anni ha versato montagne di dollari ai membri del Congresso Usa. Soldi un tempo equamente suddivisi tra repubblicani e democratici, mentre da una dozzina d’anni la bilancia pende decisamente sul fronte Dem: e Joe Biden ne ha potuto lautamente e ‘lecitamente’ profittare, perché negli Usa il ‘lobbismo’ e il finanziamento ai partiti è abbondantemente previsto e regolamentato.

Big Pharma quindi largamente in testa, avendo superato in tromba i due ‘storici’ settori, fino ad una decina d’anni fa, dominanti: l’industria petrolifera e, ancor più, quella delle armi.

Ma veniamo ai giorni nostri e alle news a stelle e strisce.

Eccoci ad un fresco studio condotto da ‘STAT’, così definito dagli addetti ai lavori: “non è un giornale, ma una struttura investigativa e sito di notizie americano, lanciato nel 2015 da John W. Henry, il proprietario di ‘The Boston Globe’, testata diventata famosa anche negli altri continenti per l’indagine del gruppo investigativo ‘Spotlight’ (è valsa agli autori il premio Pulitzer ed è stata fonte del film da Oscar ‘Il caso Spotlight’) che scoperchiò la pedofilia nelle parrocchie della Chiesa Usa per poi allargarsi a tante altre nazioni”.

E qual è l’ultima grossa rivelazione made in STAT? Che i due terzi dei parlamentari Usa ricevono lauti finanziamenti delle industrie farmaceutiche, oltre il 70 per cento. L’ultimo assegno incassato dai membri del Congresso è del 2000. Su 100 senatori che formano la Camera Alta, 72 hanno ricevuto fondi da Big Pharma. Su 441 deputati della Camera Bassa, il numero esatto è di 302.

Commenta l’autore dell’inchiesta, Lev Facher: “L’ampiezza della spesa evidenzia la continua influenza dell’industria farmaceutica a Washington. E la sua attenzione si è concentrata in modo massiccio su quei congressisti che fanno parte di ‘comitati chiave’ che sovrintendono alla legislazione sanitaria. Pochissimi candidati che hanno accettato i soldi dell’industria farmaceutica hanno finito per perdere la rielezione”.

Dollari ben investiti, dunque.

Continua il reporter: “Anche dopo anni di critiche da parte del Congresso e della Casa Bianca sui prezzi elevati, rimane una routine per i funzionari eletti che regolano il settore sanitario accettare somme a sei cifre”.

STAT, addirittura, ha messo a disposizione una mappa interattiva  che consente ai lettori-cittadini di visualizzare i contributi singoli dell’industria farmaceutica, suddivisa per Stati e distretti congressuali.

 

ECCOCI AI ‘TWITTER FILES’

Passiamo ai ‘Twitter Files’, una vera miniera di notizie da quando il nuovo proprietario Elon Musk ha deciso una ben diversa   politica aziendale, improntata alla trasparenza e soprattutto al disvelamento dei meccanismi ‘censori’ praticati in passato, in profonda collusione con la Casa Bianca e la sua politica, soprattutto in campo sanitario, per la regia di Anthony Fauci, oggi indagato dai procuratori generali della Louisiana e del Missouri, come la Voceha più volte sottolineato. 


Il giornalista investigativo e collaboratore di ‘The Intercept’Lee Fang, ha appena pubblicato un articolo sui ‘Twitter Files’ in cui rivela come l’industria farmaceutica abbia esercitato pesanti pressioni sul social network per censurare i contenuti che riguardavano l’utilizzo di ‘vaccini generici’ contro il Covid: penalizzando chi, in sostanza, voleva saperne di più sui ‘concorrenti’ delle star di Big Pharma.

Secondo Lee Fang, “la campagna prevedeva pressioni dirette da parte dell’azienda tedesca BionTech, che ha sviluppato il suo vaccino con Pfizer. L’obiettivo era quello di censurare attivisti e medici che chiedevano la produzione di vaccini generici a basso costo”.

