martedì 28 dicembre 2021

LA ZONA GRIGIA DEI PRIGIONIERI-FUNZIONARI PER PRIMO LEVI


«Più dura è l'oppressione, più è diffusa tra gli oppressi la disponibilità a collaborare con gli oppressori. Questa disponibilità include anche un'infinita varietà di sfumature e motivazioni: terrore, indottrinamento ideologico, imitazione servile del vincitore, desiderio miope di qualsiasi potere, anche ridicolmente circoscritto nello spazio e nel tempo, vigliaccheria, anche al lucido calcolo applicato per eludere gli ordini e imposto ordine. Tutti questi motivi, singolarmente o in combinazione, sono stati all'opera nella nascita di questa banda grigia, i cui componenti, di fronte ai non privilegiati, avevano in comune il desiderio di mantenere e consolidare il loro privilegio». 


Leggi tutto su AgoraVox

domenica 19 dicembre 2021

IL DISAGIO DELLA SCUOLA ITALIANA IN UNA LETTERA AL MINISTRO BIANCHI

Caro ministro Bianchi,

Ma lei lo sa che migliaia di insegnanti combattono ogni giorno con malesseri psicofisici più o meno gravi, per colpa della scuola?
Quando la vedo in tv, sempre serafico, sorridente, rassicurante, mi domando quando - se mai c'è stato un tempo - lei abbia varcato per l'ultima volta la soglia di un'aula scolastica, o - peggio ancora - di un'aula magna (reale o virtuale) per partecipare a un collegio dei docenti.
Insegno in un liceo classico della ridente e popolosa provincia di Salerno.
Sono "salita in cattedra" (al tempo c'era ancora la pedana, e non per dare decoro e prestigio al docente, ma solo perché egli fosse visibile a tutti gli studenti) nel 1987, all'età di 23 anni.
Curriculum da altri definito "brillante" , laurea conseguita con lode, voglia di tracciare un solco profondo nei miei allievi, desiderio sanguigno e spudorato di colorare il mondo con i toni più vividi della poesia di Teocrito, con quelli tenui e nostalgici dei versi di Virgilio, con le pennellate sarcastiche di Aristofane e di Giovenale...
Pensavo:
- Noi, giovani insegnanti di fine millennio, lo cambieremo davvero questo mondo. Via le ingiustizie, i classismi, i favoritismi, le "clientele" cui abbiamo assistito da ragazzi!
E ancora:
- Il mio è un mestiere meraviglioso. Mi consente di "frequentare" Dante e Cicerone, Pasolini e Sofocle, e nel contempo di passare le mie ore con la parte più viva della società, con le sue promesse più autentiche, con gli studenti più motivati, quelli nei quali ritrovo la me stessa di qualche anno fa, i miei sogni, i miei progetti...
Pensavo.
I primi anni sono stati duri: in giro per l'Italia, tanto studio e pochi soldi. Ma io ero felice!
Vinco il primo concorso, e poi tutti gli altri cui partecipo ("così hai più punti per il trasferimento", diceva l'amico sindacalista che ancora ringrazio e benedico).
Mi sposo e metto al mondo due figli.
E la scuola è ancora una piccola comunità di persone che condividono valori, affetti, e una visione fortemente centrata sui ragazzi, sul loro presente e sul futuro che li attende.
In quella scuola ho fatto di tutto: dalla didattica al lavoro che la segreteria non riusciva a smaltire, dal teatro al coro, fino alla tassista di studenti che arrivavano da fuori città per il "certamen".
Senza un euro in più, anzi senza una lira.
Ed ero felice, circondata da colleghi felici.
Nessuno ci parlava di progetti, di "coding", di "definitivo tramonto della didattica trasmissiva" (solo su quest'ultima "perla" c'è da morire di risate! ).
I presidi di quegli anni erano dei colleghi un po' più adulti, al mattino accoglievano gli insegnanti e gli studenti con un sorriso, una battuta, una pacca sulla spalla.
La presidenza era un luogo accessibile sempre, anche se il "capo" era spesso in una classe scoperta, e a volte di classi ne teneva due o tre, ma in biblioteca, "così i ragazzi si possono sedere"...
Cosa è accaduto nel frattempo?
Quand'è che la scuola ha perso il suo volto umano per trasformarsi nel mostro che oggi ci sovrasta, ci schiaccia, ci schiaffeggia, umiliandoci giorno dopo giorno?
Gli ultimi anni sono stati un crescendo di parossistico delirio:
il contratto scaduto, il 2013 sprofondato nelle fauci maligne di qualche stregone imbroglione e ladro, la pandemia, la dad, il ritorno più cinico e impietoso di prima, la nuova "vision" della didattica delle lingue classiche, il voto unico che appiattisce le discipline scritte (ma chi è la malefica entità che odia Plutarco e Seneca?), l'abolizione delle prove scritte alla maturità, il merito valutato sugli standard della "dedizione"....
Ma lei, signor ministro, lo sa quante volte un insegnante non riesce a dormire, pensando ai suoi studenti, alle loro difficoltà, ai libri che non possono comprare, alle famiglie assenti o iper - invadenti?
Se lo può immaginare quanta fatica c'è in ogni loro giornata?
Lo capisce che tutti i pomeriggi la maggior parte di noi deve studiare, escogitare strategie, memorizzare dati per le lezioni dell'indomani, pianificare e correggere prove scritte, e che per questo in tanti rifiutano i famigerati "incarichi" per attività aggiuntive?
E in tutto ciò magari c'è qualche genitore che ha bisogno di parlare con noi, anche se l'ora di ricevimento settimanale è stata abolita ?
Ma ce l'abbiamo o no il diritto ad avere anche noi un tempo "protetto" dagli insulti di una professione tanto faticosa quanto avara di gratificazioni economiche?
Avrei da raccontarle tanto ancora, sulle strutture fatiscenti in cui lavoriamo, sui "buoni pasto" negati, sui sindacati venduti, sui dirigenti burocrati e totalmente scollati dalla realtà, sui genitori che "dettano legge", sul triste e mistificante "mercato" dell'orientamento, sull'abuso osceno e paradossale di acronimi e anglicismi ...
Immagino che i membri delle commissioni da cui è coadiuvato per elaborare una scuola nuova, efficiente, futuristica, impegnati come sono nel progettare il "migliore dei mondi possibili", non abbiano tempo per una narrazione realistica e onesta di quello che viviamo.
Ma senza sapere qual è il punto di partenza, come si può immaginare di tracciare un percorso?
Io, come tantissimi umili e capaci colleghi, sono a disposizione.
Gratis, ovviamente.
Con dolore, ma "sine ira et studio",

Prof. ssa Nunzia Pendino

martedì 7 dicembre 2021

5 TEORIE COMPLOTTISTICHE CHE SI SONO RIVELATE VERE

(Guarda il video su Virgilio) Le teorie del complotto, o della cospirazione, non sempre si sono rivelate false e infondate.

CIA ed esperimenti agghiaccianti - Negli anni ’70 si scoprì che la CIA diede il via ad un progetto scientifico fatto di radiazioni, elettroshock e studi atti a modificare il comportamento umano. Tra il 1953 e il 1964 ebbero luogo più di 150 esperimenti allo scopo di sviluppare tecniche da usare contro l'Unione Sovietica.

Politici corrotti dal fumo… - Big Tobacco, colosso nell’industria, nel passato cercò di convincere i consumatori che le sigarette fossero salutari. Basta guardare alcune pubblicità vintage sessiste. Questi produttori erano in realtà grandi finanziatori di campagne elettorali, in grado quindi di corrompere i politici.

