http://www.google.it/search?q=protesta+studenti%2C+gelmini&tbo=p&tbs=vid%3A1&source=vgc&hl=it&aq=f#q=protesta+studenti,+gelmini&hl=it&tbs=vid:1&psj=1&ei=fEH1TOmwC8zCswaWzqjABA&start=10&sa=N&fp=4085c5087f83a4ec

Note di costume e società. Web diary of social cognizer.



"Con un centinaio di studenti abbiamo voluto affermare la contrarietà di massa del mondo della scuola e dell’Università alla controriforma Gelmini.

http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b0.11.26.20.08 
PROTESTE - Sul fronte delle proteste, gli studenti universitari, dopo il sit-in di mercoledì e il blitz al Senato, hanno proseguito le manifestazioni contro la riforma Gelmini. A Roma rinforzati i presidi delle forze dell'ordine che hanno bloccato gli accessi per impedire l'accesso in piazza Montecitorio. In mattinata davanti alla Sapienza di Roma, la cui inaugurazione dell'anno accademico (prevista venerdì) è stata rimandata dal rettore, è comparso uno striscione: «Libertà per gli studenti - due, ndr - arrestati». A Milano un corteo di circa 400 gli studenti degli istituti superiori ha attraversato il centro: tensioni con la polizia al Politecnico e in piazzale Loreto, due ragazzi sono rimasti contusi. A Napoli, la sede dell’Università degli studi Orientale è stata occupata così come il rettorato dell'Università Federico II. A Palermo sei cortei formati un migliaio di studenti si sono diretti all'Ufficio scolastico provinciale e in seguito hanno bloccato la stazione per un'ora e l'ingresso al porto. A Bari una ventina di studenti ha occupato la facoltà di ingegneria del Politecnico. A Torino sfidando il freddo i ricercatori dell'università hanno trascorso la seconda notte sul tetto della sede delle facoltà umanistiche, sono state occupate le sedi del Politicnico e ci sono stati picchetti davanti alle facoltà di fisica e chimica. Inoltre davanti alla sede della Regione Piemonte sono stati lanciati uova e fumogeni e la stazione di Porta Susa è stata bloccata per mezz'ora. Ad Ancona un gruppo di studenti ha occupato il tetto della facoltà di ingegneria del Politecnico. A Bologna un corteo di qualche centinaio di studenti ha creato qualche difficoltà agli autobus in centro. A Firenze carica di alleggerimento delle forze dell'ordine davanti a scienze sociali dove si erano raccolti circa 500 giovani dei collettivi di sinistra, che protestavano contro la partecipazione del sottosegretario Daniela Santanchè a un dibattito sull'immigrazione. In precedenza dai manifestanti erano stati lanciati alcuni fumogeni. A Cagliari è proseguita l'occupazione del tetto del Palazzo delle scienze: agli studenti si sono associati alcuni ricercatori. A Pisa A Pisa gli studenti sono saliti sulla Torre Pendente e hanno srotolato uno striscione. 
movimento democratico chiamato 14 di Giugno, e lì conquistarono il soprannome di Farfalle. Furono incarcerate in varie occasioni, ma non abbandonarono mai la lotta contro la dittatura.

cosi' alta carica governativa".
I poeti lavorano di notteALDA MERINI
Grazie a http://pacoswing.wordpress.com


