Che il sogno di distruggere la Tour Eiffel fosse anzitutto stoltezza io lo compresi nella tarda primavera del 2002, cioè quando "La Rabbia e l'Orgoglio" uscì in Francia dove un romanziere era stato appena incriminato per aver detto che il Corano è il libro più stupido e pericoloso del mondo. E dove (quale razzista-xenofoba-blasfema-eccetera) nel 1997 poi nel 1998 poi nel 2000 poi nel 2001 Brigitte Bardot era stata condannata per aver scritto o detto quel che non si stanca mai di ripetere, povera Brigitte. Che i mussulmani le hanno rubato la patria, che perfino nei villaggi più remoti le chiese francesi sono state sostituite dalle moschee e i Pater Noster dai berci dei muezzin, che la tolleranza ha un limite anche in regime di democrazia, che la macellazione halal è una barbarie. (...)
Perché lo sai chi fu il primo ad ammucchiare la legna per il mio rogo? lo stesso settimanale parigino al quale l'editore aveva concesso gli estratti da pubblicare in anteprima. (Pgg. 59-60)
Quando nell'ottobre del 2002 pubblicai in Italia il testo della conferenza che avevo dato all'American Enterprise Institute di Washington, "Wake up Occidente" cioè "Sveglia Occidente", speravo che intorno ad esso si aprisse un dibattito. Era un testo sul sonno che ha narcotizzato l'Europa trasformandola in Eurabia, e meritava una discussione. Ma anziché un invito a ragionare, svegliarsi e ragionare, i collaborazionisti vi videro una formula guerrafondaia. Uno slogan razzista, xenofobo, reazionario, blasfemo. Tutti. (Pag. 255)
Del resto Toqueville individuò il tristo fenomeno studiando la democrazia in America, minestrone dove bolle ogni tipo di verdura, l'ossequio al nemico raggiunge spesso vette grottesche. (Pag. 257)
Pensa agli opportunisti che vestiti da professori infestano le università raccontando agli studenti che la cultura occidentale è una cultura inferiore anzi perversa. Pensa agli sciagurati che sostengono le filoislamiche porcherie della filoislamica Onu. Però nonostante quel che accadeva all'epoca di Toqueville, chi denuncia la verità non viene messo alla gogna. Non viene irriso, processato, punito, ritratto col giubbotto foderato di pallottole. In America l'ultima caccia alle streghe si svolse mezzo secolo fa con McCarhty, e gli americano se ne vergognarono tanto che non ci provarono più. In Europa invece, in Eurabia, il maccartismo trionfa. La caccia alle streghe è ormai regola di vita. Prima di tirare le somme devo dunque dirti che c'è dietro questa amara verità.
C'è il declino dell'intelligenza. Quella individuale e quella collettiva. (...) Eh, sì. Paradossalmente siamo meno intelligenti di quanto lo fossimo quando non sapevamo volare, andare su Marte, cercarvi l'acqua. O riattaccarci un braccio, cambiarci il cuore, clonare una pecora o noi stessi. Siamo meno lucudu, meno svegli, di quando non avevamo quel che serve o dovrebbe servire a coltivare l'intelligenza. Cioè la scuola accessibile a tutti anzi obbligatoria, l'abbondanza e l'immediatezza delle informazioni, l'Internet, la tecnologia che rende la vita più facile. E il benessere che toglie l'assillo della fame, del freddo, del domani, che placa l'invidia. Quando questo bendiddio non esisteva, bisognava risolvere tutto da soli. Quindi sforzarci a ragionare, pensare con la propria testa. Oggi no. Perché anche nelle piccole cose quotidiane la società fornisce soluzioni già pronte. Decisioni già prese. Pensieri già elaborati pronti all'uso come il cibo cotto. (...)
Ergo, la gente non pensa più. O pensa senza pensare con la propria testa. Neanche per fare una somma o una sottrazione, una moltiplicazione o una divisione. Che del resto non sa più fare. Quand'ero bambina tutti sapevano fare le somme e le sottrazioni, le moltiplicazioni e le divisioni. Tutti conoscevano la Tavola Pitagorica. (...)
A farla breve, nel continente europeo non esiste contrada che abbia avuto tanti padroni quanti ne abbiamo avuti noi. (...) Per capirlo basta vedere con quale entusiasmo gli italiani copiano gli altri anzi i difetti degli altri, incominciando da quelli degli americani che scimmiottano senza pudore anche quando li odiano come gli arcobalenisti. (Pagg. 259-263)
La seconda colpa, conseguenza della prima, sta nella loro atavica mancanza di fierezza. Atavica, quindi inguaribile, e riassumibile con la frase più sconcia che abbia mai insozzato la dignità d'un popolo. La frase della tarantella che i napoletani cantavano al tempo in cui gli spagnoli e i francesi si contendevano la loro città. "Francia o Spagna purché se magna". Per questo non si offendono quando gli immigrati islamici urinano sui loro monumenti o smerdano i sagrati delle loro chiese o buttano i loro crocifissi dalla finestra d'un ospedale (pagg. 260-261).
Oriana Fallaci, La Forza della Ragione - Rizzoli International, 2004