…e dallo zucchero - Negli anni Sessanta l'industria dello zucchero finanziò la ricerca, puntando il dito contro il grasso. Si sarebbe tentato in questo modo di depistare il dibattito sui pericoli legati allo zucchero. Anche la Coca Cola fu coinvolta in questo scandalo.

USA, UFO e Area 51 - Il Pentagono ha confermato che anni fa gli USA indagarono sugli UFO. Per il Programma di identificazione furono investiti $ 22 milioni. L'Area 51, quindi, potrebbe non essere un’idea così folle.

Governo Usa e alcol avvelenato - Il proibizionismo fu introdotto dal governo nel 1920 per limitare l’uso di alcol. Ciò portò al contrabbando, contro cui si trovò una soluzione drastica: tossine negli alcolici. Il più letale: il metanolo, sostanza presente in prodotti come il carburante. Si stima che circa 10.000 persone siano morte a seguito di questa crociata morale.

giovedì 11 novembre 2021

UNO STATO INDEGNO DI QUALSIASI FIDUCIA

di MAX DEL PAPA

(AtlanticoCronaca di un potere allo sbando, deciso solo in una
azione: pregiudicare sempre più i diritti fondamentali, chiudere e richiudere, obbligare, vietare…

A questo punto, dopo due anni in cui lo Stato formalmente democratico si è via via involuto in Stato d’emergenza, d’eccezione e infine concentrazionario, è il momento di tirare le somme. I giornali ripescano, e sembrano celebrare il più allucinante trionfo eterno ritorno, titoli di un anno fa annunciando misure restrittive “per salvare il Natale”, ad onta dei 50 e passa milioni di vaccinati completi; i 7 milioni che non hanno provveduto vengono sommariamente liquidati come una congiura di fanatici o di lunatici. Ma è difficile credere ad un virus della logica che, solo in Italia, infetti moltitudini di cittadini fino a ieri normali.

La realtà è diversa e sta in una ragione molto semplice: chi non si fida non è necessariamente abbonato al complottismo quotidiano, ma ha abbondanti ragioni per non fidarsi. Anzitutto, di governi che si palleggiano una inerzia letale. Abbiamo assistito, dapprima confusi, poi sgomenti, allo spettacolo di un Esecutivo del tutto impreparato, sfornito di un piano pandemico aggiornato, incapace nell’applicare almeno quello datato, ostinato nell’assenza di qualsivoglia strategia con cui diversificare le profilassi, arroccato nell’incredibile e stragistica rassegnazione della “tachipirina e vigile attesa”; un potere allo sbando, deciso solo in una azione: pregiudicare sempre più i diritti fondamentali, chiudere e richiudere, obbligare, vietare.

Ad oggi non si sa che fine abbiano fatto le terapie cosiddette alternative, mentre sono solo terapie di buon senso, messe a punto da scienziati come Remuzzi. Dei farmaci sostitutivi del vaccino, si sente ogni tanto balbettare, poi torna tutto nell’oblio. Era stato annunciato il potenziamento delle strutture sanitarie, del trasporto pubblico, della scuola: il risultato è che mancano ancora 2 mila posti letto di terapia intensiva, i trasporti arrancano peggio di prima, le lezioni sono ulteriormente complicate dall’incredibile via crucis relativa al Green Pass, con tamponi annessi, e il premier Draghi ha sancito altri 6 miliardi di tagli nella sanità. A condire tanto sfacelo, i continui scandali sulle mascherine, sulla burocrazia parassitaria, sui percettori abusivi di reddito di cittadinanza che hanno approfittato della stasi socioeconomica, sui foschi rapporti con la dittatura cinese.

Infine, lo scenario più sconcertante e allarmante: la sistematica violazione del diritto a manifestare, gli idranti sui portuali inermi, Trieste trasformata in Berlino est, i contestatori pacifici e isolati tenuti in Questura per ore, le avvisaglie di uno Stato di polizia per i refrattari, mentre i casinisti manovrati dall’agenda globalista, dalle vestali dell’ambientalismo alle sentinelle della legge Zan, fino ai molluschi dei rave party, vengono ampiamente tollerati fino a venire scortati. Non di meno, siamo costretti a subire l’afflusso incontrollato di sempre più migranti irregolari, privi di qualsiasi titolo, nell’apparente ma forse non innocente inerzia del ministro di Polizia debitamente blindato dal Quirinale e da Palazzo Chigi.

Mentre il Paese patisce una morìa di realtà produttive, oltre 300.000 nel 2020, una emorragia di partite Iva, la sistematica demolizione di tutti i comparti industriali e di quasi tutti i settori produttivi: un dissodamento del terreno socioeconomico che, nell’acquiescenza di un sindacato anch’esso spalmato sulla tradizionale controparte “padronale”, favorisce sempre più l’annessione cinese, indiana, oltre che degli Emirati e di parti forti dell’Europa, dalla Germania alla Francia. Un capolavoro di insipienza che si fatica a considerare casuale, e che i media spacciano, grottescamente, per successi progressivi del governo.

Ma, al di là della propaganda di regime, resta una questione cui nessuno sembra voler rispondere: può ancora dirsi nazione questo Paese senza più nessuna autonomia a nessun livello? È ancora ragionevole contare in una riscossa, in un futuro non si dica apprezzabile ma almeno possibile?

Quanto al potere decisionale, nello stato emergenziale è scivolato sempre più nelle mani di scienziati o sedicenti tali: li abbiamo visti travolti da una mutazione genetica, da medici a influencer con tutti gli sfondoni e le manifestazioni di pessimo gusto del caso. Li abbiamo sorpresi annaspare in una infinita serie di errori diagnostici, di deliranti previsioni catastrofiche, di prese d’atto imbarazzanti. Li abbiamo visti bisticciare come scolaretti capricciosi su tutto, dall’effettiva presenza del virus alla sua concreta pericolosità, dall’opportunità d’uso degli strumenti preventivi – mascherine, respiratori, tamponi -, fino al vaccino salvifico dalla copertura eterna, a scadenza, a piacere. Ne abbiamo constatati, purtroppo, in troppi a fare i furbi e soldi con una sovraesposizione mediatica più che discutibile. E abbiamo maturato il sospetto che a questa genia, della salute pubblica importi meno di niente, premendole esclusivamente del proprio tornaconto (in banca).

L’informazione non è stata migliore, anzi ha rappresentato l’esempio sommamente pessimo. Mai si era riscontrato un atteggiamento così servile e così compatto, con rarissime eccezioni, nello sposare la narrazione ufficiale del regime; con le dovute omissioni, le menzogne, il terrorismo sparso a piene mani, la psicosi alimentata ad arte. Essendo dipendente da una comunicazione istituzionale ingannevole a monte, il Barnum delle notizie si è costretto ad uno spettacolo sconcertante di annunci, smentite, controsmentite che hanno dilatato la confusione, l’incertezza, la divisione nella popolazione, fatalmente divisa in tribù. I lacché e i cabarettisti vengono tenuti nelle televisioni del regno col preciso compito di adulare il potere, di provocare, di sabotare qualsiasi discussione, di impedire ai dissidenti di esprimersi, fino all’insulto e alla minaccia scoperta.

Da ultimo, la politica non ha saputo costituire un fronte di opposizione apprezzabile, in grado di rappresentare, almeno da una posizione indiretta, i milioni di confusi o scettici circa le politiche adottate da un regime che, d’altra parte, ricomprende quasi tutti. Il risultato è stato un progressivo, inesorabile allontanamento di tanti elettori, rassegnati allo status quo ma ancora più determinati a non credere più a niente e a nessuno. Anche così si alimentano le leggende, le superstizioni, il provvidenzialismo magico che sfociano in conseguenze a volte micidiali.

