martedì 15 febbraio 2022

LILIANA SEGRE E LA MAESTRA CERSARINA

"Un giorno, dopo che ero stata espulsa, la maestra Cesarina venne a casa a parlare con papà, glielo aveva chiesto lui. Io mi nascosi per ascoltare di nascosto. Ero sicura che la maestra avrebbe detto a papà che c'era stato un errore, che il giorno dopo sarei potuta tornare al mio banco, che quelle regole erano orribili e assurde, forse gli avrebbe anche detto che le mancavo e che mancavo a tutta la classe. Chissà quante amiche speravano di vedermi tornare in classe con loro, come prima delle leggi razziali...

Invece sentii l'appello accorato di papà che diceva che era un'ingiustizia tenermi lontana dalla scuola e che io ci soffrivo.
E poi ascoltai la maestra Cesarina che gli rispondeva: "Sì, ma scusi, io che cosa c'entro? Non compete mica a me decidere se Liliana può tornare oppure no. Non le ho fatte mica io le leggi".
Ascoltavo. Quelle parole continuavano a ronzarmi in testa come un'ape fastidiosa. 'Non le ho fatte mica io'. Be, sì certo, in effetti non le aveva fatte lei. Come darle torto? Però, che delusione provai in quel momento. Nella sua voce non c'era partecipazione, ne ero certa, non c'era un filo di dispiacere. Non disse nemmeno che le mancavo, non riferì niente sulle mie compagne, nessun saluto, nessun ricordo.
Ero scivolata via in silenzio e il mio banco vuoto non era una gran perdita: in fondo era questo che avevo appena sentito.
Lei non c'entrava, non era un problema suo.
Così la mia maestra si puliva la coscienza. Se ne lavava le mani.
Come se la mia espulsione da scuola non la riguardasse affatto.
Me ne andai prima di vederla uscire di casa. Lei non chiese di salutarmi.
In tutta questa storia delle leggi razziali e dei diritti che giorno dopo giorno ci toglievano come fossimo persone pericolose e da tenere lontane dagli altri cittadini, cominciai a realizzare una cosa, e fu quello a sembrarmi veramente assurdo. Quello che accadeva a noi ebrei, avveniva nell'indifferenza generale.
Per tutti era come se niente fosse.
L'indifferenza fa male. È l'arma peggiore. La più potente.
Perché se qualcuno ti affronta e ti vuole fare del male, puoi difenderti.
Ma se intorno a te c'è il silenzio, come fai a difenderti?"

Liliana Segre, Fino a quando la mia stella brillerà, 2015
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Italia 2021
I ragazzi sani e non vaccinati in DAD.
I soli vaccinati in presenza.
I bambini che sono stati fatti vaccinare dai genitori con gli attestati cartacei di "eroi" (cioè per il favore fatto alle case farmaceutiche di fare una sperimentazione mondiale a costo zero).
Vecchietti che non possono andare alla posta a ritirare la pensione.
Baristi nel ruolo di kapò che per berti un caffè ti chiedono la patente per vivere.
Gente normale che non può prendere in autobus o andare dal parrucchiere senza l'infame tessera verde.
Magistratura non pervenuta.
Gente sospesa dal lavoro sulla base di un criterio biologico deciso dallo Stato.
Regole su regole, norme su norme senza un filo logico.
Conformismo e indifferenza.
Tutto "per il nostro bene" ed una questione che, ormai, di sanitario non ha un bel niente.
Distopia pura.

Mariagiovanna Maglie@mgmaglie·56minChi tace oggi su una decisione incostituzionale e razzista e' un verme tanto quanto i ministri di #Draghi. #15febbraio #GiornodellaVergogna

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