domenica 26 aprile 2020

VISTI DA VICINO: L'OLANDA, IL CORONAVIRUS E LA SACRALITA' (?) DELLA VITA

Ci sono alcuni fattori che gli italiani che guardano all'Olanda (e ci si arrabbiano, per via delle politiche spregiudicate anti-lockdown) spesso non considerano, e che sono invece molto evidenti per chi vive qua:
1. I genitori dei bambini delle primarie, che rientreranno in classe l'11 maggio, sono molto ma molto giovani. Molto più giovani dei corrispettivi italiani. Diciamo in media almeno 10 anni di meno.
2. I nonni non fanno da baby sitter (non full-time alla maniera italiana, almeno).
3. La mentalità olandese è radicalmente diversa da quella italiana. Gli olandesi non temono questo virus. Non lo temono. Mi dicevano: aspetta che inizino a morire le persone e vedrai. Le persone stanno morendo a frotte: sono tutti calmi e tranquilli.
4. Gli anziani non credono e non pretendono di essere eterni e spesso guardano alla morte con serenità (anche perché non devono fare da baby sitter, e si godono la vita, mediamente).
5. E secondo me fondamentale: L'idea della sacralità della vita non gli appartiene. Non è un concetto che ho mai sentito menzionare, in 12+ anni di vita in Olanda. Mai.
6. Gli olandesi non hanno nozioni mediche di base, non si curano, non si interessano della propria salute più di tanto. Fanno molto sport e vanno in bicicletta come dei dannati. Se stanno male si fanno curare, e le cure sono di solito buone (quando la malattia è seria). Altrimenti, paracetamolo. Se muori: too bad (vedi punto 5).
In sostanza: quando pensate all'Olanda non dovete misurarla col metro italiano. Dovete pensare a Sparta. Poi provate a riformulare le vostre considerazioni italiane rivolgendole a un cittadino di Sparta.
Eh ma mia madre ha 80 anni e potrebbe morire. Bene, ha vissuto abbastanza, dovrebbe essere contenta di esserci arrivata.
Eh ma mi prendo la polmonite. Bene, ti metti a letto, prendi il paracetamolo, e ti passa. Altrimenti c'è l'ospedale.
Eh ma i bambini devono stare dentro. Male, i bambini devono stare fuori, abituarsi al freddo e al caldo, alle intemperie. Devono forgiare il fisico e andare in bicicletta. Devono imparare a nuotare - tutti - e a pedalare. Anche 20 km sola andata per arrivare a scuola, ogni mattina, sotto la pioggia. Si va.
Eh ma il virus è pericoloso.
Lo sappiamo, e se ti ammali seriamente ci sono abbastanza letti, perché ci siamo preparati.
Eh ma a me questa decisione non piace.
Il governo ha deciso così, così si fa, che ti piaccia o no.
This is Sparta.
Non potete misurare l'acqua col metro. Le categorie italiane, qua, non valgono. Ricordatevelo.

Dal profilo facebook della 
docente universitaria Roberta D'Alessandro

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