Gli appelli al raziocinio e alla presa di coscienza da intellettuali come Capezzone, filosofi come Agamben e Cacciari, giornalisti coraggiosi come Giordano e Porro, testate come La Verità che è forse l’unica oasi non allineata, sono importanti come lo sono le luci nel buio della ragione, ma andrebbero anche ascoltati. Perché non è decentemente possibile continuare a rimettersi alla saggezza di uno e alla volontà calata dal cielo di una Eurocrazia che dimostra ogni santo giorno di tenere l’Italia in sommo disprezzo, di lavorare per grecizzarla a qualunque costo.

In due anni due governi, sostenuti pressoché da tutti i partiti, si sono trasmessi una pervicace inazione, a parte l’accelerazione sulla campagna vaccinale, nella vigile attesa dell’assalto alla diligenza dei miliardi dall’Europa. Dopo due anni di sacrifici, di tragedie familiari, di decessi tuttora opachi, di scelte inspiegabili, di vessazioni psicotiche, il Paese è degenerato in senso civile e sociale e la platea di quanti rifiutano di sottoporsi ad un elisir che così di lunga vita non pare più, cresce; gli altri, quelli che si sono vaccinati e rivaccinati, oggi scoprono che fra due, tre mesi sarà come se non avessero mai fatto niente e debbono ricominciare da capo, forse per sempre, comunque sotto il ricatto di un lasciapassare che non lascia passare niente. Il paradosso è che risultiamo il Paese più massicciamente vaccinato d’Europa, se non del mondo e, insieme, il più costretto, il meno libero, il più sbandato.

Dopo il biennio orribile 2020-2021, siamo all’anno zero. Nessuna certezza su niente, salvo una: non è finita, e chi ha in mano le chiavi delle nostre libertà ha una insana voglia di gettarle di nuovo. Se c’è una cosa che questa strana, bizzarra pandemia ha dimostrato, e l’ha dimostrato particolarmente in Italia, è che non c’è una sola struttura, fra quelle che sorreggono una società democratica, che non abbia fallito, che non si sia dimostrata inadeguata, corrotta, torbida, spregiudicata quanto incapace di reggere il peso di una fase emergenziale. Con il che si potrebbe concludere che di democratico questo Paese non ha più niente. Stando così le cose, non stupiscono i 7 milioni di “ribelli”, ma i 53 che, bongré malgré, si sono adeguati, solo per ritrovarsi d’autorità nel girone infernale dei non collaborativi, dei lavativi, dei folli se solo non accetteranno di rinnovare la professione di fede in uno Stato dimostratosi indegno di qualsiasi fiducia.

UN MOMENTO DI POESIA

 


sabato 16 ottobre 2021

IL PUNTO DI NON RITORNO


È un punto di non ritorno credo. Quello che vedo intorno a me è difficile persino da descrivere per quanto sia angosciante e al contempo ignorato dai più.
A prescindere da quello che uno possa pensare su una data questione, al di là delle proprie scelte personali, esistono dei fatti oggettivi che non possono essere ignorati e vanno analizzati lucidamente.Non si vedeva da decenni uno stato che era in grado di far sparire nel silenzio decine di migliaia di persone che protestano. A prescindere da quello che sostengono quelle persone, il fatto che si siano ignorate queste manifestazioni (mentre venivano trasmessi servizi su tg nazionali con persino inviati sul posto per raccontare di sgomberi di rave non autorizzati) dovrebbe fare venire un brivido nella schiena a chiunque. Viviamo in uno stato che ha deciso di applicare un ricatto paragonabile solo a certe leggi fasciste e questo lo dicono anche filosofi e politologi come Agamben. Questo ricatto, di fatto, viola leggi e trattati che hanno molto più valore legalmente parlando, e discrimina di fatto milioni di persone sulla base di una scelta legale e permessa, sulla carta, dallo stato stesso.

Circa il 20% dei lavoratori italiani non vuole il green pass. Il venti per cento.

Dopo mesi di manifestazioni, centinaia di migliaia di persone scese in piazza pacificamente e inascoltate, diritti erosi, ricatti, adesso si sono accesi i riflettori. Adesso che si è usata violenza. 

È un copione che conosciamo, Cossiga Docet. Un copione che ancora funziona evidentemente: infiltrare i movimenti per politicizzarli e avere una scusa per reprimerli.

L’assalto alla sede della CGIL è da manuale. Quello che non è da manuale è vedere che a 20 anni dal G8 c’è ancora chi ci casca.

Il discorso di Landini all’indomani di questo fatto è da copione: un inno alla resistenza, all’antifascismo, alla difesa dei diritti del lavoro. Gli stessi principi che avrebbero dovuto far muovere i sindacati per proteggere i lavoratori da quello che sta accadendo, ma finora non pervenuti. 

L’appello alla mobilitazione generale dopo questo evento è la ciliegina su una torta di escrementi. 

La risposta generosa e partecipata a questo appello da parte di chi non ha mosso paglia contro quello che sta succedendo, invece, è il sintomo finale di una metastasi in corso da tempo. Il suo auspicare a una riforma generale del lavoro dopo questo specifico fatto è da brividi, per chi sa leggere tra le righe.

Proclami da una parte e violenza dall’altra, tutto purché il copione silenzi quello che succede nelle piazze, le ragioni dei manifestanti e le manganellate prese da giovani, vecchi, mamme.

Ma, anche volendo fare gli ingenui e senza considerare la palese infiltrazione delle manifestazioni pacifiche (sforzandoci parecchio), la destra fa solo quello che sa fare da sempre: cavalcare il malcontento di gente esausta e lasciata sola da organizzazioni governative e non, comprese più colpevolmente quelle di sinistra e per la difesa dei diritti. Ma cavalcare non significa rappresentare e quindi associare le piazze ai fascisti, anche in questo caso, sarebbe per usare un eufemismo, ingenuo e miope.

Il vero attacco alle sedi dei sindacati non è quello studiato a tavolino da quattro fascisti che rappresentano lo 0,01% del paese, ma quello che sta avvenendo da molto tempo, globale, massivo che ha spogliati i sindacati dei loro ruoli e in maniera molto più subdola rispetto a quello che è successo ieri, ma come al solito ci si sveglia solo quando si è attaccati da fascisti che si dicono apertamente fascisti, senza nessuna valutazione sociale sul perché e in quale contesto si sia arrivati a questo, anche perché questo vorrebbe dire fare un’autocritica che le varie organizzazioni “di sinistra” non possono permettersi. E quindi ora è il momento della retorica e di slogan antifascisti, di difesa del lavoro e dei diritti.

Quando invece, nel silenzio censorio dei media, ci sono decine di migliaia di persone in piazza contro un fascismo mascherato da democrazia che erode i diritti e attacca il lavoro discriminando circa il 20% dei lavoratori, non si fa volare una mosca, anzi. 

Questo è solo pericoloso e vile collaborazionismo. Non solo, è una fotografia perfetta di come i fascismi, così come successe in passato, possano subdolamente emergere sulle onde di applausi e mobilitazioni di certi apparati che si proclamano antifascisti.