Continua il reporter: “I giganti farmaceutici hanno visto questa crisi come una colossale opportunità per ottenere profitti senza precedenti e hanno cercato di fare in modo che i gruppi di pressione bloccassero qualsiasi tentativo di condividere i brevetti per nuovi preparati contro il coronavirus, che fossero terapie o vaccini”.

E ancora: “All’epoca la ‘Biotechnology Innovation Organization’ (BIO) – il gruppo di pressione che rappresenta le aziende biofarmaceutiche, tra cui Moderna e Pfizer – si appellò al neoeletto governo statunitense di Joe Biden, chiedendo che le autorità sanzionassero qualsiasi Paese che suggerisse di creare tali farmaci o vaccini. Come misura separata, BIO ha contribuito con 1.275.000 dollari a una campagna speciale di moderazione – leggi censura – dei contenuti chiamata ‘Stronger’, progettata dall’appaltatore ‘Public Good Projects’, che ha aiutato Twitter a stabilire regole di moderazione dei contenuti in merito alla ‘disinformazione’ sul Covid-19”.

Da trasecolare.

 

EFFETTI AVVERSI? GIA’ STRA-PREVISTI A INIZIO 2020

Passiamo ad una terza ‘chicca’ che riguarda gli ‘effetti avversi’, già ben previsti fin dal 2020, e invece sempre ultra-minimizzati da governi e virologi taroccati (o al servizio di Big Pharma).

La ‘prova’ arriva da una gara d’appalto indetta nell’autunno 2020.

A segnalarla è la piattaforma di contro-informazione ‘Byoblu’ che scrive: “Il 14 settembre 2020, più di tre mesi prima dell’avvio della campagna vaccinale, la MHRA, cioè l’Agenzia regolatrice dei farmaci della Gran Bretagna, ha siglato un contratto con un’azienda americana che produce software, la ‘Genpact’. Il contratto è stato stipulato in relazione ad una gara d’appalto urgente per la fornitura di servizi informatici per la gestione dell’atteso numero di segnalazione di effetti avversi. La questione emerge da un sito ufficiale dell’Unione Europea, il TED (Tenders Electronic Daily): il supplemento della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dedicato agli appalti pubblici Ue. Il 23 ottobre 2020 viene pubblicato un avviso di aggiudicazione dell’appalto: amministrazione aggiudicatrice: MHRA buyer organisation; denominazione: SafetyConnect-intelligenza artificiale; valore totale: 1,5 milioni di sterline”.

E viene poi descritto il servizio che verrà fornito: “Per motivi di estrema urgenza – si legge – relativi al rilascio di un vaccino Covid-19, l’MHRA ha accelerato l’approvvigionamento e l’implementazione di uno strumento in intelligenza artificiale specifico per il vaccino. Strettamente necessario: non è possibile aggiornare i sistemi informatici in uso all’MHRA per gestire il volume di ADR, cioè reazioni avverse al farmaco, che saranno generate dal vaccino. Pertanto, se le l’MHRA non implementa lo strumento di intelligenza artificiale, non sarà in grado di elaborare efficacemente queste ADRCiò ostacolerà la sua capacità di identificare rapidamente qualsiasi potenziale problema di sicurezza con il vaccino Covid-19 e rappresenta una minaccia diretta per la vita dei pazienti e per la salute pubblica. Motivi di estrema urgenza: l’MHRAriconosce che il suo processo di appalto pianificato per il programma SafetyConnect, incluso lo strumento di intelligenza artificiale, non si sarebbe concluso con il lancio del vaccino. Portando all’incapacità di monitorare efficacemente le reazioni avverse al vaccino Covid-19. Eventi imprevedibili: la crisi del Covid-19 è una novità e finora gli sviluppi nella ricerca di un vaccino contro il Covid-19 non hanno seguito alcuno schema prevedibile”.

In poche righe la società britannica regolatrice dei farmaci (l’equivalente europeo dell’EMA) ne racconta di tutti i colori.

Primo: è previsto un massiccio numero di effetti avversi.

