venerdì 21 gennaio 2022

LA PSICHE COLLETTIVA: UNA PROFEZIA DI JUNG

Stamattina ho ricevuto la brutta notizia che un collega in giornalismo si è suicidato. E' terribile quello che sta accadendo alla nostra società da due anni a questa parte ed i crimini di cui i sedicenti governanti e giornalisti si stanno macchiando. Due anni di bombardamento ininterrotto di decreti leggi uno più stupido dell'altro (mascherine, zone gialle versi e fucsia, poste e parrucchieri off limits per i non vaccinati, carabinieri a caccia di 12enni sprovvisti di green pass per salire sui pullmann e delinquenti in libertà, gente lasciata a casa senza lavoro, controllo della spesa all'ipermercato per vedere se il non vaccinato si è procurato beni di "prima necessità") e di bombardamento mediatico. Siamo immersi in una bolla di notizie negative e di decisioni governative a gettito continuo, siamo perennemente in tensione, attaccati ad un lasciapassare che ci procura la libertà di cui disponiamo per diritto naturale al tempo stabilito dai governanti. Siamo difronte alla discriminazione, alla divisione fra le persone, al silenziamento dei dissidenti e dei pensanti. Chi è responsabile di questo scempio risponderà davanti a Dio, perché non ho fiducia alcuna che ne risponda davanti agli uomini. Una volta verrà il giudizio di Dio, come disse un grande Papa.


(L'Indipendente) È uscito il mese scorso in Francia un interessante libro di Frédéric Lenoir che espone con appassionata chiarezza l’opera di Carl Gustav Jung (Jung. Un voyage vers soi, Albin Michel editore). Folgorante questo attualissimo passaggio dello psicanalista svizzero, 1944, giustamente ripreso da Lenoir: “Sono convinto che lo studio scientifico dell’anima sia la scienza dell’avvenire… Appare in effetti, con una chiarezza sempre più accecante che non sono né le carestie, né i terremoti, né i microbi, né il cancro ma che è proprio l’uomo a costituire per l’uomo il più grande pericolo. Il motivo è semplice: non esiste ancora alcuna protezione efficace contro le malattie psichiche: ora, queste epidemie sono infinitamente più devastatrici delle peggiori catastrofi! Il supremo pericolo che minaccia tanto l’essere individuale quanto i popoli nel loro insieme è infatti il pericolo psichico”.

L’inconscio collettivo che, secondo Jung, noi avremmo ereditato da tempi ancestrali, con i suoi miti, le sue interdizioni e le sue potenti pulsioni, se viene sollecitato per esercitare potere, per influenzare i comportamenti mediante le emozioni, impedisce a ciascuno di armonizzare il retaggio del passato, il proprio patrimonio di sensazioni materiali e spirituali, con l’ esperienza del vissuto.

Una accelerazione, una forzatura che produce choc emotivi, provocando sovrapposizioni di razionale e irrazionale, sconfinamenti tra salute individuale e benessere sociale. Il disagio che ne deriva gioca nell’interesse di chi vuole dominare senza farlo risultare troppo.

[di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]

Nessun commento:

Lettori fissi