FRANCESCO AMODEO: ECCO PERCHE' LA FINANZA HA SCELTO L'ITALIA PER IL GREEN PASS



(Davide Piccardo) - Francesco Amodeo è un giornalista d’inchiesta che in questi anni si è occupato approfonditamente dell’influenza che la grande finanza esercita sulle istituzioni internazionali, quelle europee e quelle italiane grazie ad un macroscopico conflitto d’interesse e ad uomini delle grandi banche infiltrati nelle istituzioni. Ha scritto cinque libri di inchiesta sul tema tra cui La Matrix Europea, un’indagine sui legami tra l’Unione Europea e le organizzazioni internazionali che formano quello che definisce: un Cartello Finanziario.  Lo abbiamo intervistato su ciò che sta accadendo in questi giorni in Italia con il governo Draghi che si pone come avanguardia a livello mondiale nelle politiche di controllo della popolazione. 

Quello che ci si chiede da tempo è come mai l’Italia stia, in dissonanza con gli altri paesi europei, avendo l’approccio più aggressivo nei confronti delle libertà dei suoi cittadini rispetto alla vaccinazione e di conseguenza rispetto al green pass. 

L’Italia tra i paesi strategici è di sicuro il più infiltrato da certi apparati che ne hanno occupato le istituzioni e di conseguenza è il paese che nei loro calcoli presenterebbe meno resistenza, dal golpe giudiziario del 1992 non è mai esistita una vera opposizione nel paese. L’esempio lo abbiamo avuto con l’esperienza del Movimento 5 Stelle che è stata un’abile operazione per inglobare quella protesta per farla confluire su un binario morto, c’era in quel momento una rabbia montante, un grosso malcontento e piuttosto che rischiare che da lì nascesse un soggetto in grado di minacciare lo status quo si è realizzata questa operazione. La maggior parte dei parlamentari eletti erano totalmente ignari del gioco al quale stavano partecipando, per capire cos’è successo basta pensare che il socio di Casaleggio che ha partorito l’operazione è nientemeno che Enrico Sassoon tra le altre cose Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy. 

Quando parli di sistema infiltrato a cosa ti riferisci esattamente? 

Faccio un esempio, l’Italia dal 2014 è capofila mondiale delle strategie di vaccinazione della popolazione? Perchè? Si tratta della stessa Italia che è stata individuata come capofila delle privatizzazioni ovvero la svendita del patrimonio pubblico, dell’industria nazionale e chi c’era nel 1992 sul famoso panfilo Britannia dove si discuteva di questro processo? C’era Mario Draghi, allora direttore del tesoro.

Parliamo sempre della stessa cosa, chi ha interesse nelle grandi industrie farmaceutiche che produono i vaccini? Sempre gli stessi soggetti VangardBlackrock ecc. C’è sempre una minaccia esterna per spaventare la popolazione e poter imporre politiche economiche a beneficio loro e a danno della popolazione, nel 2011 il virus si chiamava spread, si mostrava costantemente l’andamento dei mercati, ora la crisi è il Covid, è la shock economy, fare si che il popolo accetti delle vere distorsioni della democrazia. Monti che appartiene allo stesso cartello finanziario di Draghi, uomini Goldman Sachs, la banca che ha indotto la crisi dei mercati e ha piazzato un suo uomo in Grecia, Papademos, uno in Italia, Monti e uno alla Banca Centrale Europea, Draghi. 

Ma come funziona lo schema, attraverso l’indebitamento indotto e le acquisizioni a basso costo? 

Quello che denuncio sempre non è il complotto ma il grande confitto dinteresse che ha colpito l’Italia e per il quale  l’Italia fa gli intreressi di altri, dare al popolo un nemico esterno che può essere battuto grazie alla rinuncia ad elementi di democrazia è un vecchio schema, noi non sappiamo come si sia creato il virus però sappiamo che lo stato di shock è stato sfruttato per permettere ai potentati bancari e finanziari di fare degli affari d’oro a ragione dell impoverimento.

Però la questione è molto più grossa, stiamo parlando dell’agenda del nuovo ordine mondiale, ne parla esplicitamente Kissinger nel suo libro, si pone come obiettivo il controllo totale della popolazione. Le elites occidentali si sono rese conto che siamo in una nuova guerra fredda con la Cina, nella prima gli USA hanno fatto operazioni per indebolire e far crollarte l’URSS, Gladio, il Plan Condor ecc, ora sanno che non possono far crollare la Cina perchè le economie sono compenetrate e cadrebbero anche quelle occidentali quindi si rendono conto che per competere il nostro modello, tutto sommato liberale, che si basa sulla democrazia rappresentativa, in cui sono ancora garantiti certi diritti,  è troppo lento, troppo oneroso e quindi non funzionale.

Se serve un cambio di modello, anzi un cambio radicale di paradigma che ci avvicini al modello di controllo cinese ed è qui che si inserisce il discorso del green pass, come fare in un tempo così breve a passare a questo modello? Serve lo shock per trasferire il potere ad organismi sovranazionali tipo OMS, Banca Mondiale, FMI.

Oggi c’è un meccanismo collaudato, le decisioni che riguardano le nostre vite mica si prendono qui. L’OMS decice comunica ad EMA, EMA ad AIFA, AIFA al CTS, fino ad arrivare alla regione. Non è mica un caso che un personaggio come Mario Monti sia stato messo a gestire la Commissione per le politiche sanitarie dell’OMS, ricordiamo che l’OMS è finanziata principalmente da privati tra i quali Bill Gates fa la parte del leone, lo stesso Bill Gates che ha interessi nella produzione dei vaccini, ritorna il conflitto d’interesse, è macroscopico. 

Monti, Draghi, Macron tutti provenienti dalle scuderie delle grandi banche che siano Goldman Sachs o Rothschild, tutti aderenti agli stessi cirocli tipo Bilderberg. 

In quella che definisci politica dello shock includi anche il cosiddetto terrorismo islamico

Quella è l’operazione più massiccia e continuativa in questo senso, ogni volta che c’era bisogno di tenere un popolo sotto shock l’arma del terrorismo islamico è stata la principale per far si che i popoli accettassero qualsiasi cosa, legislazioni speciali in termini di sicurezza, controlli, centri di detenzione extragiudiziali. Le altre emergenze sono temporanee ma dal 2001 quella del cosiddetto terrorismo islamico è stata la più efficace arma di distrazione di massa e di controllo.

Hai parlato della crisi dello spread che ha portato poi alla caduta di Berlusconi e l’arrivo di Monti ma anche nel 2018 con il primo governo Conte si c’era il famoso spread, oggi invece dopo quasi di anni di economia affossata sembra che lo spread sia scomparso, come mai? 

Questo perchè nel primo governo M5S-Lega in entrambi i partiti c’era una parte sana che ha costretto la parte malata a prendere il sopravvento e richiedere l’aiuto esterno per far crollare il governo, parliamo di quegli apparati europei che hanno reso impossibile un discostamento di bilancio e dei mercati che facevano salire artatamente lo spread per far fallire quel progetto politico che chiedeva di rivedere gli equilibri di potere in Europa, che aveva alle spalle un grande consenso popolare di persone che volevano un cambiamento vero. Ora non c’è più nessun problema di scostamento, l’indebitamento è raddoppiato e nessuno fiata, il governo M5S-Lega avesse i dati economici quei poteri finanziari farebbero crollare il paese ma ora non c’è nessun problema perchè hanno già piazzato la loro gente, quando avranno portato a termine il progetto di riforma anche il Covid come lo spread verrà messo da parte. 

Sembra che dalle forze a sinistra del PD rappresentate da Speranza fino alla Lega e anche sindacati come la CGIL siano tutti lì ad attendere i soldi del Recovery Fund, da dove vengono questi soldi? 

I soldi del Recovery vengono dalla Germania, nel senso che la Germania ha garantito, lo ha fatto perchè sa che se crolliamo noi crollano anche loro ma garantisce anche perchè poi batterà cassa, quindi sarà la Germania a stabilire quali sono le misure che i paesi devono adottare per averli e ricordiamoci che questi fondi non vengono ergogati una volta e poi basta ma vengono dati a tranches quindi se qualcosa non fila come previsto possono essere bloccati. 