Secondo: la MHRA riconosce di non essere in grado di monitorare con efficacia la mole di eventi che si verificheranno. Tutto ciò – scrive testualmente – rappresenta “una minaccia diretta per la vita dei pazienti e la salute pubblica”. Last but not least, viene detto in modo che più esplicito non si può che questi vaccini “non hanno seguito alcuno schema prevedibile”.

Può bastare?

Un atto di accusa in piena regola, che arriva addirittura dall’ente britannico di controllo sui farmaci. Possibile mai che il governo e nessuna altra autorità, britannica in primis ma anche europea, non abbia tenuto in alcun conto un grido d’allarme che più forte e preoccupante non si può?

Ai confini della realtà.

 

INIZIANO AD APRIRE GLI OCCHI I CDC AMERICANI?  

Da un sos all’altro il passo è breve. E siamo sempre negli Stati Uniti.

Un paio di mesi fa i CDC (‘Centers for Deseases Control’) americani – che fra l’altro hanno messo a punto il sistema VAERS di monitoraggio sugli effetti avversi – hanno anche finalmente diramato i primi risultati ottenuti sul fronte degli ‘effetti avversi’ stessi da quando sono iniziate le campagne vaccinali negli Usa. Ne   viene fuori un dato drammatico: ben 10.000.000 (dieci milioni, avete letto bene) di ‘effetti avversi’, dai più leggeri ai più gravi, che colpiscono soprattutto ‘al cuore’ (pericarditi, miocarditi, fino a ictus, trombosi e infarti).

Ed è di appena qualche giorno fa una dichiarazione CDC sui potenziali rischi di ‘ictus’ derivanti dai vaccini a mRNA, cioè quelli di Pfizer e Moderna. Ecco la nota: “In seguito alla disponibilità e all’uso dei vaccini Covid-19 aggiornati (bivalenti), Vaccine Safety Datalink (CSD) dei CDC, un sistema di sorveglianza quasi in tempo reale, ha soddisfatto i criteri statistici per sollecitare ulteriori indagini sull’esistenza di un problema di sicurezza per ictus ischemici nelle persone di età pari o superiore a 65 anni che hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BionTech Covid-19, bivalente”.

Il deputato repubblicano Cathy McMorris Rodgers, che presiede il comitato per il Commercio alla Camera, ha invitato i CDC ad “indagare rapidamente”.  “La mancanza di trasparenza negli ultimi tre anni – sostiene – ha infranto la fiducia degli americani nelle nostre agenzie di sanità pubblica. CDC FDA (la ‘Food and Drug Administration’, ndr) dispongono di sistemi per monitorare la sicurezza dei vaccini che hanno identificato questo segnale preliminare. Ora queste agenzie devono indagare rapidamente, in modo aperto e trasparente, se il vaccino possa aver contribuito o meno agli ictus segnalati”.

Sorge spontanea la domanda. Potranno mai, tali ‘Autorità’, smentire se stesse?

Potrà mai, ad esempio, la FDA ammettere di aver bypassato – anzi letteralmente calpestato – norme, regole e tempi che dovevano seguire i ‘trials’, le fondamentali sperimentazioni, la cui ‘dead line’ era prevista per il 31 dicembre 2023, cioè a fine di questo anno?

Potrà mai ammettere di aver spudoratamente mentito su efficacia e sicurezza dei vaccini, come ha più volte denunciato – una delle poche voci nel deserto – l’autorevole ‘British Medical Journal’ – che ha avuto il coraggio di pubblicare tre inchieste al calor bianco, nel corso del 2021, veri j’accuse contro FDA, nonché la superprotetta star di Big Pharma, Pfizer, guarda caso la prima a tagliare lo ‘storico’ traguardo del vaccino anti covid?

E ancora: come si spiega il rifiuto, per ben due volte, del Ceo di PfizerAlbert Bourla, di testimoniare davanti alla ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ istituita a settembre dal Parlamento europeo? Misteri di Big Pharma.

