La battaglia delle donne iraniane contro il velo prescritto da Allah, conferma l’incompatibilità dell’islam con la libertà.
Estratto dal blog di Magdi Cristiano Allam
Noi tutti sosteniamo l'eroismo delle donne iraniane in lotta per la libertà di non indossare il velo.
La verità è che il velo è prescritto nel Corano. Allah impone alla donna di coprirsi con il velo. Il corpo della donna è considerato di per sé peccaminoso e deve essere occultato per non eccitare i maschi.
«O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è perdonatore, misericordioso». (33, 59)
«E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi, sì da mostrare gli ornamenti che celano. Tornate pentiti ad Allah tutti quanti, o credenti, affinché possiate prosperare.» (24, 31).
L’obbligo del velo si colloca nella convinzione, manifestata da Maometto, che le donne sono esseri inferiori, schiave sessuali e dannate all'Inferno.
Maometto all'età di 50 anni sposò una bambina di 6 anni e la deflorò a 9 anni. Così l'islam legittima la pedofilia consentendo ai maschi spose-bambine di 9 anni
Nella più autorevole raccolta dei detti e dei fatti attribuiti a Maometto, «Sahih al-Bukhari», su cui concordano tutti i musulmani, si precisa che Maometto sposò Aisha, la figlioletta minore del suo miglior amico Abu Bakr al-Siddiq, quando lei aveva sei anni e consumò il matrimonio quando lei aveva nove anni. A testimoniarlo è la stessa Aisha, considerata la fonte diretta più attendibile dei detti di Maometto, essendo stata la sua moglie-bambina prediletta: «Aisha ha raccontato: “Il Profeta la sposò quando lei aveva sei anni e consumò il matrimonio quando lei aveva nove anni e ha vissuto con lui per nove anni”.» (7:62:64). Proprio questa testimonianza, considerata veritiera da tutti i musulmani, conferma che Maometto sposò questa bambina di sei anni nel 620 quando lui aveva 50 anni, consumò il matrimonio nel 623 quando lei aveva nove anni, visse con lei nove anni fino alla sua morte nel 632 con il capo appoggiato sul petto di Aisha. I teologici islamici tendono a giustificare il matrimonio di Maometto con una bambina che era più piccola di lui di quarantaquattro anni, spiegando che all'epoca, nel caldo torrido del deserto, le bambine maturavano molto giovani e potevano avere il ciclo mestruale a nove anni. Ciò è verosimile, ma ancor più vero è che la maturità di una bambina non si misura con l'apparizione del ciclo mestruale. Lo conferma il fatto che Aisha continuò a giocare con le bambole e con le sue compagne anche dopo essere stata deflorata da Maometto. Così come il fatto che la madre non la coinvolgesse nei lavori domestici, prassi a cui erano tenute tutte le donne al momento della maturità, conferma che Aisha veniva considerata dalla sua stessa famiglia come una bambina.
Per la «Corte Europea dei Diritti dell’Uomo» è reato definire Maometto un pedofilo. Non perché si contesta il fatto incontrovertibile che nel 620, all’età di 50 anni, sposò una bambina di sei anni, Aisha, anche se il matrimonio fu consumato tre anni dopo, nel 623, quando la bambina aveva nove anni. Ma perché, spiega la sentenza del 2018, Maometto e Aisha rimasero sposati fino alla sua morte nel 632, cioè per nove anni, quando Aisha aveva 18 anni. Quindi, secondo la Corte Europea, si può dire che Maometto sposò una bambina ma non che sia stato un pedofilo perché «pedofilo è chi è attratto solo o principalmente da minorenni». Insomma essendo stata Aisha l’unica moglie-bambina di Maometto, mentre le altre sue 15 mogli erano maggiorenni, ed essendo stato Maometto suo marito fino alla sua morte, non si può attribuire a Maometto l’orientamento sessuale del pedofilo. È evidente che la Corte Europea ha riservato a Maometto una considerazione particolare, perché è da escludere che si pronuncerebbe allo stesso modo nel caso in cui oggi un uomo adulto sposi anche una sola volta una bambina e lei restasse sua moglie fino alla sua morte.
Fermo restando che non sappiamo se tra le «schiave sessuali» a disposizione di Maometto ci fossero delle bambine, è certamente vero che, essendo Maometto il «modello» da emulare, i giureconsulti islamici ortodossi hanno legittimato la pedofilia, cioè il fatto che una bambina di nove anni possa essere data in sposa e possa prestarsi sessualmente.
Per Allah le donne sono un oggetto sessuale a disposizione del marito.
«Le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete, ma predisponetevi; temete Allah e sappiate che lo incontrerete. Danne la lieta novella ai credenti!» (2, 223).
Allah legittima la poligamia. Il musulmano può avere fino a quattro mogli contemporaneamente più tutte le schiave sessuali che può permettersi.
Allah concepisce il Paradiso come un bordello per soli uomini allietati sessualmente da 72 donne eternamente vergini e da fanciulli effeminati.
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