La promessa di gestire questi soldi ha trasformato la Lega e creato grandi tensioni interne, il Movimeto 5 Stelle ormai è sfaldato. 

Salvini sta tremando perchè capisce che in piazza sta nascendo qualcosa di diverso ma vede che anche la Meloni è timida quindi non potrà capitalizzzare il dissenso nemmeno lei e questo in un certo senso lo tranquillizza, la protesta è fuori dal recinto dei partiti parlamentari.

La coscienza popolare però sta aumentando nonostante la propaganda mediatica

Assolutamente, la scelta del sindacato come obiettivo della contestazione è un salto di qualità perchè si è capita l’entità della compromissione anche di quei soggetti che per definizione dovrebbero difendere gli interessi dei lavoratori. Quello che Landini forse non ha capito è che questi soldi del Recovery imporranno misure di macelleria sociale, debito con condizionalità emesso con regole stabilite da un paese antagonista dell’Italia. La Germania ritiene esista in italia ancora troppo statto sociale, tu Landini devi capire che questi soldi saranno utilizzati tutti contro i lavoratori. 

Draghi nel documento del Gruppo dei 30 ( organizzazione dell’alta finanza fondata dai Rockfeller) sulla gestione economica post pandemia dice che ci  sono aziende zombie che dobbiamo indurre al fallimento e si riferisce alle piccole e medie imprese, questo ovviamente è funzionale all’acqusizione di fette di mercato per le multinazionali e qui torna prepotentemente il discorso del il conflitto d’interesse di Draghi. 

Hai parlato del sindacato ma sembra che anche Confindustria non stia facendo l’interesse dei suoi associati

Sicuramente il loro sostegno al governo Draghi non è nell’interesse degli industriali, ma come sopra è nell’interesse dei singoli individui di portare le loro organizzazioni su certe posizioni, sono persone cooptate dai poteri finanziari, promossi, messi a capo delle istituzioni e delle organizzazioni in virtù della loro obbedienza. Prendiamo Mario Monti, è stato presidente Europeo della Commissione Trilaterale, ha lavorato a Goldman Sachs ma quando è stato nominato Presidente del Consiglio la grande stampa lo ha presentato solo come professore della Bocconi, è ridicolo no? 

Quando Monti da premier non è potuto andare al Bilderberg ci ha mandato Enrico Letta a sostituirlo, e poi Letta lo ha sostituito al governo del paese… 

Dobbiamo capire poi che Confindustria non ha mai capito nemmeno la questione Euro e invece basterebbe guardare  il grafico delll’export italiano pre e post Euro, quel grafico mostra chiaramente il calo drammatico del nostro export e la crescita speculare di quello tedesco. Si è riusciti a convincere gli industriali che essere un’economia accessoria a quella tedesca sia un successo, li hanno convinti che essere un’economia di trasformazione di serie B funzionale alla catena di produzione di valore della Germania era il massimo a cui potevamo aspirare, peccato che siamo stati per decenni una delle prime potenze esportatrici al mondo, con la Lira non con l’Euro. 

giovedì 14 ottobre 2021

I portuali risoluti a bloccare il porto. A Trieste ancora una volta si scrive la Storia d’Italia

(Il Giornale di Udine) - Chiunque conosca un po’ di storia nazionale sa perfettamente che Trieste è una città speciale. Non per la sua bellezza, che la allinea a quella di tutta l’Italia, ma per il pathos che riesce a trasmettere ad ogni italiano. Per Trento e Trieste gli italiani hanno combattuto e vinto la quarta guerra d’indipendenza, che gli altri hanno chiamato prima guerra mondiale. L’entrata delle truppe italiane il 3 novembre del 1918 ha coronato il sogno risorgimentale, poi interrotto drammaticamente dalla sconfitta nella seconda guerra mondiale e dalla occupazione titina. Per otto anni nelle scuole e nelle università italiane si scioperò per il ritorno di Trieste alla madrepatria. Era un autunno come quello che stiamo vivendo quello del 1953, dove i giovani triestini diedero inizio ai “moti di Trieste” che, per alcuni storici, furono l’ultima pagina del Risorgimento. Sei giovani italiani persero la vita negli scontri (Addobbati, Paglia, Montano, Zavadil, Manzi e Bassa) e quel sangue fu il prezzo della nuova redenzione della città, che venne insignita della Medaglia d’Oro al Valore Civile.

Oggi, quel patrimonio di Storia, di grandezza civile, di patriottismo, come per incanto ritorna a splendere nella città giuliana e con essa in tutto il Friuli Venezia Giulia, che si ritrova incredibilmente l’avanguardia di un grande movimento nazionale per le libertà.

Venerdì scatterà l’ora x dell’entrata in vigore del Green Pass esteso a tutti i lavoratori. La maggioranza della popolazione ha accettato passivamente l’imposizione, eppure il cuore degli italiani è ancora incerto sulla posizione da prendere.

I partiti, i governatori, l’informazione mainstream, recitano uno spartito già scritto per loro.

Tutto sembrava andare nella direzione auspicata da banchieri e confindustriali. Per i riluttanti era pronta qualche carota (tamponi gratuiti) o il bastone della repressione.

Ma quando tutto sembrava finito, un gruppo di audaci, di coraggiosi, di politicamente scorretti, ha lanciato il suo guanto di sfida: “o il governo revoca il lasciapassare verde per tutti i lavoratori o noi blocchiamo il porto”. Sono i portuali di Trieste e l’Italia che ha ancora sangue nelle vene è tutta con loro.

A Trieste ancora una volta si scrive la Storia d’Italia.

Dott. Stefano Salmè

domenica 10 ottobre 2021

MONSIGNOR VIGANO': "USCIAMO DAL LABIRINTO CON IL GIUDIZIO CRITICO"

 VIDEOMESSAGGIO


dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò

Roma – Piazza del Popolo

9 Ottobre 2021

Cari amici,

Vi siete riuniti in questo giorno a Roma, in Piazza del Popolo, e in molte altre piazze d’Italia, come centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo manifestano la propria opposizione all’instaurazione di una tirannide globale. Milioni di cittadini di ogni Nazione, nel silenzio assordante dei media, da mesi gridano il proprio «No!» : No alla follia pandemica, No ai lockdown, ai coprifuoco, all’imposizione delle vaccinazioni, No ai passaporti sanitari, ai ricatti di un potere totalitario asservito all’élite.