 

LA DICHIARAZIONE DI STOCCOLMA

Terminiamo il nostro horror tour con due paesi europei, Svezia e Germania.

Un’equipe medica di Stoccolma ha appena elaborato una dichiarazione pubblica attraverso cui viene lanciato un vero e proprio grido di d’allarme: occorre sospendere al più presto le somministrazioni vaccinali perché i sieri anti covid sono “palesemente pericolosi”. Si tratta di cinque medici ‘senior’ a cui si è unito, per lo studio, Johan Eddebo, ricercatore in digitalizzazione e diritti umani. Nello studio vengono citate numerose altre ricerche condotte in vari Paesi, e tutti giungono alla medesima conclusione: fino a che non viene fatta chiarezza in modo esaustivo e documentato sulla efficacia e, soprattutto, sulla sicurezza di questi vaccini – soprattutto quelli a RNA messaggero – ogni trattamento dovrà essere sospeso.

Ecco l’incipit della dichiarazione: “Il vero carattere e la portata del danno causato dalle vaccinazioni di massa senza precedenti per Covid-19 stanno solo ora iniziando a diventare chiariLe principali riviste scientifiche hanno finalmente iniziato a pubblicare dati che confermano ciò che la comunità di ricerca ‘clandestina’ ha osservato negli ultimi due anni, soprattutto in relazione a complessi problemi di soppressione immunitaria”.

Organismi di vigilanza pubblici come l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) sono finanziati dall’industria farmaceutica e spesso basano le loro raccomandazioni sugli studi interni di Big PharmaL’indipendenza delle nostre istituzioni scientifiche e accademiche è minacciata e vediamo una confluenza tra la ricerca scientifica, gli interessi aziendali privati e gli obiettivi politici e ideologici a tutti i livelli”.

“Recenti rivelazioni hanno mostrato che anche le piattaforme digitali hanno lavorato attivamente per sopprimere le prospettive critiche sulle politiche Covid e sulle vaccinazioni di massa. Tutto ciò crea strutture che reprimono immediatamente le opinioni eterodosse e mette a tacere le voci critiche attraverso la paura e la persecuzione indiretta”.



La chiave, ora, è insistere con le domande critiche relative alle vaccinazioni di massa ovviamente pericolose e indagare sulla corruzione nelle nostre istituzioni politiche e scientifiche su cui la situazione Covid ha fatto luceE’ fondamentale iniziare immediatamente a porre rimedio al danno enorme che è stato arrecato alla salute pubblica globale e alla società aperta in quanto tale”.

Passiamo alla Germania, con una storia molto triste e che tocca veramente il cuore, raccontata dal sito ‘Revovatio 21’, molto attivo nel denunciare affari & connection proliferati nei tre anni di pandemia. E’ la drammatica vicenda che sta vivendo una anziana (ha 85 anni) sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, una compositrice di origine sovietica, Inna Abramovna Zhvanetskaja,la quale ora sta combattendo con le poche forze che le restano per evitare l’internamento in una struttura psichiatrica per il solo fatto di rifiutare il vaccino anti covid.

Incredibile ma vero.

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"Speranza ha mentito sul Covid. La sinistra? Non vuole la verità"

È ormai questione di giorni. Al massimo un paio di settimane e poi alla Camera partirà l'iter per l'istituzione della commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia.

lunedì 9 gennaio 2023

A PROPOSITO DI SCUOLA E DI MAMME FINLANDESI...

 Ammazzare la scuola

Di cosa avrebbe avuto bisogno la scuola dopo il trauma del lockdown e i disastri della “didattica a distanza” (disastri dovuti all’ovvia inidoneità dello strumento, nonostante gli enormi sforzi fatti da tanti insegnanti per portare comunque avanti la relazione educativa)? Avrebbe avuto bisogno di tempo, di tempo per ritrovarsi e riassestarsi, per ricominciare a dare insegnamenti, conoscenze, socialità. Poi, semmai, curate le ferite, sarebbe dovuta iniziare una riflessione approfondita e il più possibile condivisa su eventuali cambiamenti benefici, ben pensati e motivati, da apportare al sistema scolastico. Nessuno di noi, d’altra parte, assale ciò che ama; semmai cerca di proteggerlo e di farlo crescere con cura, con attenzione e prudenza, con la dovuta calma.