Da Rita Levi Montalcini ad Anna Magnani, da Oriana Fallaci a Miuccia Prada: icone contro gli stereotipi
IL NOSTRO PAESE VISTO DAGLI ALTRI
MILANO - Tempi duri per le donne che vivono nel Belpaese. Non bastavano le periodiche classifiche che confermano come l'Italia resti il fanalino di coda dell'Europa nel garantire lavoro e benessere al gentil sesso. Negli ultimi tempi, soprattutto a causa degli scandali che hanno coinvolto il premier Berlusconi, i giornali internazionali hanno focalizzato la loro attenzione sull'intramontabile maschilismo italico e sul ruolo apparentemente sottomesso delle donne nostrane. Ma come racconta in un recente reportage Newsweek, non tutte le donne italiane sognano di diventare veline o modelle. L'autorevole magazine americano celebra le grandi donne della nostra storia recente e afferma che queste prominenti figure mettono completamente in discussione gli stereotipi della società berlusconiana. Loro, spiega Newsweek, non sono le ragazze del premier.
Le grandi donne d'Italia
DALLA LOTTE FEMMINISTE AL CINEMA - Una delle prime grandi italiane che compare nel reportage è Anna Maria Mozzoni. Pioniera del femminismo italico, la Mozzoni, che visse tra la metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, è considerata la prima donna italiana a essersi battuta affinché anche il gentil sesso potesse votare alle elezioni. Nel 1878 rappresentò l'Italia a Parigi nel "Congresso internazionale per i diritti delle donne" e l'anno seguente fondò a Milano la "Lega promotrice degli interessi femminili". Segue una delle più grandi attrici del cinema neorealista italiano: Anna Magnani. Per rendere chiara la distanza che separa la grandezza e la fierezza femminile di "Nannarella" dagli stereotipi italici odierni il settimanale statunitense riprende una vecchia frase che il premio Oscar amava ripetere al suo truccatore: «Le rughe non me le coprire. Ci ho messo una vita a farmele venire». Tra le grandi donne presenti in rassegna c'è anche Isabella Rossellini. La figlia del grande regista Roberto Rossellini e dell'attrice svedese Ingrid Bergman recentemente ha presentato "Green Porno", brevissimi cortometraggi che in maniera ironica e seducente raccontano la vita sessuale degli insetti
DALLA SCIENZA AL GIORNALISMO - Nella lista delle grandi italiane non poteva mancare Rita Levi Montalcini. Premio Nobel per la medicina nel 1986 e senatrice a vita dal 2001 , la Montalcini, nonostante abbia superato i 100 anni, continua a partecipare alle sedute di Palazzo Madama. La rassegna continua con Sofia Villani Scicolone, in arte Sofia Loren, una delle donne del Belpaese più conosciute nel mondo grazie alle sue indimenticabili interpretazioni cinematografiche che le hanno garantito ben due Oscar: «Il suo nome - scrive Newsweek - è sinonimo di cinema italiano, di bellezza e rappresenta l'ideale della donna forte del Belpaese». Ma le donne italiane si sono distinte anche nel mondo del giornalismo locale e internazionale. È il caso di Oriana Fallaci e Rosaria Capacchione. La prima è stata una dei più grandi reporter della storia. «Le sue interviste - dichiara Newsweek, riprendendo un vecchio articolo del Guardian di Londra - divennero oggetto di un'autentica venerazione in America». La seconda, esperta di cronaca giudiziaria, è uno dei simboli odierni della lotta contro la criminalità organizzata. Più volte minacciata di morte dai Casalesi, la giornalista vive da anni sotto scorta e nonostante le continue minacce, continua il suo apprezzabile lavoro di cronista per "Il Mattino" di Napoli.
DALLA POLITICA ALL'INDUSTRIA - Nel corso del tempo l'Italia non solo ha avuto grandi donne nella politica nazionale, ma le ha anche esportate in altri paesi. Ne è un esempio Sonia Gandhi, nata a Lusiana in Veneto e vedova di Rajiv Gandhi, già primo ministro indiano. Recentemente Sonia è divenuta presidente del Partito del Congresso, formazione politica al governo nel subcontinente indiano e quest'anno è stata definita da Forbes la nona persona più influente del mondo. Seguono due autentici miti della moda: Miuccia Prada e Donatella Versace. La prima ha trasformato l'azienda paterna in uno dei brand di moda più importanti al mondo, la seconda invece ha preso le redini del marchio "Versace" dopo la tragica morte del geniale fratello Gianni, nel luglio del 1997. Uno dei prodotti italici più famosi nel mondo è il vino. Le tre sorelle Allegra, Albiera e Alessia Antinori hanno contribuito a rendere il proprio marchio unico nel pianeta e continuano con eleganza il mestiere che la famiglia fiorentina porta avanti da più di 600 anni. Chiudono la lista altre due famose donne: Emma Marcegaglia e Carla Bruni. La prima è l'unica donna a essere riuscita a diventare Presidente di Confindustria. La seconda dopo una lunga carriera da modella e cantante, è ormai conosciuta da tutti, dopo il matrimonio con Nicolas Sarkozy, come la Première Dame di Francia
Francesco Tortora