Sono trascorsi quasi due anni dall’inizio di questo incubo planetario. Ci siamo addentrati in un labirinto, passo dopo passo. All’inizio erano le mascherine al chiuso; poi arrivarono i lockdown con le autocertificazioni; poi il coprifuoco… ricordate? Ogni volta, dinanzi ad un abuso che poteva sembrare giustificato dall’emergenza, abbiamo accettato di farci sottrarre un po’ di libertà. Passo dopo passo. Ci hanno impedito di andare in chiesa, di uscire di casa, di lavorare, di andare a scuola, di visitare i nostri cari e addirittura i parenti moribondi in ospedale. Passo dopo passo. A una certa ora della sera, nelle nostre strade, si vedevano solo i rider per le consegne di Amazon e JustEat: nuove vittime del Great Reset, nuovi schiavi del Sistema, assieme a tanti piccoli imprenditori, a proprietari di negozi, bar e ristoranti, costretti al fallimento da norme assurde, illegittime e controproducenti. Senza parlare del tracollo psicologico che ha colpito molti di noi, dai più piccoli ai più anziani: gli uni privati di ogni contatto sociale, gli altri reclusi nelle RSA senza cure, condannati a morire da un protocollo ministeriale. Passo dopo passo, ci siamo abituati all’idea che un Comitato Tecnico-Scientifico potesse decidere – così almeno ci hanno raccontato – che il virus circolava solo dopo le 18, o che colpiva nei bar gli avventori in piedi e non quelli seduti, che contagiava nelle chiese o nei musei ma non sui treni dei pendolari o sugli autobus pieni di studenti. Passo dopo passo, ci hanno fatto credere che un’influenza stagionale come qualsiasi altro Coronavirus potesse uccidere migliaia di persone, senza però dirci che ai medici di base e nei reparti ospedalieri era stato vietato di somministrare cure, aspettando che la malattia si aggravasse. Non ci hanno detto che il Covid, su indicazione dell’autorità sanitaria, doveva essere curato come una malattia polmonare, mentre era di origine circolatoria; non ci hanno detto che erano state proibite le autopsie e che i cadaveri venivano cremati, per impedire di scoprire le cause della malattia e capire come curarla. Ma intanto ci mostravano i camion militari del Generale Figliuolo, carichi di cadaveri; e si guardavano bene dallo spiegare che quei camion contenevano poche bare, accumulate a Bergamo dopo un periodo in cui alle pompe funebri era stato impedito di ritirare le salme e di organizzarne i funerali. Ma quale impatto, sull’intera popolazione, confinata in casa davanti al televisore, ipnotizzata dal terrorismo mediatico, scientificamente pianificato secondo i più cinici principi della propaganda! Pensate agli anziani, lontani dai loro cari, privati di ogni conforto anche spirituale – era vietato l’accesso anche ai preti per amministrare l’Estrema Unzione! – costretti a subire questo martellamento quotidiano, a veder morire il proprio vicino di letto, ad assistere alla disperazione di persone ancora più sole di loro. Oggi scopriamo che la somministrazione del Propofol, un anestetico che serve per indurre il coma farmacologico, non era solo praticata dal Primario di Montichiari arrestato per omicidio volontario, ma era prassi comune a tutti gli ospedali, come ha confermato in un’intervista il Presidente dei Primari[1] e come ha segnalato il dott. Scoglio. In pratica, ci stanno dicendo con la massima tranquillità che lo scorso anno i malati gravi di Covid, prima di essere intubati, venivano sedati con il Propofol, nella consapevolezza che questo ne avrebbe causato la morte. E ce lo dicono in modo così sfrontato, perché evidentemente sono persuasi che nessuno di noi avrà nulla da obiettare, che nessun magistrato aprirà un fascicolo, che nessun giornalista denuncerà questo ennesimo scandalo, che nessun politico oserà criticare il Primo Ministro o il Ministro della Salute.

Passo dopo passo, siamo arrivati a vederci costretti, per non perdere il lavoro e per poter svolgere le normali attività, a presentare un documento – il green pass – che certifica lo stato di salute di vaccinati contagiosi e contagiabili e di negativi a tamponi sostanzialmente inaffidabili. Perché, come sapete, il vaccino non protegge dal contagio e i tamponi non garantiscono che il risultato corrisponda alla realtà. E per cosa? Per un’influenza che si poteva curare – e che in molti casi è stata curata con successo documentato, dove lo hanno lasciato fare – ma che doveva essere incurabile, per poter legittimare la sperimentazione dei vaccini in deroga alle norme ordinarie.

E sempre in questi giorni – giorni in cui la verità sembra venire sempre più alla luce – apprendiamo dalle dichiarazioni di alcuni medici che i tamponi, sulla base dei quali ci hanno confinato in casa o costretti a ridicole ed estenuanti quarantene; i tamponi che ci hanno imposto per rilevare i casi di positivi da usare per le famose statistiche degli esperti sono inaffidabili. E ce lo dicono oggi, impunemente, dopo aver mandato in rovina l’economia, il tessuto sociale, l’equilibrio psicofisico di un’intera Nazione. Ma se quei tamponi non servono oggi, non servivano nemmeno ieri; e lo dicevano non solo i “complottisti”, ma i loro stessi inventori, affermando che non avevano uso diagnostico. Ma siccome oggi occorre delegittimare i tamponi perché costituiscono l’unica alternativa – anche se costosa – all’inoculazione del siero genico sperimentale, ecco che magicamente non sono più attendibili, mentre prima lo erano per legge. Un po’ come il Covid dopo le 18.

Ho accennato, poco fa, al labirinto nel quale ci siamo inoltrati. Più precisamente: un labirinto nel quale ci siamo ritrovati seguendo coloro che ci promettevano di uscirne, sapendo benissimo che non ha uscita. Ad ogni passo che abbiamo compiuto addentrandoci nei meandri di questo labirinto, ci siamo allontanati e smarriti.

Perché questo È un labirinto. Un groviglio di affermazioni pseudoscientifiche, di contraddizioni logiche, di proclami apodittici, di dogmi proclamati dai nuovi sacerdoti del Covid, dal Sinedrio pandemico. Non vi è nulla di consequenziale e di razionale in quello che ci viene detto, ed è proprio nel credere che quanto ci raccontano abbia senso, che ci inoltriamo sempre più nel labirinto. «Vacciniamoci per salvare i fragili e gli anziani che non si possono vaccinare», ci dicevano, mentre vaccinavano i fragili e gli anziani. «Vacciniamoci per poter togliere la mascherina e ricominciare a vivere», e poco dopo scoprivamo che non solo avremmo dovuto portare la mascherina, ma che una dose di siero non era più sufficiente, e nemmeno due, e forse neanche tre. Intanto i fragili e gli anziani muoiono di Covid anche dopo la doppia dose, e se sopravvivono è perché negli ospedali – smentitemi, se ci riuscite – da qualche tempo ai malati di Covid si somministra l’azitromicina, facendola figurare come cura contro i parassiti intestinali ma sapendo benissimo che serve proprio contro il virus. Per non intaccare la credibilità dei vaccini, non certo per la salute dei pazienti.

Dobbiamo uscire da questo labirinto, cari amici. Ma non possiamo uscirne limitandoci a protestare contro il green pass, che è solo il più recente strumento di repressione, e certamente non l’ultimo. Certo: il green pass è un’aberrazione giuridica, un odioso ricatto, una prova della pretestuosità dell’allarme pandemico; ma se anche revocassero il green pass, rimarrebbe l’assurdità di considerare mortale un virus curabile che non ha fatto più morti di quelli degli scorsi anni; l’assurdità di portare mascherine che non solo non servono a nulla – per stessa ammissione degli “esperti” – ma che al contrario provocano malattie polmonari gravi e patologie cerebrali; l’assurdità di considerare “vaccino” un farmaco che non serve a dare immunità e che dimostra di avere effetti collaterali così gravi, da superare nei soli pochi mesi di somministrazione i decessi di tutti i vaccini degli ultimi dieci anni; l’assurdità di lasciarci inoculare un farmaco sperimentale che agisce sul nostro DNA, rendendoci organismi geneticamente modificati; l’assurdità di seguire indicazioni e protocolli che paiono scritti da stregoni e non da medici coscienziosi, vista la serie di contrordini ormai giunta al patetico. L’assurdità di confutare seriamente e pacatamente ad affermazioni così scandalose e false da non meritare risposta. Quella di Draghi: «Chi si vaccina si salva, chi non si vaccina muore» è una menzogna; affermare «I vaccinati non muoiono di Covid» è falso, com’è falso affermare che il Covid sia una malattia mortale, dal momento che diventa tale solo se non la si cura. Ed è falso che non ci sono cure, perché quelle cure tanto screditate sono oggi utilizzate proprio dalle autorità europee a scopo preventivo sui profughi afgani che abbiamo accolto qualche settimana fa. È tutto falso. Falsi i dati sui deceduti per Covid. Falsa l’attendibilità dei tamponi. Falsa l’efficacia e la non pericolosità dei vaccini. Falsi i ricoveri nelle terapie intensive. Falsa la “non correlazione” dei “malori improvvisi” che colpiscono i vaccinati. Falsi gli allarmi dei telegiornali, falsi i servizi dei programmi di intrattenimento in cui intervengono i soliti “esperti” e virostar, false le previsioni degli esperti di statistica.

