sabato 15 agosto 2020

SIMONE DE BEAUVOIR, "QUANDO TUTTE LE DONNE DEL MONDO"

«Tutta l'economia della nostra società patriarcale implica che la donna accetti di essere supersfruttata. Fin dalla più tenera infanzia, viene condizionata in modo da strapparle questo consenso. È difficile presentare alla bambina, come una funzione sacra, il fatto di lavare la biancheria sporca e i piatti; è difficile convincerla che quella è la sua irresistibile vocazione. Ma se una donna è trattenuta in casa dai figli, immediatamente essa diventa quella casalinga a cui si estorce quasi gratuitamente la forza lavoro. Si cercherà quindi di persuaderla fin dalla più tenera età – con la parola, con l'esempio, con i libri e i giochi che le si presentano – che è votata alla maternità. Se non ha bambini non è una "vera donna" (mentre non si accusa un uomo senza bambini di non essere un "vero uomo"). [...]

Sul piano economico, la donna è vittima di una discriminazione inaccettabile quanto quella razzista condannata dalla società in nome dei diritti dell'uomo: le viene estorto un lavoro domestico non retribuito, viene adibita ai lavori più ingrati, e il suo compenso è meno alto di quello dei suoi omologhi maschi. Malgrado lo status inferiore cui le riducono, le donne sono per i maschi l'oggetto preferito della loro aggressività. Un po' dovunque – tra l'altro negli Stati Uniti e in Francia – si moltiplicano gli stupri; sono considerate normali le sevizie, come pure gli attacchi psicologici o apertamente brutali di cui le donne sono bersaglio se, ad esempio, passeggiano da sole per strada. Questa violenza diffusa è umanimemente misconosciuta e passa sotto silenzio. Perfino contro le violenze qualificate – stupri, percosse e ferite – non c'è nella stragrande maggioranza dei casi alcun ricorso giuridico. Sembra che il destino della donna sia di subire e tacere.»

Simone de Beauvoir, Quando tutte le donne del mondo

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