Cos’è successo, invece? Che nel giro di pochi mesi, o addirittura di poche settimane, sono arrivati, in ordine sparso, in un ininterrotto bombardamento:
– la riforma del reclutamento e della ‘formazione’ degli insegnanti, con la creazione della sedicente “Scuola di alta formazione”;
– la sperimentazione su ‘competenze non cognitive’ e sulla quadriennalizzazione delle scuole superiori;
– le accuse agli insegnanti di essere ‘novecenteschi’;
– l’accusa alla scuola di essere ‘gentiliana’;
– la spinta all’adozione di ‘ambienti di apprendimento innovativi’, la cui efficacia viene data per scontata senza nessuna riflessione sulla loro effettiva utilità e la loro compatibilità con le finalità della scuola;
– la condanna di fantomatiche “lezioni frontali” e della “didattica trasmissiva”;
– la condanna di una fantomatica scuola meritocratica;
– la condanna della scuola “del sapere e della conoscenza”;
– la denuncia dell’inutilità delle conoscenze, tanto ci sono le informazioni su internet;
– la cultura descritta come “nozionismo”;
– “saper fare”, “saper essere”, “capitale umano”;
– la battaglia per l’abolizione dei voti numerici in ogni ordine di scuola (senza pensare, o pensandoci benissimo, alle ripercussioni sul valore legale del titolo di studio);
– la rappresentazione di insegnanti sadici, che vogliono tutti umiliare gli studenti con i voti;
– gli insegnanti da riaddestrare;
– la riforma degli ITS;
– l’introduzione della figura del ‘docente esperto’, ora “docente incentivato”. E poi deliri e formulette vuote e astratte – che non hanno alcuna attinenza con l’insegnamento, con la relazione educativa e con la realtà di ciò che avviene davvero in classe – sul valore salvifico a prescindere di flipped classroom, debate, cooperative learning, “sedute innovative” e “classi aperte” [cioè atomizzazione di tutti i rapporti, alla faccia della socialità; fine dei legami stabili e dei gruppi classe all’interno dei quali gli studenti possano stabilire relazioni durature indispensabili alla crescita]

Avete presente quando un esercito attacca il nemico da tutte le direzioni? Ecco, la singolare concentrazione (verrebbe da dire concertazione) degli interventi di ministri, politici, burocrati ministeriali, dirigenti e pedagogisti in carriera, associazioni, esperti che non capiscono nulla di scuola – tutti nella stessa direzione, quella de “la scuola così non va”, senza averle dato nemmeno il tempo di riprendersi e dimostrare quello che ancora vale – deve avere una spiegazione. L’ipotesi che uno scrittore di romanzi distopici potrebbe fare è questa: prima che la scuola (pubblica) ritorni a funzionare appieno, bisogna smantellarla, approfittando dello smarrimento del dopo-covid e della debolezza democratica delle nostre istituzioni; distruggerla rendendo impossibile l’insegnamento e la relazione educativa con un sovrapporsi soffocante e stordente di ‘novità’ e cambiamenti in corsa (d’altra parte gli insegnanti sono già costretti a passare buona parte del proprio tempo a “programmare” per “UDA” e a certificare “competenze”, anziché a insegnare e studiare), fino ad arrivare alla sperata abolizione del valore legale del titolo di studio; arrivare alla privatizzazione dell’istruzione per inefficienza e caos indotti a forza nella scuola pubblica, facendo nel frattempo un sacco di soldi con il PNRR grazie a ‘innovazioni’ che dureranno lo spazio di un mattino, una digitalizzazione totalitaria e completamente fine a se stessa della didattica e una ‘formazione’ che serve soprattutto a irregimentare gli insegnanti, privandoli di ogni senso critico e autonomia culturale.
Altre ipotesi?

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