Usciamo dal labirinto! Rifiutiamo la narrazione mediatica, magari decidendoci a spegnere il televisore, che oggi si è trasformato in un tabernacolo infernale. Rompiamo il cortocircuito logico di chi pretende il nostro assenso anche quando mente spudoratamente. E per uscire dal labirinto, cari amici, occorre guardare le cose con uno sguardo che non si limiti ai singoli fatti, ma li veda tutti in un quadro più ampio, in cui la pandemia è uno strumento di ingegneria sociale provocato ad arte con lo scopo di portarci proprio al green pass, al controllo totale, alla limitazione delle libertà naturali e costituzionali in nome di un Great Reset che nessuno di noi vuole, che nessuno ci ha mai chiesto di votare, che concentra il potere e le ricchezze nelle mani di un’élite – quella dei “filantrocapitalisti” come Gates e Soros – e che considera il resto dell’umanità come un serbatoio di schiavi e clienti, ai quali dare quel minimo di denaro – creato dal nulla e che grava come debito proprio su di loro – che serve a permettere loro di comprare i beni che questa élite produce; beni prodotti con manodopera a basso costo, ben inteso, costretta a tutto pur di sopravvivere. Mentre si prepara a venderci anche l’aria, l’acqua e la luce del sole, magari col pretesto dell’emergenza green e sotto la spinta dei ridicoli Fridays for Future di Greta Thumberg.

Usciamo dal labirinto, riconoscendo che vi è un problema di autorità: autorità civile che non persegue il bene comune dei cittadini, e autorità religiosa che non solo ha smesso di occuparsi della salvezza eterna dei fedeli, ma li consegna nelle fauci di un drago infernale. Usciamo dal labirinto imparando a usare il giudizio critico, a non farci ingannare da chi ha un curriculum di tali abusi, menzogne e crimini, da non lasciar supporre che si comporterà diversamente con noi. Usciamo dal labirinto comprendendo che è in atto una guerra mondiale, combattuta non con armi reali, ma con armi non convenzionali, come la censura delle informazioni, l’asservimento dei medici, la complicità di politici, magistrati e forze dell’ordine; una guerra che lascia sul suo cammino vittime innocenti, che distrugge la società, che colpisce le persone nell’anima prima ancora che nel corpo, che è stata dichiarata contro tutto quello che richiama la nostra Civiltà, la nostra cultura, la nostra Fede, i nostri valori. Una guerra tra Luce e tenebre, tra Bene e male.

A costoro non importa nulla della nostra salute, come non importa di preservare l’ambiente o di promuovere la pace: secondo alcuni – come il il ministro Cingolani – più della metà di noi esseri umani dovrebbe scomparire, perché siamo dei parassiti per il pianeta. Ed è proprio chi teorizza il depopolamento del pianeta ricorrendo ai nuovi vaccini, all’aborto, all’eutanasia e alla sterilizzazione di massa, che guarda caso si propone come benefico filantropo e distribuisce dei vaccini efficaci proprio per questo scopo. E tutti coloro che a vario titolo si sono venduti a questi “filantropi” ci chiedono di «credere nella scienza» (oggi per il Covid, domani per il surriscaldamento globale), rinunciando alla ragione in nome di un assenso fideistico che sconfina nel suicidio. Usciamo dal labirinto! Non possiamo vincere una partita, quando le regole possono in qualsiasi momento essere stravolte dal nostro avversario.

Dobbiamo riconoscere che, se siamo giunti a questo punto, lo dobbiamo in gran parte alla nostra infedeltà, all’aver lasciato che altri decidessero al posto di Dio cosa è giusto e cosa non lo è, all’aver consentito che in nome della tolleranza si permettesse la violazione della legge naturale e la degenerazione della morale cristiana, l’omicidio dei bambini nel ventre materno, l’uccisione dei malati e degli anziani, e la corruzione dei bambini e dei giovani. Quanto avviene oggi è il frutto avvelenato di decenni di dissoluzione, di ribellione alla Legge del Signore, di peccati e vizi che gridano vendetta al cospetto di Dio. La Provvidenza ci mostra come può diventare il mondo, quando abbandona la Signoria di Gesù Cristo e si pone sotto la schiavitù di Satana.

Le mie non sono parole apocalittiche – come qualcuno sostiene – ma un severo monito, come Pastore, a tornare a Dio, a riconoscere che dove non regnano Cristo Re e Maria Regina, impera la crudele e spietata tirannide del demonio, che promette fratellanza universale, mentre vuole solo la vostra distruzione in terra e la vostra dannazione eterna .

Gesù Cristo è Re e Signore della Storia, nelle Sue mani sono le sorti e i destini di ciascuno di noi, degli Stati e della Santa Chiesa. Egli non permetterà che soccombiamo dinanzi all’assalto del nemico del genere umano. Ritornate, ritorniamo tutti a Lui, con la fiducia del figliuol prodigo che chiede umilmente al padre di perdonarlo e di riaccoglierlo nella sua casa. Ritorniamo ad essere Cristiani, fieri della nostra Fede e della civiltà che la Religione ha edificato nel corso di duemila anni di Storia. Ritorniamo a difendere nell’impegno civile e politico quei valori non negoziabili che oggi vediamo negati e conculcati. Ma soprattutto – vi prego, vi scongiuro – ritorniamo a vivere nella Grazia di Dio, a frequentare i Sacramenti, a praticare le virtù, ad essere Cristiani coerenti con le promesse del Battesimo, autentici testimoni di Cristo.

Per uscire dal labirinto, occorre ripercorrere a ritroso il cammino intrapreso: il nostro “filo di Arianna” è la difesa della famiglia, del tessuto sociale e religioso della Nazione, della nostra cultura che è ineludibilmente cristiana, cattolica e romana.

Noi Italiani non siamo razzisti! In nome della Carità che nel corso dei secoli ha rappresentato uno dei vanti dell’Europa cristiana, possiamo accogliere chi è perseguitato e proscritto dal proprio Paese, ma non possiamo renderci responsabili dello sfruttamento di milioni di migranti, sotto il pretesto dell’accoglienza. Sappiamo che la loro immigrazione in Europa è stata pianificata dall’élite per distruggere la nostra identità civile, culturale e religiosa; serve all’élite per creare caos sociale, per immettere manodopera sottopagata, per fomentare guerre tra poveri e per privare dei loro giovani i Paesi dai quali provengono.

Per uscire dal labirinto, dobbiamo resistere con coraggio e fermezza, come seppero opporsi alle dittature del secolo scorso i nostri padri. Disobbedienza civile, coordinamento delle azioni di protesta, contatti con i movimenti di altri Stati, unione in un’alleanza antiglobalista che assicuri aiuto e supporto contro le autorità asservite al Sistema. Una resistenza serena, nutrita dalla consapevolezza che il mondo prospettato dal Great Reset non è il nostro mondo, poiché fondato su un’ideologia di morte, su un pensiero antiumano e anticristico, e che si regge solo sulla forza delle armi o sul ricatto verso chi non può ribellarsi.