esempio, quando nel maggio del '67 don Milani stava già male io, che non sono credente, mi misi a sfogliare Esperienze pastorali, datomi da un amico operaio della Pirelli. Fu per me una lettura splendida, a dir poco devastante e con questo viatico mi recai a Barbiana dove incontrai l'unico uomo della mia vita a cui non seppi reggere lo sguardo. Stranissimo, il potere di don Lorenzo, una persona malata e in fondo mite, però talmente forte... Io ho retto lo sguardo di molti uomini potenti (per il mio mestiere me ne sono capitati tanti), ma di fronte al priore di Barbiana avevo... questo problema serio, tanto egli mi sembrava... una potenza medievale assoluta! Mi diede il manoscritto della Lettera a una professoressa...




Berlusconi dopo un'analisi lunga e serrata dei mali del Paese. Ovviamente il cavaliere, perennemente alla ribalta della cronaca per i suoi incontri a luci rosse con relative generose elargizioni, i soliti attacchi alla magistratura rea di non dargli pace, e quelli triti e ritriti ai comunisti che lo attaccherebbero di quae di là, afferma che il discorso di Fini non lo tange e che lui non rassegnerà nulla, in quanto la sfiducia va votata in Parlamento. Gli esponenti del Pdl Bondi e Cicchitto hanno detto che Fini " getta alle ortiche con una spregiudicatezza imbarazzante un impegno comune di quasi vent'anni, liquida una parte cospicua del patrimonio della destra italiana", che Berlusconi continuerà ad operare per l'interesse del Paese e bla bla bla bla. L'unica cosa imbarazzante, per la verità, è per l'Italia essere governata dall'attuale maggioranza, e di questa cosa abbiamo ripetute conferme nel consesso internazionale. Standing ovation per Fini durante il suo discorso, durato più di un'ora. Un grande discorso, in cui, dopo anni, la dignità e l'immagine del nostro Paese, scesi vertiginosamente sotto i tacchi a causa degli scandali privati del premier e delle sue battute poco felici (l'ultima sui gay), Fini passa in rassegna i problemi reali del Paese, che non coincidono certamente con quelli privati di Berlusconi, a livello sia aziendalistico che privato. Parole che sono state come una boccata di ossigeno in un Paese bloccato, fermo, fossilizzato ed incapace di uscire dalle secche della crisi che lo attanaglia.
dall’incuria dell’uomo che ha determinato lo smottamento fatale per la Antica Armeria dei Gladiatori a Pompei”, chiedono la capogruppo del Pd in commissione Cultura, Manuela Ghizzoni ed Emilia De Biasi, deputata della stessa commissione. “Quello che è avvenuto a Pompei negli ultimi due anni – aggiungono - è vergognoso, dopo chiusure, commissariamenti, interventi della protezione civile, il risultato è un crollo che provoca indignazione in tutto il mondo. Sono insopportabili l’indifferenza avuta da tutto il governo e l’inadeguatezza del ministro Bondi, che dovrebbe trarre le conseguenze dal modo dilettantistico con cui ha gestito la situazione”. “Anche gli interventi della finanziaria con nuovi pesanti tagli - concludono - dimostrano la sottovalutazione dei problemi da parte del governo”. "E una vergogna" è stato il commento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Caro Berlusconi, le battute, soprattutto quelle volgari, possono ferire. Eppure dovresti saperlo: quella che tu spacci per galanteria spesso si rivela come molestia, le barzellette razziste sono una minuscola enciclopedia dell'imbecillità. E in quanto ai gay, se un tuo figlio, un tuo amico..."