Dimenticano, questi sciagurati servi del Nuovo Ordine, che la loro è un’utopia, anzi una distopia infernale, che ripugna a tutti noi proprio perché non considera che non siamo fatti di circuiti elettromagnetici, ma di carne e sangue, di passioni, di affetti, di gesti di eroismo e di generosità. Perché siamo umani, fatti a immagine e somiglianza di Dio, dotati di intelligenza e libera volontà. Ma questo, i demoni non possono comprenderlo: per questo falliranno miseramente.

E perché questo giorno in cui manifestate pubblicamente e con coraggio la vostra opposizione all’incombente tirannide non rimanga sterile e privo di luce soprannaturale, vi invito tutti a recitare con me le parole che il Signore ci ha insegnato. Facciamolo con fervore, con slancio di carità, invocando la protezione di Nostro Signore e della Sua Santissima Madre su noi tutti, sulle nostre famiglie, sulla nostra Patria e sul mondo intero: Padre nostro, che sei nei cieli…

mercoledì 6 ottobre 2021

DALLE TENEBRE ALLA LUCE

(Chicca Morone) -Tempi duri e minacciosi, sono quelli che noi oggi stiamo vivendo: ovunque giriamo lo sguardo più che malattie, violenza, intolleranza, sopraffazione e degenerazione non riusciamo a scorgere.

Non che la storia dell’Umanità sia stata una passeggiata fra rose e fiori, ma stiamo davvero raggiungendo vette di criminalità così diffusa da sembrare di essere direttamente nell’ultimo girone dell’inferno… ma forse non lo sembriamo solo: siamo davvero circondati dalle tenebre, con il Male che soffia ispirando alcuni di noi!

In un passato non poi così lontano personaggi come Hitler, Stalin, Lenin, Pinochet e compagni di merenda avevano espresso quanto di peggio potesse creare la mente umana, anche se tanto umana la mente che li muoveva come burattini, non era.

Dante, raffinato interprete dell’inferno, era vissuto in un’epoca in cui i roghi erano all’ordine del giorno: non dimentichiamo la morte di Cecco d’Ascoli colpevole di eresia, a causa dell’Acerba dove stigmatizzava usi e peccati dei potenti, laici o clero che fossero; già allora l’uso del “bavaglio” - fornito a Giordano Bruno qualche centinaio di anni dopo  - era in uso… un metodo ben visibile e dimostrativo per chi osa avere idee proprie e le comunica in contrasto con la narrazione del potere costituito.

Se vogliamo trovare nella Storia una data simile per oscurità e oppressione, dobbiamo risalire al 27 febbraio 380 dopo Cristo, giorno in cui vide la luce l’Editto di Tessalonica: gli imperatori Teodosio, Valentiniano e Graziano imposero come religione ufficiale il Cristianesimo; così il Paganesimo diventò formalmente illegale dando inizio una vera e propria persecuzione nei confronti dei pagani e dei seguaci dell’arianesimo.

Vennero distrutti templi e luoghi di culto in cui erano venerati gli dei, da sempre protettori della popolazione pagana; fu condannato a morte senza pietà un gran numero di restii a professare una fede nella quale non credevano.

Terribile, anche solo come idea, la distruzione del Serapeum di Alessandria, capeggiata dal lector Pietro alle strette dipendenze del vescovo Cirillo: con il martirio di Ipazia, figlia del matematico Teone e anch’ella mente geniale, scienziata senza paragoni, iniziò un vero e proprio massacro e non solo in quella città.

Dopo questa incursione armata, i parabolani, drappello armato del vescovo Cirillo, andarono “a caccia, per stanare i pericolosi propagatori di una religione falsa”.

Oltre l’85% dei cittadini dell’Impero Romano si convertirono al Cristianesimo, costretti, pena la perdita di ogni diritto civile, incluso quello al lavoro, la possibilità di accedere ai pubblici uffici, all’insegnamento, ai ranghi dell’esercito e della politica. 

Un grande reset sociale ed economico iniziato con Costantino, avvicinato dalla madre alla nuova religione, un culto di matrice orientale, del tutto estraneo al comune sentire religioso del tempo.

Un culto molto lontano dal Cristianesimo primitivo, creato da menti eccellenti con dovizia di particolari, finalizzato al controllo capillare dei fedeli e soprattutto mirato al consolidamento del potere politico in un periodo in cui la decadenza dell’impero dava segnali piuttosto evidenti.

L’intolleranza germogliò ovunque, persecuzioni e pensiero unico divennero una pesante cappa sotto la quale i cittadini furono sottoposti a regole del tutto fuorvianti per una equilibrata crescita ed evoluzione del proprio essere: la nuova religione aveva vinto…

L’autentico Cristianesimo sopravvisse nascondendosi e incarnandosi nella tradizione gnostica e giovannita, evitando così il perdersi del vero messaggio portato dal Cristo.

Noi siamo i discendenti di quel popolo che ha dovuto arrendersi alla violenza e alla sopraffazione dei pochi, ma siamo anche le persone che mantengono nel sangue tracce dell’antico legame col divino: che nasciamo in Oriente, in Occidente, al Polo Sud o al Polo Nord, ovunque sia la terra che ci dia i natali, la scintilla dentro di noi resta accesa e non ci sarà mai chi potrà decidere per noi in Chi credere.

La nostra religione, quella istanza che ci “lega” a ciò che reputiamo sacro, non è sostituibile da una credenza, per quanto possa esserci inculcata a forza: il potere di slogan come “Non avrai più nulla ma sarai felice” e simili bestialità tese a rendere le persone dipendenti dal reddito di cittadinanza in quanto prive di lavoro, dignità e soprattutto libertà, mi auguro possa essere esorcizzato velocemente. Non siamo zombi, anche se il tentativo di renderci privi di identità e livellati da una forma di schiavitù è palese.

È chiaro che non tutti sanno imparare dalla Storia: “i corsi e ricorsi…” di vichiana memoria vengono vissuti come qualcosa che appartiene agli altri, che non si adattano a loro, agli ipnotizzati da televisioni, giornali, influencer, pseudo scienziati e giornalisti prezzolati.

Considerare identiche situazioni e non trovare macroscopiche assonanze significa rifiutarsi di avere senso critico: forse è più facile seguire il gatto e la volpe e seppellire il denaro per far crescere l’albero delle monete, piuttosto che ascoltare la fastidiosa voce del grillo parlante.

La paura è stata ed è tutt’ora la leva sulla quale è stata orchestrata la pandemia: ma se in un primo tempo abbiamo creduto a quel che ci martellavano nelle orecchie, oggi con la marea di informazioni che sono emerse e che continuano a rasserenarci sulla rapida possibilità di guarigione con le terapie domiciliari, il terrore non ha più senso di esistere.

È giusto non abbassare la guardia, avere le precauzioni necessarie, ma è basilare rincominciare a vivere e riprendere in mano le nostre vite: come ogni azione che inizia è destinata a finire e questa… non durerà a lungo!

Con l’equinozio primaverile sono previste frequenze diverse (non il 5G) che aiuteranno quelli di noi che hanno davvero a cuore la salute propria e quella altrui a percepire nuove informazioni per disinnescare i meccanismi perversi che ci stanno soffocando.

Un grazie pieno di ammirazione al professore Nicola Bizzi, profondo conoscitore della Tradizione Occidentale e dei Misteri delle antiche civiltà, per l’in-put che ho ricevuto nella scrittura di questo articolo.

Lettori fissi